Former Italian Prime Minister Silvio Berlusconi leaves San Raffaele hospital in Milan, 14 September 2020. Silvio Berlusconi said suffering from COVID-19 was "the most dangerous ordeal of my life" as he was discharged from Milan's San Raffaele hospital on Monday. ANSA/Andrea Fasani

Vaccini e Berlusconi: ‘Si approvi Sputnik, funziona benissimo’

”Fare presto coi vaccini, perché il primo antidoto alla doppia emergenza economica e sanitaria è la campagna vaccinale”. Silvio Berlusconi, parlando via zoom con i sottosegretari di Forza Italia, ha posto l’accelerazione delle somministrazioni in cima alle priorità del nuovo governo, di fatto lanciando un appello per una rapida approvazione del vaccino russo Sputnik: ‘Secondo gli esperti, funziona benissimo. Ma è in attesa dell’approvazione da parte delle autorità europee’.

Berlusconi ha sottolineato che ‘l’Unione europea è partita bene, ma poi si è persa per strada. Abbiamo chiesto che vengano fatti rispettare i contratti e che si pretenda che le case farmaceutiche diano seguito agli impegni presi. In Italia servono vaccini e bisogna somministrarli nelle zone dove il virus corre di più per fermarne l’espansione. Ci sono due azioni da mettere in campo. Una è predisporsi per realizzare, acquistando i brevetti e gli strumenti, il vaccino anche in Italia. L’altra azione riguarda l’approvazione del vaccino russo, chiamato Sputnik, che, secondo gli esperti, funziona benissimo. Ma è in attesa dell’approvazione da parte delle autorità europee. Quando arriveranno, quando finalmente ci sarà anche quello di Johnson and Johnson, dovranno essere distribuiti rapidamente’.

Berlusconi, che ha sottolineato come ‘era necessario che si mettesse in campo una struttura più efficiente per la somministrazione’, ha ricordato che ‘pensavamo che il peggio fosse passato, eppure le curve di contagio sono tornate a crescere a causa delle varianti. Ora bisogna fare di tutto per evitare che si renda necessario un nuovo lockdown, che, oltre a rappresentare un grave danno per le persone, avrebbe conseguenze drammatiche sul sistema economico che è già in grave difficoltà. Anche perché quando smetteranno di prorogare il blocco dei licenziamenti avremo migliaia di nuovi disoccupati’.

Il timone del governo italiano è passato dall’ex premier Giuseppe Conte al neo-premier Mario Draghi, le cui scelte fin dall’insediamento dell’esecutivo si sono poste in un territorio neutro, tra rottura e continuità. Se da un lato la gestione della pandemia ricalca quella del precedente governo, anche grazie alla riconferma del ministro della Salute Roberto Speranza, dall’altro il premier Draghi ha operato alcune scelte in evidente dissonanza: tra queste, ad esempio, la sostituzione del capo della Protezione civile Angelo Borrelli con Fabrizio Curcio, e quella del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri con Francesco Paolo Figliuolo. Vediamo nel dettaglio come sono cambiati i ruoli chiave della squadra voluta dal premier Draghi.

Fabrizio Curcio aveva già ricoperto il ruolo di capo della Protezione civile dal 2015 al 2017. Borrelli e Curcio si sono nuovamente scambiati la staffetta con l’avvicinarsi della fine del mandato del primo. Il suo percorso si interseca con quello di Guido Bertolaso, che lo volle come responsabile della segreteria nel 2007 quando lui era capo della Protezione civile. Nel corso della sua carriera ha gestito numerose crisi, dal terremoto dell’Aquila del 2009 a quello in Emilia-Romagna nel 2012.

Domenico Arcuri ha subito, nelle ultime settimane, una vera e propria campagna d’odio per la gestione dell’emergenza e soprattutto del piano vaccinale, che in Italia procede a passi stentati. Al suo posto è subentrato per volere di Draghi un militare potentino, Francesco Paolo Figliuolo, Generale di corpo d’armata. La scelta è ricaduta sulla sua figura per le esperienze maturate in ambito militare nelle missioni in Kosovo e in Afghanistan, essenziali per la logistica e l’approvvigionamento delle dosi di vaccino necessarie a proseguire la campagna vaccinale in Italia.

Un altro radicale cambiamento che si è osservato con l’arrivo di Draghi sta nell’aspetto comunicativo. Mentre la presenza di Conte sui social e i media era roboante, con le numerose dirette che l’ex premier istituiva per presentare i Dpcm, quella di Draghi è meno evidente. Il premier ha affidato il proprio reparto di comunicazione alla portavoce Paola Ansuini, reduce da una carriera di lungo corso in Bankitalia, la cui distanza dalla strategia di Rocco Casalino è evidente.

Entra a far parte del governo Draghi anche Franco Gabrielli, ex capo della polizia, nel ruolo di sottosegretario ai Servizi segreti e alla sicurezza. Anche lui ha ricoperto in passato il ruolo di capo della Protezione civile ed è stato inoltre prefetto di Roma.

Una delle poche riconferme è Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi già durante il primo e il secondo governo Conte. Nel curriculum di Chieppa figura il ruolo di segretario generale per l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha svolto dal 2011 al 2018.

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