Ponte sullo Stretto: approvato il progetto definitivo

Il Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina, presieduto Giuseppe Recchi, ha approvato, su presentazione dell’amministratore delegato Pietro Ciucci, la Relazione del Progettista di aggiornamento al Progetto Definitivo del 2011 relativo al Ponte sullo stretto di Messina, e l’ulteriore documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’Opera, come previsto dalla Legge. «Stamattina si è tenuto il Consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina che ha approvato la relazione di aggiornamento del progetto definitivo sul Ponte sullo Stretto», ha detto il ministro Matteo Salvini.

Cosa succederebbe al Ponte di Messina in caso di eventi estremi di maltempo o in caso di terremoti? A rispondere è la società Stretto di Messina, che ha effettuato un’analisi su cosa potrebbe accadere quando il ponte che collegherà Calabria e Sicilia sarà in piedi, attivo e funzionante.

Secondo l’analisi con un sisma di magnitudo 7,1 Richter, il ponte e i collegamenti a terra non subiscono danni, mantenendo ulteriori margini di sicurezza oltre la soglia prevista. Il ponte resisterebbe anche a venti con velocità superiore a 300 km/h, anche se in oltre venti anni di monitoraggi eolici effettuati a livello locale non è mai stata raggiunta una velocità di vento superiore ai 150 km/h. E ancora, la percorribilità ferroviaria prevede l’incrocio in velocità in qualsiasi posizione di due convogli pesanti da 750 metri. L’analisi statica è stata calcolata con la presenza di quattro treni di 750 metri, due treni su ciascun binario.

Nel cantiere del Ponte sullo Stretto di Messina saranno occupati mediamente 4.300 addetti all’anno che raggiungeranno un picco di 7.000 addetti nel periodo di maggiore produzione. Per tutta la durata del cantiere (7 anni) si avrà dunque un impatto occupazionale diretto di circa 30.000 Unità Lavorative per Anno cui aggiungere l’impatto occupazionale indiretto e indotto, stimato in 90.000 Unità, per un totale di 120.000 ula generate dell’opera.

Il Ponte sarà in grado di garantire tempi medi di attraversamento di circa 15 minuti per i servizi ferroviari diretti tra Villa San Giovanni e Messina Centrale, rispetto agli attuali 120 minuti per i treni passeggeri e almeno 180 minuti per i treni merci, e di circa 10/13 minuti su gomma (tra lo svincolo di Santa Trada e lo svincolo di Giostra), rispetto agli attuali 70 minuti per le auto (terminal San Francesco) e 100 minuti per i mezzi merci (terminal Tremestieri).

Per il Ponte sullo Stretto di Messina prende avvio l’iter ministeriale che si concluderà con l’approvazione da parte del Cipess, allo stato attuale prevedibile per la metà dell’anno in corso. Conseguentemente la fase realizzativa sarà avviata nell’estate del 2024. Nel 2032 è prevista l’apertura del Ponte al traffico stradale e ferroviario. Sono le prossime tappe indicate dalla società Stretto di Messina dopo l’approvazione del cda della relazione del progettista di aggiornamento al progetto definitivo del 2011 relativo al Ponte sullo stretto di Messina, e l’ulteriore documentazione progettuale finalizzata al riavvio della realizzazione dell’opera, come previsto dalla Legge.

La documentazione approvata il 15 febbraio, come previsto dal Decreto-legge n.35, sarà ora inviata dalla Società al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che indirà la Conferenza di Servizi alla quale partecipano le amministrazioni statali e gli enti territoriali interessati dalla realizzazione dell’opera. La stessa documentazione sarà contestualmente trasmessa al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministero della Cultura e alle altre Autorità competenti per le autorizzazioni di carattere ambientale e paesaggistiche.

In linea con il dettato del Decreto-legge n. 35, il MIT quindi sottoporrà all’approvazione del CIPESS il progetto definitivo e la relazione del progettista, unitamente alle osservazioni, richieste e prescrizioni acquisite nella Conferenza di Servizi, le eventuali prescrizioni formulate all’esito del procedimento di valutazione di impatto ambientale nonché il piano economico-finanziario. La Stretto di Messina predisporrà il suddetto piano economico-finanziario dal quale risulterà l’intera copertura del fabbisogno finanziario dell’Opera attraverso i fondi già stanziati dalla legge di Bilancio 2024, unitamente alle risorse derivanti dall’aumento di capitale della Società già realizzato e dalla redditività complessiva attesa dal progetto.

Palazzo Chigi,  nel frattempo, ha  deciso di fermare la norma che escluderebbe per tre anni Stretto di Messina, la società concessionaria incaricata di realizzare l’opera, da quelle pubbliche a cui si applica la spending review. La mossa è arrivata  nelle stesse ore in cui la segretaria Pd, Elly Schlein, e i leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli annunciavano di aver depositato un esposto alla Procura di Roma sulle presunte “opacità” del metodo con cui la società presieduta da Pietro Ciucci (e il ministero delle Infrastrutture) sta gestendo la revisione del progetto del 2011.

La norma  rivelata dal ‘Fatto,’ è prevista da un emendamento al decreto Milleproroghe in discussione alla Camera. Formalmente è firmato da alcuni deputati leghisti ma è una precisa richiesta di Ciucci scritta direttamente dagli uffici di Salvini. In sostanza fa slittare al gennaio 2027 l’inserimento di Stretto di Messina nell’elenco dei soggetti pubblici stilato dall’Istat a cui si applica la spending review. Parliamo di norme che impongono riduzioni di spese anno per anno: consulenze, emolumenti, consumi, gettoni per gli organi collegiali, ma anche disposizioni per la trasparenza dei bilanci e la gestione del debito. Sdm ha spiegato che la ragione è solo tecnica, visto che la società è tornata operativa solo a giugno scorso grazie al decreto di Salvini che a marzo 2023 ha fatto rinascere il progetto del ponte dopo lo stop voluto dal governo Monti nel 2012. La portata, però, è molto più ampia, visto che la deroga è per ben tre anni e non prevede eccezioni se non “gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti in materia di finanza pubblica”: tutto il resto dei limiti, insomma, salta, compreso quello agli stipendi per i vertici, Ciucci compreso, che già prendono il massimo possibile (240 mila euro annui) grazie a un’altra deroga voluta da Salvini.

Se passasse l’ultima modifica, in teoria, gli stipendi potranno salire ancora. Vale la pena di ricordare che grazie a una serie di modifiche parlamentari, Sdm è stata di fatto resa un unicum tra le società pubbliche: niente tetto agli stipendi per dipendenti e consulenti, niente limiti di cumulo tra emolumento e pensione e la possibilità di derogare a tutte le norme per il reclutamento del personale, gli obblighi di trasparenza e gli obiettivi di performance.

Su indicazione di Palazzo Chigi l’emendamento è stato accantonato e non è stato votato. Visti i tempi, solo un intervento del governo (che può presentare modifiche in ogni momento) può salvarlo. La questione, che è ormai uno scontro tra amministrazioni, sarà affrontata nel pre-Consiglio dei ministri di giovedì. Già a marzo scorso, su input del Sottosegretario Alfredo Mantovano, braccio destro di Meloni, il decreto di Salvini era stato fermato per diverse settimane.

La mossa, come detto, è arrivata mentre Schlein, Fratoianni e Bonelli annunciavano l’esposto, depositato il primo febbraio, promettendo battaglia su “un’opera sbagliata, anacronistica e dannosa”.

Il documento segnala ai pm diversi ‘profili di opacità’, a partire dalle tempistiche bizzarre della relazione che il costruttore Eurolink, il consorzio guidato dalla Webuild di Pietro Salini, deve produrre per aggiornare il progetto definitivo del 2011.

Webuild ha detto di averla consegnata a Sdm il 30 settembre, cioè il giorno dopo aver firmato l’atto negoziale con Sdm che avrebbe dovuto normare la procedura. Una tempistica irreale che ha spinto Ciucci a chiarire che il mandato era stato dato già da giugno. Impossibile verificarlo visto che manager e ministero hanno negato gli atti a Bonelli, cioè a un deputato. I tre leader chiedono di indagare anche sugli incontri di Salvini e Ciucci con l’ex ministro Pietro Lunardi, padre dell’opera, avuti prima della scrittura del decreto e rivelati da Report e ricordano gli allarmi lanciati dall’Anac e i rialzi in Borsa di Webuild a ridosso del decreto oltre alle criticità del progetto già segnalate nel 2011 dal vecchio comitato scientifico di Sdm. “Il partito dei NO è senza vergogna: usano i tribunali per fermare l’opera. La sinistra se ne faccia una ragione: si farà”, ha replicato Salvini.

Le principali caratteristiche del Ponte sullo Stretto di Messina:

  • Campata sospesa centrale: 3.300 m
  • Lunghezza complessiva: 3.666 m (comprese le due campate laterali di 183 m ciascuna)
  • Altezza delle torri sulle due sponde: 399 m
  • Cavi di sospensione: 4 del diametro di 1,26 m (ciascuno formato da 44.323 fili di acciaio)
  • Larghezza dell’impalcato: 60,4 m (3 corsie stradali per senso di marcia, 2 corsie di servizio e 2 binari ferroviari)
  • Franco navigabile: 65 m per una larghezza di 600 m, in presenza di gravose condizioni di traffico stradale e ferroviario. Il franco si innalza a 72 m in assenza di traffico ferroviario
  • Aperto al traffico 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno
  • Vita utile: 200 anni

Alla realizzazione del ponte si aggiungeranno le opere stradali e ferroviarie di collegamento al territorio che comprendono 40 km di raccordi viari e ferroviari (circa l’80% sviluppati in galleria) che collegheranno, dal lato Calabria, l’autostrada del Mediterraneo (A2) e la stazione FS di Villa San Giovanni e, dal lato Sicilia, le autostrade Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20) nonché la nuova stazione FS di Messina.

Il costo dell’opera dovrebbe attestarsi attorno ai 13,5 miliardi di euro a cui andrà aggiunto un ulteriore miliardo per le opere accessorie.

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