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In un anno in cui la Ducati non ha schierato un team ufficiale nel mondiale di Superbike e dopo il clamoroso flop di Valentino Rossi in MotoGp, la casa di Borgo Panigale si gode il successo di Checa in Superbike con il team Althea. Difficile, se non impossibile, trovare un pilota che corre da protagonista ai massimi livelli nel motomondiale o in Superbike più gentile, disponibile e sorridente a tal punto da dedicargli una statua a Sant Fruitos de Bages, suo paese natio. Prima di approdare tre anni in Superbike nelle sue 14 stagioni in motomondiale aveva collezionato appena 2 vittore. Carlos ha dovuto attendere l’avvicinarsi dei suoi 39 anni, che compirà il 15 Ottobre prossimo, per diventare campione indiscusso contro ogni pronostico, prendendo una moto che in tanti davano per finita e l’ha portata in vetta conquistando 14 vittorie, 20 podi e 6 pole position diventando così il primo campione spagnolo nel mondiale delle derivate di serie. Il trionfo di Checa va preso come una soddisfazione non solo per Ducati ma anche come suo traguardo personale soprattutto dopo le tante sofferenze vissute per l’incidente a Donington avvenuto nel 1998 dove ha rischiato la morte. A seguito di una lesione delle arterie imprevista Carlos ha avuto un grumo di sangue nella parte retrostante del cervello. Impossibilitati ad operarlo i medici hanno potuto solo avviare un trattamento a base di Eparina al quale ha risposto per fortuna alla grande recuperando perfettamente la vista e ritornando incredibilmente in sella alla sua moto dopo soli 44 giorni da quell’incidente. Quell’episodio gli ha così cambiato l’esistenza. E’ da quel momento che lo spagnolo ha capito che è giusto sorridere ed essere sempre allegri e disponibili anche con chi ti considera solo un perdente consapevole, in cuor suo che il tempo avrebbe saputo ripagarlo a dovere.
