Uomo Calamita per grandi e piccoli antifascisti

Dopo due anni di scrittura, prove, anteprime e presentazione di studi, siamo davanti all’opera completa: ne è valsa la pena aspettare. Ha debuttato al Teatro Vascello di Roma lo scorso 12 dicembre, in prima assoluta, Uomo calamita, nuovo spettacolo del CIRCO EL GRITO, una tra le poche compagnie italiane di circo contemporaneo riconosciute dal Ministero dei beni e delle attività culturali che ha saputo dimostrare la sua eccellenza nel settore.

Con otto spettacoli all’attivo e più di mille repliche in tutta Europa la compagnia nomade e all’antica, formata dall’acrobata Fabiana Ruiz Diaz e dall’artista multidisciplinare Giacomo Costantini, spazia tra gli ambiti della danza, del teatro, della musica e della letteratura, facendo salire sulla propria roulotte anche artisti provenienti da altri ambiti.

E’ proprio questo il caso: l’Uomo calamita di cui ieri 15 dicembre è andata in scena l’ultima replica, è scritto e diretto da Giacomo Costantini il quale ha coinvolto lo scrittore bolognese Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga, membro del collettivo italiano Wu Ming, e Fabrizio “Cloyne” Baioni, compositore batterista. 

Queste collaborazioni non sono state recluse in sala prove per l’esclusiva realizzazione e stesura dell’opera. Wu MIng 2 e le sue parole, Cloyne con la sua batteria, sono dietro il sipario che ci aspettano con l’Uomo Calamita rendendo la musica, la parola e l’arte circense un unicum concettuale che possiamo sintetizzare in due parole: Libertà o morte.

La storia si sviluppa tra il 1940 ed il 1945: la guerra, i tedeschi, i fascisti, la fame, il freddo e la montagna. Tutti i componenti di un circo che ogni anno si ferma in un paese che possiamo immaginarci sugli appennini, debbono fuggire, abbandonando il loro tendone già montato. Sono ricercati, proprio come gli ebrei, come i gay, come i testimoni di Geova. Perché nomadi, giostrai, forse proprio zingari. 

Scelgono sì di nascondersi, ma anche di organizzarsi in un bislacco battaglione partigiano. Loro, uomini di fantasia, costretti alla difesa, alla violenza sono capitanati come sulla pista, dall’Uomo Calamita, un supereroe con poteri magnetici che può attirare a sè ferri da stiro e stoviglie.  Non si tirano in dietro nel combattere, molti muiono, anche il pagliaccio non ne uscirà vivo. Ma è così la storia tra acrobazie, equilibrismi mozzafiato, giochi di tagliente mentalismo, musica elettronica, percussioni e parole, tante parole ben scritte e ben raccontate

L‘Uomo Calamita è uno spettacolo per tutti, grandi e piccoli. Di certo però è uno spettacolo per antifascisti. Pare che ce ne siano ancora molti: il teatro Vascello ieri era pieno.

Barbara Lalle

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