Un ricordo della strage di Capaci rifuggendo la retorica

Rifondazione Comunista Sicilia ricorda con rispetto e rabbia le vittime di Capaci. Nel 2024, questo avviene nel momento dell’attacco più forte alla divisione e all’equilibrio dei poteri dello Stato.

Sembra ormai realizzarsi pienamente il Piano di rinascita nazionale di Gelli per mano del governo Meloni: la divisione delle carriere dei Magistrati con l’obiettivo di limitare/eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. La più rosea speranza di Licio Gelli impallidisce di fronte all’aperta tracotanza ed arroganza degli attacchi alle inchieste giudiziarie di Genova e Firenze. Siamo all’esplicita “solidarietà” verso degli indagati per reati gravi di corruzione/concussione e voto di scambio politico/mafioso (caso Liguria) o nei confronti di un personaggio che la procura di Firenze ne ricorda la “provata infedeltà del Carabiniere Mori” riferita alla inerzia sul progetto di stragi nel 1993.

Parallelamente, oggi questo governo, ed altri nel passato, ha l’obiettivo di sminuire/cancellare i reati dei colletti bianchi, cioè degli ordinari strumenti di relazione alla base del sistema  integrato di potere (mafie-politici-imprenditori-funzionari infedeli) che non tollera i sistemi di controllo e trasparenza dell’attività amministrativa e politica-economica e le inchieste giornalistiche; come non disdegna per il suo blocco sociale favorire l’evasione fiscale (fine del redditometro) e l’abusivismo edilizio (sanatoria piccoli abusi).

Un garantismo peloso per non assumersi la responsabilità politica di atti e fatti di per sé incompatibili con i ruoli istituzionali ricoperti. Ma non solo: con la stessa tecnica con cui hanno fatto diventare reato la ricerca dei poveri del mondo di migliorare/salvare la propria vita (e clandestini le persone), non diventa più reato il “lobbismo danaroso” nei confronti della politica. Bisogna rinnovare gli strumenti normativi per colpire ancora più duramente le ricchezze criminali del sistema di potere integrato in Italia ed anche in Europa perché le mafie sono internazionalizzate e l’uso della violenza è sempre meno tipico per l’accumulazione di capitale e la fitta rete di relazioni.

Occorre ancor di più rilanciare il conflitto sociale e di classe, ricercare ed individuare nei luoghi dello sfruttamento e dell’arricchimento i gangli del sistema di potere integrato che sta distruggendo il nostro territorio, fa emigrare i giovani, ipoteca il nostro futuro nel saccheggio delle risorse naturali, dei finanziamenti pubblici. Un “movimento antimafia” nuovo nell’inchiesta e denuncia dei fenomeni sociali e nella costruzione di unitá e rappresentanza dal basso.

“Isammo a capa”!!!.

Mario Pugliese, Responsabile regionale Lavoro

Nicola Candido, Segretario regionale Sicilia

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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