Sul decreto sostegni il M5s prepara l’imboscata a Draghi

Terremoto sul decreto sostegni con il M5s sul piede di guerra. La Ragioneria dello Stato ha imposto lo stralcio delle norme votate dalle commissioni Bilancio e Senato che consentivano la possibilità di cedere a terzi i crediti d’imposta per incentivi 4.0 per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici. Nonché quelli edilizi del 50% delle spese per realizzare autorimesse e posti auto e per l’eliminazione delle barriere architettoniche su ascensori e montacarichi.

Lo stralcio di queste norme dal maxi-emendamento, su cui il governo ha posto la questione di fiducia al decreto Sostegni, ha mandato in fibrillazione il M5s. Da qui il possibile no al voto dell’Aula di Palazzo Madama.

“La Ragioneria ha cancellato, e lo apprendiamo ieri, una fondamentale misura di rilancio della nostra economia. In nottata, infatti, ha fatto sparire il superbonus alle nostre aziende”, un provvedimento “che per noi è fondamentale”. Così il capogruppo M5S al Senato, Ettore Licheri, parlando con i giornalisti. “E’ giusto che si sappia che inizieranno delle interlocuzioni con la Ragioneria. Inoltre, parallelamente anche un processo di seria riflessione sul voto del Movimento 5 Stelle alla fiducia in Senato”, ha aggiunto.

“Ci auguriamo una soluzione – ha proseguito Licheri – perché ci devono dare conto e spiegazione, valida e convincente, di come mai la Ragioneria ritiene di cancellare questa misura”. Senza un ripensamento il M5S non voterà la fiducia? “Questo è troppo presto per poterlo dire. Tuttavia in questo momento stiamo seriamente valutando la forza di questo maxiemendamento senza questa misura così importante per il rilancio del nostro Paese“, ha rimarcato il capogruppo 5 Stelle.

“Esprimiamo forte disappunto per l’indicazione formulata dalla Ragioneria dello Stato, con cui si chiede lo stralcio delle norme che prevedevano la cessione del credito nell’ambito del piano Transizione 4.0 e del bonus mobili”. Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Finanze e Attività Produttive.

“Un brutto segnale che rischia di mettere in difficoltà migliaia di imprese e professionisti che, senza la libera circolazione del credito d’imposta, non sarebbero più in grado di investire con serenità in direzione dell’innovazione tecnologica”, proseguono nella nota.

“In particolare l’emendamento stralciato riguardante la Transizione 4.0, frutto anche di una riformulazione del governo, prevedeva la possibilità di cedere a terzi i crediti di imposta per investimenti in beni strumentali fino al 31 dicembre 2022. Includeva tra i possibili acquirenti anche banche e altri intermediari finanziari. Medesima richiesta di stralcio anche per le norme sulla cedibilità dei crediti riferiti alla realizzazione di box e posti auto. Una indicazione che va in netta controtendenza rispetto alla cedibilità del credito di imposta. E alla possibilità di sconto in fattura attualmente in vigore per il Superbonus 110%, riconosciuto ormai a livello internazionale come un volano di crescita”.  I pentastellati, dunque, minacciano battaglia anche alla Camera.

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