Monache Benedettine

Le Monache Benedettine del Monastero di San Giovanni Battista in Subiaco, dopo 50 anni di attesa, hanno realizzato una nuova casa nel luogo in cui sorse la prima dimora di San Benedetto e dove esse stesse, salvo altre assenze per le note calamità, sono state presenti fino al 1944, quando l’ultimo conflitto bellico le privò del loro storico monastero. Non possiamo stabilire quando sia avvenuto il loro primo insediamento nella Valle Santa. Il primo documento scritto, almeno quello giunto fino a noi, risale alla costruzione del Monastero che fece a “Morra Ferogna”, presso il sepolcro di Santa Chelidonia, l’Abate Simone di Santa Scolastica tra il 1149 e il 1183. Nel 1245 l’Abate Enrico vi costruì la nuova Chiesa e da allora il Monastero fu intitolato a Santa Chelidonia. Lassù le Benedettine vi restarono fino al principio del secolo XV, quando le truppe di Ladislao di Napoli invasero il Lazio e ne resero la vita impossibile. Dopo il 1414 non abbiamo più notizie. Passa quasi un secolo e le Benedettine ritornano a Subiaco per opera dell’Arcivescovo di Salerno Marcantonio Colonna e dell’Abate di Subiaco Cirillo che offre la Chiesa di San Giovanni Battista in Subiaco e il terreno per costruirvi un nuovo Monastero. Quattro Monache, provenienti dal Monastero di Santa Maria Maddalena di Perugia, ne prendono possesso il 21 settembre 1578. Il piccolo Monastero è poi cresciuto anche nelle strutture e molti ricordano quali proporzioni avesse raggiunto, finché l’uragano dell’ultima guerra lo distrusse. Le stesse Monache hanno realizzato in Roma il complesso monastico di Monte Mario senza tuttavia smettere di desiderare il ritorno tra le montagne benedette. Il grande sogno si è poi realizzato e nella nuova dimora si è ricostituita una Comunità nel luglio 1997. Il Complesso monastico San Giovanni Battista di Subiaco insiste all’interno di un area aperta sulla valle del fiume Aniene ed è racchiuso da un bosco verdeggiante. L’insieme architettonico è articolato per parti funzionalmente autonome, Chiesa e locali annessi, stanze per i residenti, cucina ed altri servizi comunitari, refettori, sala del Capitolo e foresteria. Agli alloggi delle Monache ed a quelli della foresteria si accede da ballatoi coperti posti ad ogni piano lungo le facciate. Le celle individuali sono concepite come mini alloggi e tutto è idoneo allo svolgimento delle attività proprie delle Benedettine improntate ad “ora et labora”.

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