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UniCredit e il ministero dell’Economia e delle Finanze comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena. Lo riporta una nota congiunta, “nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti”. Il Tesoro, naufragata la trattativa con Unicredit, ora è costretto a guardare a piani alternativi per il Monte dei Paschi di Siena con l’obbligo di fare presto. Tra le ipotesi che circolano in ambienti finanziari quelle di un piano stand alone. In questo senso potrebbe essere considerati anche parti del negoziato appena interrotto come la sterilizzazione delle azioni legali e degli npl e la cessione di queste a soggetti come Amco che a suo tempo è entrata in data room. Nella sostanza una segmentazione del perimetro ma non uno spezzatino della banca. Il Mef deve uscire dalla banca con la chiusura del bilancio di quest’anno visti gli impegni presi con Bruxelles. L’unica alternativa è chiedere una proroga di sei mesi per la cessione della sua quota e spostare le lancette a giugno del 2022 con lo scopo di guadagnare tempo e lavorare ad una via d’uscita percorribile. Intanto si muove anche la politica con Luigi Marattin, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera, e Luciano D’Alfonso, Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato che in una nota chiedono l’audizione del ministro Franco o del Dg del Tesoro. “A seguito del comunicato del Ministero dell’Economia e Finanze in cui si annuncia lo stop alle trattative con Unicredit Spa per la cessione della quota della banca Monte dei Paschi di Siena attualmente in mano al settore pubblico, in coerenza con gli impegni assunti dal Ministro Daniele Franco, siamo a richiedere che il Ministro dell’Economia e Finanze, o il Direttore Generale del Tesoro, vengano prontamente a riferire presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato in merito alla situazione relativa a Mps e alle sue prospettive future”.
