Viceministro Leo e riforma fiscale

Maurizio Leo ha lavorato per sistemare nel puzzle della riforma fiscale un altro tassello, l’undicesimo decreto attuativo, stavolta per sbloccare la revisione del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale. Passo dopo passo,  un po’ tutto sta cambiando, dopo anni di annunci, proroghe e fegati più o meno spappolati di contribuenti e commercialisti alle prese con le ripetute operazioni di “complicazione fiscale”. Il viceministro all’Economia e alle Finanze, invece, ha due ossessioni: semplificare e spiegare:

«La Flat tax è ancora tra gli obiettivi di questa legislatura. Vogliamo arrivarci gradualmente, tenendo sempre conto che dobbiamo preservare gli equilibri di bilancio e rispettare anche la progressività delle imposte prevista in Costituzione. Troveremo il giusto meccanismo per combinare queste esigenze e lo faremo di concerto con il Parlamento, senza colpi di mano».

«Nel primo intervento fatto sull’Irpef abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle fasce di reddito medio-basse, ovvero quelle più colpite dalla crisi. Sicuramente la prossima tappa riguarderà i redditi più elevati. Non possiamo pensare che chi guadagna 50 mila euro possa subire una tassazione che, considerando anche le addizionali regionali e comunali, supera il 50%. Non sono livelli accettabili, perché rischiano di far percepire l’imposizione fiscale come ingiusta. Noi dobbiamo liberare liquidità nelle tasche dei cittadini, non reprimere l’economia».

«Il nostro obiettivo è arrivare a un modello “italiano” di eccellenza, ovvero un fisco in grado di essere snello e dinamico, che sappia valorizzare la tecnologia e il digitale, ma soprattutto che agisca ex ante anziché ex post. Arrivare alle lettere di “remind” è di già di per sé un’ammissione di “sconfitta” da parte dello Stato, perché significa che non si è messo i cittadini nelle condizioni di mantenere un percorso fiscale virtuoso».

«Abbiamo approvato dieci decreti in otto mesi, otto dei quali in maniera definitiva, mentre due, dopo il primo vaglio del governo, ora sono all’esame del Parlamento. Si tratta di provvedimenti che vanno dalla revisione delle aliquote Irpef al concordato preventivo biennale, passando per la fiscalità internazionale, il riordino della riscossione e la revisione del contenzioso tributario. Stiamo procedendo a ritmo spedito, tenendo fede alla promessa fatta agli italiani in campagna elettorale».

«Il Cdm ha approvato la revisione del Testo unico delle dogane, varato più di 50 anni fa. Nel corso dei decenni ha subito poche modifiche sostanziali, ma di fatto è rimasto invariato e disapplicato, perché in contrasto con la normativa doganale UE che ha disciplinato in dettaglio tutti gli istituti doganali. Noi lo abbiamo di fatto riscritto, prevedendo 6 titoli e 120 articolo, a fronte degli oltre 350 del testo attuale. Dunque, un grande lavoro di semplificazione in linea con la linea tenuta sin qui dal governo».

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