Rosy Bindi non lascia ma…raddoppia. L’ex presidente vuole un Partito democratico “ulivista e plurale”. In una intervista rilasciata all’Unità. “Vorrei un congresso davvero competitivo. Non vorrei che qualcuno si fosse già messo d’accordo sul vincitore e anziché creare un’alternativa vera a quel progetto e a quella persona ci si accontenti delle staffette…. Pur essendo tra coloro che non voterà Matteo, non vorrei che i primi mesi di questo percorso congressuale fossero consumati dietro un dibattito arido e incomprensibile sul tema delle regole, anche perché non credo che questa Assemblea sia legittimata a cambiare lo Statuto, salvo alcuni dettagli. Ci sono tre temi fondamentali per i quali non credo si debbano fare modifiche: primarie aperte; figura del segretario che coincide con il candidato premier e congresso che tiene uniti i circoli con l’Assemblea nazionale, con una discussione della base a partire dalle mozioni. Non si può fare il congresso in due tempi“.
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