Omicidio Scazzi. Pm: “Sarah è uscita prima delle 14”

È  ripresa poco fa, davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto la lunga requisitoria del pubblico ministero Mariano Buccoliero al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010. Ieri il magistrato si è soffermato quasi esclusivamente sul movente che, secondo la sua tesi, ha spinto Sabrina Misseri, con la complicità della madre Cosima Serrano, a strangolare la giovane studentessa: un misto di gelosia per il comune amico Ivano, oltre a sentimenti di “tradimento, invidia, umiliazione, orgoglio ferito, discredito pubblico”, a causa di una confidenza che Sabrina fece a Sarah circa un rapporto sessuale che l’imputata aveva avuto con lo stesso Ivano. Questo episodio sarebbe stato rivelato da Sarah al fratello Claudio e da questi riferito allo stesso Ivano il quale da quel momento aveva interrotto i contatti con Sabrina. Pochi minuti fa il pm Mariano Buccoliero ha sostenuto: “Ci sono tre testimonianze convergenti, quelle della madre, del padre e della badante, sull’orario in cui Sarah Scazzi uscì di casa per recarsi nell’abitazione di Sabrina Misseri”. Secondo l’accusa la vittima il 26 agosto del 2010 è uscita di casa alle 13,30-13,35 e non alle 14,25 dopo il messaggio di Sabrina che l’avvisava che sarebbero andate al mare, come sostiene la difesa. Se l’unico messaggio ricevuto da Sarah fosse stato quello delle 14.25 e 11 secondi, Sarah sarebbe dovuta arrivare a casa Misseri dopo l’amica Mariangela Spagnoletti che, a detta della stessa Sabrina, ha detto che arrivò alle 14.40. Dopo le 14 il cellulare di Sarah viene sollecitato da cinque chiamate, ma nessuno si è accorto di nulla in casa perchè Sarah era già uscita.

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