Alcolock e codice della Strada 2023

Tra le novità del disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada in Italia, una delle più importanti riguarda le nuove misure relative alla guida sotto l’effetto di alcol o droghe, con il Governo che ha sposato la linea della tolleranza zero.

A questo proposito il Governo ha proposto l’introduzione del divieto assoluto di assumere alcolici per i conducenti che sono già stati condannati per reati specifici e l’utilizzo di un sistema chiamato alcolock che impedisce l’avvio del motore se il tasso alcolemico del guidatore è superiore allo 0,8.

L’alcolock è un sistema che già esiste in diversi Paesi europei sotto il nome di Alcohol Interlock System o sotto la sigla di Ais: è un dispositivo che serve a impedire la messa in moto di una vettura, di una moto o di un ciclomotore a chi supera un certo tasso alcolico. In parole povere questo strumento misura il tasso alcolemico di chi si appresta a mettersi alla guida: se ha bevuto il suo mezzo non può mettersi in moto.

Nel testo del disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada che è in attesa dell’approvazione parlamentare, l’alcolock viene definito come “un dispositivo che impedisce l’avviamento del motore a seguito del riscontro di un tasso alcolemico da parte del guidatore superiore a zero”. Il testo specifica, inoltre, che ogni dispositivo dovrà essere “munito di un sigillo che ne impedisca l’alterazione o la manomissione dopo l’installazione”.

Si può affermare che l’alcolock è praticamente un etilometro, lo strumento che misura il tasso alcolemico tramite l’aria espirata dai polmoni, in dotazione delle forze dell’ordine: in questo caso, però, lo strumento è collegato direttamente all’accensione del proprio veicolo. Prima di salire a bordo dell’auto, il guidatore deve soffiare dentro il dispositivo: se il tasso alcolemico è inferiore a una certa soglia, potrà guidare regolarmente.

Al contrario, qualora il tasso alcolemico risultasse “fuorilegge”, l’alcolock impedirebbe al veicolo di mettersi in moto: a quel punto bisognerebbe passare il volante a un passeggero sobrio per poter procedere. L’operazione andrebbe ripetuta a ogni accensione del motore.

L’introduzione dell’alcolock in Italia è soggetta all’apposito decreto da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e fa parte delle nuove norme del Codice della Strada invocate da Salvini: in attesa del via libera, sorgono dei dubbi di natura tecnica legati a come questo dispositivo dovrà essere installato sulle auto e sui relativi costi.

Esiste già una legge secondo cui, a partire dal 6 luglio 2022, ogni autovettura di nuova omologazione deve essere dotata di un’interfaccia che consenta l’installazione dell’alcolock a bordo. Il problema sorgerebbe per le vetture più datate, con i costi per l’installazione che sarebbero destinati a salire. In ogni caso, allo stato attuale delle cose, il dispositivo dovrebbe essere installato a proprie spese sulla propria vettura, anche se ancora è tutto in divenire. Con il decreto verranno chiarite le specifiche tecniche, le modalità di installazione, i costi e le officine autorizzate.

In diversi Paesi europei l’alcolock è già stato introdotto: in Svezia, per esempio, è obbligatorio sui veicoli per il trasporto pubblico, mentre in Finlandia sui veicoli commerciali e sugli scuolabus. Il dispositivo è presente anche sui mezzi commerciali pesanti di Austria, Belgio, Danimarca, Francia.

Qualcosa di chiaro a tutti, anche a chi regolarmente trasgredisce questa norma fondamentale, ma che in tempi brevi potrebbe essere imposta con la forza. Anche le norme in merito non sono una novità, considerando come siano attive da circa 8 anni in Europa. Alcuni Paesi ne fanno già uso e l’Italia sta per unirsi alla “festa”.

In attesa che il futuro diventi presente, consentendo l’installazione di sensori di nuova generazione, il protocollo attuale prevede ancora che sia il conducente a dover soffiare volontariamente, così da sottoporsi a una misurazione del tasso alcolemico. Operazione da ripetere a ogni avviamento del motore.

Una delle regole da conoscere riguarda la produzione stessa dei veicoli. A partire dal 6 luglio 2022 ogni autovettura di nuova omologazione dev’essere dotata si un’interfaccia che possa consentire l’installazione di un alcolock a bordo. Un processo non propriamente semplice sui modelli più datati, il che ci porta a parlare di costi.

Chi paga l’installazione dell’alcolock? È chiaro come il soggetto multato per guida in stato di ebbrezza debba far fronte a una serie di conseguenze. Si va da una multa al rischio detenzione, con sospensione della patente e cancellazione di punti dalla stessa. A ciò si aggiungeranno i costi dell’alcolock, secondo il nuovo codice stradale, d’acquisto e installazione, che il governo Meloni non intende sobbarcarsi. Un sistema che dovrebbe rappresentare un ulteriore deterrente.

Tutto ciò entra in funzione dopo la condanna da parte di un tribunale per il reato di guida in stato di ebbrezza. Ciò vuol dire mettersi alla guida con un tasso alcolemico superiore a 0.8 grammi d’alcool per ogni litro di sangue.

Al momento il testo non specifica, però, se la condanna debba essere definitiva o meno. In questo caso, infatti, i tempi per l’installazione dell’alcolock potrebbero allungarsi. Zero alcool in circolo per poter avviare il proprio mezzo. Tutto ciò per la durata di due anni, in caso di condanna per guida con tasso oltre gli 0.8 g/l ed entro 1.5 g/l. Tre anni per tasso più alto di 1.5 g/l.

In questo scenario viene quindi da porsi una domanda: qual è il tasso alcolemico accettato alla guida? Sebbene sia altamente consigliabile evitare qualsiasi forma d’alcool prima di porsi al volante, è utile rispondere al quesito per chi volesse soltanto “bagnarsi le labbra” o farsi una scorpacciata di dolci ripieni di liquore. Tutti possono guidare con un tasso massimo di 0.5 g/l, eccezion fatta per i neopatentati nei primi tre anni dal conseguimento della patente, i conducenti professionali e tutti i minori di 21 anni.

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