Roberto Sergio e il caso Scurati: ‘Vogliono distruggere la Rai, è una guerra politica’

‘Da settimane la Rai è vittima di una guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla’,  dice l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, in un colloquio con La Stampa dopo lo stop al monologo di un minuto a 1800 euro sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati.

‘Per lunedì ho chiesto una relazione, saranno presi provvedimenti drastici. E’ necessario approfondire e dare risposte. Chi ha sbagliato paga. Ho appreso del caso Scurati dal post che la giornalista Serena Bortone ha pubblicato sui profili social. Si doveva agire diversamente. Possiamo anche discutere sulla richiesta di mille e 800 euro per un minuto in trasmissione, se fosse esagerata o meno o non compatibile con gli standard Rai, e quindi anche eticamente inaccettabile, ma certamente non lo avrei censurato. Io lo avrei mandato in onda e avrei chiesto a Serena Bortone, nel caso fosse stato necessario un riequilibrio ai sensi della normativa che disciplina la par condicio.Io non ho mai ricevuto interventi o telefonate dalla maggioranza di governo per condizionare scelte su programmi, conduttori o argomenti di qualunque genere.  Il premier Giorgia Meloni era intervenuta negando la censura e sollevando la questione economica basata sui ‘1.800 euro per un minuto di monologo’ prima di pubblicare lei stessa il testo sui social. In serata, Scurati ha replicato facendo la vittima: ‘Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda’, ha dichiarato lo scrittore milanese, specificando di aver accettato l’invito ‘a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall’agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto’.

In serata, è stata poi la giornalista Serena Bortone, conduttrice del programma di Rai3 in cui avrebbe dovuto essere ospite Scurati, a leggere il monologo cancellato, manifestando in diretta tv il suo dissenso per le scelte della Rai.

Il problema, alla fine,  non è il testo che Scurati  si era preparato a recitare dietro lauto compenso, ma l’ennesima invettiva pubblica contro il presidente del consiglio, il governo e tutto il mondo politico e culturale della destra, che Giorgia Meloni legittimamente rappresenta, essendo espressione di un voto libero e democratico. Il problema è il mezzo.

Il monologo è un discorso tenuto da una sola persona che non ammette risposte o critiche e non intende aprire alcun dialogo, non prevede autoanalisi o interruzioni o minimo contraddittorio.

La Rai non è, o non è più, una sezione di partito, benché certe trasmissioni a sfondo culturale continuino ad esserlo. Meno male che il “regime” in tv sarebbe quello imposto dal governo Meloni. Per aver espresso il proprio parere sull’aborto, nel corso della stessa trasmissione condotta da Serena Bortone, che aveva scatenato le accuse di censura per l’intervento di Antonio Scurati saltato per motivi economici, la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia è stata linciata dalla sinistra con metodi da “regime tv”, e non certo di destra.

La Boccia, durante la trasmissione ‘Che sarà’, ha parlato dell’aborto come di un “delitto e non un diritto”: “Sto per dire – ha detto Boccia parlando con Serena Bortone – parole forti, lungi da me giudicare storie e persone, ma si giudica il principio. Stiamo scambiando un delitto per un diritto. Qua si ha paura, anche la politica, di dire che l’aborto è un omicidio. Non l’ho detto io: quando è stato conferito il premio Nobel per la pace a Maria Teresa di Calcutta hanno tremato i potenti della terra perché quando le hanno chiesto quale fosse il più grande dramma dell’umanità con coraggio quella piccola donna disse l’aborto, non la guerra”.

La sinistra ha immediatamente processato la giornalista. “Incoronata Boccia – ha attaccato su X la senatrice del Pd Cecilia D’Elia – vicedirettrice del principale tg pubblico attacca in modo violento una legge dello Stato, e la scelta delle donne. Questa è la Rai di Meloni. Questo non è servizio pubblico”.  Per la deputata e capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, “l’episodio è vergognoso e inaccettabile” perché “offende le donne e le leggi”.

“Nuovamente la sinistra mostra tutta la sua ipocrisia: a parole si schiera a difesa della libertà di pensiero e di espressione, ma nei fatti quando questa quando non incontra i suoi favori diventa il più zelante dei censori. È quello che sta accadendo al vicedirettore Incoronata Boccia oggetto in queste ore di un vergognoso linciaggio mediatico da parte della sinistra. La ragione è quella di aver espresso una opinione personale sul tema dell’aborto, che evidentemente non incontra il favore della sinistra. L‘ennesima dimostrazione di intolleranza della sinistra, che ancora una volta conferma di avere una concezione molto particolare e personale della libertà”, dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.

Incoronata Boccia, detta Cora, assunta in Rai nel 2007, molto vicina al dg Rossi,  dopo la nomina al telegiornale ha lasciato l’incarico sindacale in Usigrai per fondare Unirai, il sindacato di destra. E’ sposata con l’ex portavoce di Solinas. Il sindacato interno della Rai, l’Usigrai, prevede che non si accettano miglioramenti professionali durante il mandato.

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