Testamento Berlusconi: brutte notizie per Marta Fascina, l’atto è impugnabile

Per espressa volontà del compianto Silvio Berlusconi, Marta Fascina sua ultima compagna di vita, dovrebbe ricevere in eredità 100 milioni di euro. Tuttavia, analizzando il testamento, sono risultate alcune anomalie che renderebbero l’atto impugnabile. Proprio al terzo documento che compone le ultime volontà del fondatore di Forza Italia – e che menziona i lasciati a Marta Fascina, al fratello Paolo Berlusconi, e Marcello Dell’Utri – sarebbero infatti presenti ben cinque difformità che potrebbero costare care (è il caso di dirlo) alla giovane deputata alla Camera.

Il linguaggio giuridico è estremamente preciso: un mancato segno di punteggiatura, una piccola omissione o l’uso di un termine improprio possono annullare il valore di documenti molto importanti. Proprio come potrebbe succedere al testamento di Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere aveva redatto il lascito di proprio pugno poco prima di essere ricoverato lo scorso gennaio all’ospedale San Raffaele, ed era stata la sua ultima compagna Marta Fascina a consegnarlo al notaio Arrigo Rovedo lo scorso 5 luglio.

Nel documento, registrato e pubblicato con il titolo “Testamento olografo”, il fondatore di Forza Italia aveva scritto nero su bianco, tra le altre cose, di voler lasciare alla donna che era al suo fianco prima di morire circa 100 milioni di euro. Ironia della sorte, proprio nella parte del testo autografo in cui si menziona la Fascina, sarebbero presenti ben cinque anomalie che potrebbero rendere l’atto impugnabile. Oltre alla somma destinata alla donna, nella sezione in questione si parla anche di 100 milioni da destinare a Paolo Berlusconi, e di 30 per Marcello Dell’Utri.

Il primo punto critico nel testamento riguarda l’assenza del nome del quinto figlio di Berlusconi, Luigi, sul documento. Una dimenticanza che potrebbe essere spiegata dalle precarie condizioni di salute in cui si trovava il Cavaliere al momento della stesura. Condizioni che potrebbero spiegare anche il secondo errore di Berlusconi, ovvero il fatto che abbia trascritto il nome del primo figlio come ‘Piersilvio’ e non ‘Pier Silvio’, come è invece registrato all’anagrafe.

La terza anomalia riguarda una frase presente nel testo. Silvio Berlusconi scrive infatti “ Se non dovessi tornare…”, ma il ricovero a cui faceva riferimento si è concluso con un ritorno nella sua dimora. Secondo vari pareri legali si tratta di una condizione sospensiva: “la volontà di Berlusconi è chiaramente subordinata al verificarsi dell’evento futuro e incerto (la morte in ospedale). Il rientro a casa avrebbe reso inefficaci quelle disposizioni. E dunque il legato per 230 milioni potrebbe essere messo in discussione” si legge sul Corriere.

Come annunciato, le anomalie riscontrate nel testamento sarebbero ben cinque. La terza riguarda i 100 milioni a Paolo Berlusconi, già contenuti in un atto del 5 ottobre 2020. Non è chiaro se il lascito a cui si fa invece riferimento nelle ultime volontà del Cavaliere sia da intendersi come aggiuntivo o meno. Infine, qualche ombra anche sulle consegne: dopo il ritorno di Silvio Berlusconi dal San Raffaele, il documento non è stato riposto nelle mani del notaio Roveda come gli altri, almeno non prima del 5 luglio.

Dalla famiglia Berlusconi non emergono al momento dichiarazioni in merito. E’ probabile che i figli di Silvio Berlusconi siano decisi a rispettare le volontà del defunto padre senza ricorrere ad azioni legali di nessun tipo.

L’ex premier aveva scritto il suo testamento nell’arco di 16 anni totali, con una serie di aggiunte e modifiche in corso d’opera. Nell’ultima lettera in particolare, quella consegnata alla compagna Marta Fascina prima dell’ennesimo ricovero al San Raffaele del gennaio 2022, Berlusconi aveva scritto: “Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora. Sto andando al San Raffaele. Se non dovessi tornare, vi prego di prendere atto di quanto segue. Dalle vostre eredità di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni a: Paolo Berlusconi, euro 100 milioni; Marta Fascina, euro 100 milioni; Marcello Dell’Utri, euro 30 milioni”.

In questo ultimo testo il nome di Luigi manca, ma non in quello più importante, datato 2006, dove Silvio Berlusconi aveva scritto: “Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi”. L’unica eccezione, in questo secondo documento, era legata alle azioni di Fininvest.

A provare a fare chiarezza nel merito della questione ci si è messa Fanpage, che è entrata in contatto con l’avvocato Paolo d’Agostino, esperto in successioni, che ha spiegato che in realtà la mancata citazione di Luigi dal testamento del padre rappresenta per lui un vantaggio. Ecco il commento dell’esperto:

Parlando in generale, quello che è stato fatto nel testamento si chiama legato: una disposizione particolare che va a un soggetto ben determinato. In questo caso, il legato è posto come onere su alcuni degli eredi. Tutti tranne uno. Quindi, tutti gli eredi che sono stati menzionati dovranno contribuire pro quota alla soddisfazione dei legati, per quanto riguarda tutti e tre i beneficiari, come prevede l’articolo 662 del Codice civile.

Per semplificare: tutti i figli di Berlusconi, tranne Luigi, dovranno contribuire a versare complessivamente 230 milioni a Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello dell’Utri.

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