Sanità, Lavoro&Welfare: “Sviluppare alleanza fra pubblico e privato”

Centralità del servizio sanitario pubblico, tutela della parte più fragile del mondo lavorativo, sviluppare un’alleanza fra pubblico e privato soprattutto per quanto riguarda la sanità integrativa di carattere contrattuale. Sono questi alcuni temi al centro del convegno “Long term care. Sviluppo e sostenibilità” promosso dall’Associazione Lavoro&Walfare. Un incontro dedicato “alla fragilità delle persone più anziane che, nel momento in cui la popolazione tende per fortuna all’invecchiamento, hanno bisogno di maggiori cure. Per farlo noi crediamo nella centralità del servizio sanitario pubblico che è il pilastro essenziale ma, al tempo stesso, sappiamo che ci sono forme private di natura contrattuale o individuale che possono coprire altre esigenze non coperte dal servizio pubblico”, afferma Cesare Damiano, presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare.

“La nostra tesi è quella di sviluppare un’alleanza fra pubblico e privato – spiega – soprattutto per quanto riguarda la sanità integrativa di carattere contrattuale, i grandi fondi contrattuali delle categorie: dei metalmeccanici, dei chimici e di altre situazioni. Noi vorremmo che le adesioni si estendessero e includessero anche la parte più fragile del mondo del lavoro, ovvero chi non ha un lavoro continuativo e, nell’ambito del nucleo familiare, chi è più fragile, in particolare donne, giovani e anziani”, conclude.
Riccardo Cesari dell’Ivass sostiene come “per un nuovo welfare si potrebbe immaginare un partenariato Stato, imprese e Terzo settore dove lo Stato stabilisce le regole e le agevolazioni fiscali, i datori di lavoro e i lavoratori versano i contributi, la compagnie erogano le rendite e/o i risarcimenti in ‘forma specificà mediante imprese sociali specializzate, con presidi e vigilanza sulla qualità dei servizi”.

Domenico Proietti, segretario confederale Uil, evidenzia come l’impianto di previdenza complementare in Italia sia uno dei migliori al mondo, ma c’è la necessità di riflettere su quanto accaduto in questi anni. “La Uil ha una concezione molto chiara sull sanità pubblica, dobbiamo ribadire il valore del Ssn che deve essere pubblico, in questi anni è stato fortemente indebolito dai tagli e oggi la migliore politica economica è una buona politica sanitaria – afferma -, le risorse destinate alla sanità migliorano le prestazioni ma anche il sistema economico del Paese. Su questo c’è un ritardo della politica trasversale, tre anni fa non sono stati utilizzati i 37 miliardi del Mes sanitario, sono state sventolate bandierine ideologiche e c’è stata una miopia che oggi paghiamo molto caramente”.

Alberto Oliveti, presidente Enpam-Adepp, spiega che il nostro Paese in termini di copertura sociale “non ha numeri rilevantissimi e dobbiamo porci il problema di come far fronte alla questione. Come Fondazione Enpam ci siamo posti il problema di monitorare e collegare il patto tra generazioni subentranti; stiamo anche lanciando un progetto sulla prossimità: casa come primo luogo di cura e reti di professionisti che siano vicini. Noi ci prepariamo nel supportare questo rilancio, ovvero la possibilità per giovani professionisti di acquistare studi professionali adeguati, stiamo anche rilanciando la possibilità di dare supporto alla domiciliarità”.

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