Alfano: Via il Pdl, si ritorna a Forza Italia

L’idea circolava da tempo ed ora si sta irrobustendo sempre di più. Cancellare il Popolo delle Libertà, rifondare il centro destra italiano ritornando a Forza Italia. I maggiorenti azzurri non hanno mai visto di buon occhio quel patto forzoso, allora nato tra Fini e Berlusconi. Una alleanza ‘coattiva’, nata per logiche elettorali e non supportata di stimoli politici, era destinata a durare poco. Da sempre ex Fi ed ex An, obbligati a stare assieme, non hanno fatto che litigare. L’uscita o la cacciata dell’ex leader della destra italiana sancì la fine anticipata di un matrimonio combinato, in ossequio ad un bipolarismo forzato, mai sentito, voluto e cercato. Il Pdl ha continuato a vivere ma, come allora, tutto si reggeva e continua a reggersi, politicamente e non, sulla figura di Silvio Berlusconi. Solo quando il Cav si impegna in prima persona e scende in campo il Pdl esiste. Senza l’ex presidente del consiglio il centro desta perde la bussola e la sua classe dirigente, troppo seduta e propensa ad entrare nelle grazie del capo, ha perso smalto e contatto con le realtà locali. Una pratica che porterebbe alla scomparsa di un partito e allo smarrimento ‘elettorale’ per milioni di moderati italiani. Bisognava e bisogna cambiare. Berlusconi, anche se distolto dai tanti problemi giudiziari, questo lo sa bene: rifondare la casa dei moderati italiani attraverso un partito ‘moderno’ e rispondente alle nuove dinamiche politiche. Cancellare il Pdl e ritornare, come si lascia intendere, a Forza Italia. Una decisione ‘politica’ non più rinviabile. E la batosta alle amministrative non ha fatto altro che accelerare questo processo e portare alla luce una discussione, fino ad ora, confinata solo a palazzo Grazioli. Dopo le pressioni di Brunetta, Galan e delle ‘amazzoni’ per un ritorno ma modernizzato a Forza Italia arriva, ora, la conferma del segretario del Pdl, Angelino Alfano. “Non escludiamo affatto, anzi, il ritorno a Forza Italia. Stiamo riorganizzando il popolo della libertà – ha precisato Alfano a margine della conferenza dei prefetti – c’è una grandissima voglia di fare un rinascimento di questa grande forza politica moderata che ha raccolto milioni di voti”. Il vice premier pensa ad un rinnovamento che parti dal territorio attraverso “soggetti che vengono dalla società civile e che siano protagonisti sul campo, anche nella trincea imprenditoriale della loro vita, e che possano dare una bella mano d’aiuto a questo rinascimento azzurro”. Ma il leader non si tocca. E in questa ‘nuova’ fase non potrebbe essere diversamente: “è Silvio Berlusconi, com’è successo in questi anni”, precisa il segretario del Pdl. In attesa di comprendere il modello di partito leggero, nuovo e dinamico cui sta lavorando il Cav, arrivano spinte per un ritorno all’idea Forza Italia anche da Sandro Bondi e da Maria Stella Gelmini. Per il Coordinatore del Pdl, l’idea di Berlusconi è “l’ultima chiamata per salvare l’Italia dalla catastrofe” anche se potrà risultare “indigesta per i politici”. Per l’ex ministro dell’Istruzione a settembre il nuovo soggetto politico sarà varato a settembre. “Il progetto di Berlusconi è un’operazione di rilancio, siamo in fase di studio e saremo pronti a settembre per il lancio definitivo del nuovo modello di partito” ha spiegato la Gelmini (Pdl). “Tornare a Forza Italia? – ha aggiunto l’azzurra – Penso sarebbe una buona cosa. Non vivo questo come un ritorno al passato ma come la capacità di capitalizzare le esperienze, anche per non ripetere gli errori commessi”.

Ma non tutti concordano per un ritorno al modello Forza Italia. Gianfranco Rotondi tuona contro le indiscrezioni che sono filtrate da palazzo Grazioli ed è pronto ad atti di autotutela degli iscritti al Pdl. “La riforma del PdL raccontata ai giornali dai commensali di palazzo Grazioli è fuori della legalità costituzionale e delle norme europee vincolanti per il Ppe”, si legge in una nota dell’ex. ministro e parlamentare del PdL. “Resta il fatto che allestire l’Assemblea in funzione della soluzione che si vuole approvare è un classico espediente di quei partiti comunisti contro i cui sistemi il PdL afferma di battersi. In ogni caso, nella mia qualità di co-fondatore del partito stamane ho già compiuto gli atti preventivi a necessaria tutela degli iscritti che hanno creduto di aderire alla sezione italiana del partito Popolare Europeo”. Per Rotondi non è una questioni di nomi, “può andare bene Forza Italia”, ma, rincara la dose, “non mi risulta che in Forza Italia si comprassero coordinamenti e candidature”.

 

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