Renzi sfida la minoranza sul Congresso

Fermiamoci e ripartiamo, la scissione non ha senso’, è stato il messaggio di Matteo Renzi all’assemblea del Pd. Un Renzi che, però, parte all’attacco: ‘Scissione è una brutta parola, ma peggiore c’è solo ricatto. Non è accettabile che si blocchi un partito sulla base di un diktat di una minoranza’. Ha ribadito la volontà di andare a congresso, ma anche il sostegno al governo Gentiloni: ‘Io dico fermiamoci, fuori ci prendono per matti. Oggi discutiamo ma poi mettiamoci in cammino. La scissione  ha le sue ragioni che la ragione non conosce. La nostra responsabilità è verso il Paese e quelli che stanno fuori. Adesso basta: si discuta oggi ma ci si rimetta in cammino. Non possiamo continuare a stare fermi a discutere al nostro interno. Non  possiamo stare fermi a dire congresso sì, congresso no. Resti agli atti quel che è accaduto in questi due mesi e mezzo. Ho cercato tutti i giorni di raccogliere le proposte degli altri per restare insieme. All’ultima assemblea due amici storici mi hanno preso a male parole per dirmi ‘fai un errore’. A quel punto una parte della maggioranza e minoranza ha detto fermiamoci e mi sono fatto carico di non fare il congresso perché pensavo potessimo fare una campagna di ascolto insieme. Se non si fa il congresso diventiamo come gli altri, trovare un equilibrio non è difficile ma per fare cosa se il Pd ha già vissuto passaggi analoghi nel 98 con Prodi, nel 2009 quando si è dimesso Veltroni. Basta con la discussione e le polemiche sul governo. Faccio un applauso a Gentiloni che è qui, per quello che sta facendo con i ministri. E’ impensabile che si trasformi il congresso in un congresso sul governo. Sarebbe un errore allucinante per tutti. Sul governo non ho cambiato idea, mi fa piacere che altri lo abbiano fatto passando dall’appoggio caso per caso all’appoggio fino a fine legislatura. Rispettiamo l’azione del governo e i poteri del presidente della Repubblica’. Siamo a un passo dalla soluzione, dice Michele Emiliano all’assemblea Pd: ‘La possibilità di restare insieme è a portata di mano. A volte anche un piccolo passo personale indietro, può servire a far fare 100 passi avanti a una comunità. Io ci sto provando. Ma è nelle mani del segretario e ho fiducia in lui’. Il governatore della Puglia chiede una discussione sulla piattaforma programmatica da presentare alle prossime elezioni insieme alla campagna elettorale per le amministrative: ‘Se non abbiamo alcuna particolare urgenza, se vogliamo arrivare fino a fine legislatura, chiedo è possibile ritrovare le ragioni dell’unità attraverso un confronto sul merito?’. Pier Luigi Bersani, intervistato da ‘In mezz’ora’ a margine dell’assemblea Pd afferma: ‘Non si sta dicendo ‘abbiamo ragione per forza’, ‘vogliamo mandare a casa Renzi per forza’ ma di poter discutere una correzione di rotta. Ora si è sentito anche stamane, c’è il segretario che ha alzato un muro. Mi è sembrato evidente che nella relazione Renzi non ha accolto nulla delle cose dette ieri all’assemblea a Testaccio e credo che questo non sia messo in dubbio anche da Emiliano e Rossi. Non possiamo affrontare a cuor leggero un tema come la divisione o altre scelte. Io sono di sinistra perché non sopporto di vedere un livello di disuguaglianza aberrante. Non dico che lui non è di sinistra. E’ di sinistra delle eccellenze, di quelle robe che fanno spettacolo. Anche se ho sempre detto che da casa mia non mi butta fuori nessuno, ma se questo è il partito di uno solo, non è più casa mia’. E’ scontro all’assemblea del Pd, ma la minoranza si divide. Dopo il discorso di Matteo Renzi, giudicato dalla sinistra troppo duro, la strada sembra segnata. ‘Aspettiamo la replica, ma Renzi ha alzato un muro’,  dice Pier Luigi Bersani. La minoranza, fa sapere l’ex segretario, prenderà le sue decisioni dopo la replica del segretario. Replica che Renzi ha deciso di non fare. È stato alzato un muro,  conferma Enrico Rossi ancora più deciso,  sia nel metodo che nella forma. Per noi la strada è un’altra. Sono maturi i tempi per formare una nuova area. Ma anche dalla maggioranza si dà per scontata la scelta della sinistra di uscire. La scelta è già stata fatta,  allarga le braccia Lorenzo Guerini:  ‘Peccato’.  Dopo aver ascoltato il discorso di Renzi e degli esponenti di maggioranza, la minoranza resta sulle sue posizioni non vedendo da parte del vertice dem la volontà di unire. Per la minoranza ha parlato solo Guglielmo Epifani ma la minoranza è rimasta in sala ad ascoltare gli interventi: ‘Noi ci aspettavamo un proposta, il segretario ha tirato dritto, io credo che sia un errore perché un grande partito deve avere a cuore il superare le difficoltà ed è il segno della democraticità del processo. Se viene meno è chiaro che in molti si apre una riflessione che porterà ad una scelta. Non è un ricatto ma per stare in un partito ci vuole rispetto reciproco’.  Per ora nessuna dichiarazione ufficiale: ‘Parleremo al momento giusto’, dice Roberto Speranza. Intanto nessun candidato si è presentato per la segreteria direttamente in assemblea, facendo partire il congresso anticipato. Da molto tempo,  ha evidenziato Walter Veltroni,  non partecipo alle riunioni degli organismi del partito, le mie scelte di vita mi hanno spinto a decidere così, era e sarà giusto così ma prendo pochi minuti per dire quanto mi sembra sbagliato quanto sta accadendo, e per rivolgere un appello a tutti perché non si separi la loro strada da quella di tutti noi. Lo faccio non usando l’argomento tradizionale dell’invito all’unità ma dicendo ai compagni e agli amici che delle loro idee, del loro punto di vista il Pd ha bisogno’. Quindi, dimissioni e poi Congresso  nei tempi statutari, ovvero, entro 4 mesi dalle dimissioni del segretario. Matteo Renzi tira dritto. Non cambia rotta e replica alle richieste di una svolta politica del partito venute dalla minoranza dei democratici, che potrebbe sancire la scissione del Pd a dieci anni dalla sua nascita. Nei prossimi giorni sarà fissata la direzione che nominerà la commissione per il congresso. ‘Propongo la conferenza programmatica non per allungare il brodo ma per vedere se ci sono le condizioni per andare avanti insieme. Dobbiamo riflettere su questo tema ma, allo stesso tempo, dobbiamo essere netti su un altro: allontanare lo spettro della scissione’, ha spiegato il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Sulla stessa onda dell’intervento di Michele Emiliano.

Cocis

 

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