Una questione discussa da vent’anni quella dell’ingente debito idrico che il Comune di Soverato aveva contratto con la Regione Calabria negli anni compresi tra il 1981 e il 2004. Un debito fuori bilancio al centro di una lunga vicenda giudiziaria che stava per arrivare a sentenza. Opzione che il sindaco Daniele Vacca ha ritenuto di dover evitare, in quanto l’ipotesi di un’eventuale soccombenza sarebbe potuta costare più del doppio alle casse del suo Comune, decretandone inevitabilmente il dissesto. 

“Abbiamo riconosciuto nell’ultimo consiglio comunale- spiega il sindaco- il debito fuori bilancio legato al pagamento dei canoni idrici per le annualità 1981- 2004. Un’assunzione di responsabilità da parte di tutto il consiglio comunale che ha votato all’unanimità la delibera. Parliamo di circa 7 milioni di capitale, in una cifra che rischiava di innalzarsi a 13 milioni qualora si fosse arrivati a sentenza nella causa pendente, in cui sarebbero stati conteggiati gli interessi. Un’opzione concreta considerando che altri comuni calabresi nella nostra stessa situazione si sono trovati a soccombere nelle cause che ricalcavano quella del nostro Comune. L’idea di dover inserire a bilancio un debito di 13 milioni di euro si sarebbe tradotta inevitabilmente in una dichiarazione di dissesto che abbiamo tentato ancora una volta di evitare. 

Abbiamo avviato così delle interlocuzioni con la Regione, trovando un accordo con cui il nostro Comune si impegna a pagare 7 milioni 300mila euro in una rateizzazione di 20 anni estinguendo il giudizio pendente. Un risultato importante per il nostro Comune che non avrebbe avuto scampo da una sentenza sfavorevole, ma una condizione che lascia l’amaro in bocca perché ancora una volta siamo costretti a pagare un debito contratto non dalla nostra amministrazione che, inevitabilmente, ci costringerà a rinunciare ad altro. Continuiamo però a guardare avanti, pensando al bene della città, seguendo una linea di risanamento dei conti che passa anche dalla ricostruzione effettiva di quella che è la condizione debitoria dell’ente”.