Meloni in Senato per il question time. Duello verbale con Renzi

Prima l’inconveniente tecnico, poi un duro botta e risposta nelle repliche per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni,  in Senato per il question time.

Alla prima interrogazione, il microfono della premier inizia a lampeggiare. Meloni crede che sia già finito il tempo a disposizione, poi capisce che è un problema di trasmissione e sorride: “Mi è preso un colpo”, scherza. “Vogliamo cambiare il microfono? Ne prendiamo un altro”, cerca di rimediare il presidente del Senato Ignazio La Russa. Meloni ritenta ma il microfono “va a singhiozzo”, spiega. Poi si sposta di un posto, prende quello in uso allo scranno alla sua destra, dove siede il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, e riprende a rispondere.

“Sentendola, l’impressione è che viviamo in un Paese in straordinaria crescita. Ma provo a mettermi nei panni del cittadino che la sente da casa e il punto è che questo disegno paradisiaco espresso da lei non corrisponde alla realtà del Paese”. Dopo il discorso di Meloni, è così che Matteo Renzi si rivolge alla premier nell’Aula di Palazzo Madama. “Oggi – continua il leader di Italia Viva – non c’è nessun argomento su cui sta dimostrando coerenza. Il punto politico è che la sua coerenza si è fermata al momento in cui era all’opposizione”, ha detto ancora chiedendo alla premier: “Sa indicare tre punti su cui da qui al 2024 è in grado di cambiare la logica economica di questo Paese, atteso che ha detto va tutto bene e il ceto medio paga molto caramente il prezzo, sarà un caso?”.

E ancora: “Se vuole raccontarci che lei ha la squadra migliore del mondo e che tutto va bene, vada avanti così e avrà un risveglio terribile. Se lo faccia dire da uno che se ne intende… Quando si sta seduti lì – continua Renzi -, ci si abitua ad avere intorno un coro di adulatori ma se viene in Parlamento e uno le chiede un’indicazione per darle una mano, come ho sempre fatto e centinaia di sms sono lì a dimostrarlo” si risponde da premier e non come “uno che sta all’opposizione. Lei prova a fare un racconto di se stessa come fosse Cenerentola, ma lei non è Cenerentola, né la Bella Addormentata, né Biancaneve, è la presidente del Consiglio e lei si trova a guidare un Paese con il fatto che non sta governando la situazione economica delle famiglie”.

”Ringrazio Renzi per l’assist che non mi aspettavo… Parlo volentieri di come abbiamo cambiato la situazione di questa Nazione. E’ sotto l’occhio di tutti…”, risponde Meloni che, al leader Iv che accusava il governo di aver tradito la promessa di ridurre il costo dei carburanti, replica: ”Io non ricordo di aver detto di voler uscire dall’euro…Ricordo di aver detto di volere stare in Europa a testa alta ed è esattamente quello che facciamo. Poi non abbiamo la bacchetta magica per fare i miracoli… Il costo della benzina, ad esempio, come lei sa, non dipende da me ma da quei Paesi che detengono il petrolio. Se ci vuole dare una mano con il suo amico bin Salman, forse ci aiuta ad abbassare il prezzo della benzina… Visto che ha buoni rapporti con lui, faccia da ponte per aiutare gli italiani”, la replica della premier.

Sempre nel question time con il  confronto a domanda e risposta tra il capo del governo e parlamentari  il capo dell’esecutivo che ha replicato all’ampio spettro di interrogazioni a risposta immediata illustrate dai gruppi di maggioranza e opposizione: dalle pensioni alla politica estera, passando per la gestione dei migranti e la tutela del territorio minacciato da alluvioni e terremoti.

Si parte dalla risposta sull’organizzazione del recentesciopero generale organizzato da Cgil e Ui. “Sull’attenzione messa per i rinnovi contrattuali, devo dire che questo ha portato un cambio di atteggiamento da parte di alcune organizzazioni sindacali – sostiene la Meloni -. Prima avevano una mobilitazione contenuta: ho registrato dal 2012 al 2022 circa 6 scioperi generali. Ora se ne fanno due ogni anno, ma anche questa è una buona notizia”, è la punzecchiatura del capo del governo contro Landini e gli altri sindacalisti che si sono mobilitati contro il governo.

La premier, come tutta la squadra dei ministri presente al completo a Palazzo Madama, indossa sulla giacca il nastrino bianco con una macchia rossa, simbolo della lotta alla violenza delle donne. Nel ringraziare tutte le forze politiche per l’impegno bipartisan con il quale si è arrivati all’approvazione della norma di contrasto alla violenza sulle donne, Meloni dichiara che i numeri sull’occupazione femminile “è il risultato che mi rende più fiera in questo primo anno di governo”. Questi dati sono anche frutto di misure per “incentivare l’occupazione favorendo la conciliazione dei tempi di vita e lavoro”, per “non costringere le donne a dover scegliere: quello non vuol dire avere libertà, si ha libertà se si possono fare tutte le scelte”, pur ribadendo che queste misure verranno potenziate.

Per quanto riguarda l’alluvione in Emilia Romagna, “il governo ha assunto all’indomani misure eccezionali e immediate”, stanziando fondi che si aggiungono a “un ulteriore miliardo e 800 milioni” nell’ambito della revisione del Pnrr per un intervento per Emilia, Toscana e Marche, per un totale di 6,5 miliardi di euro: “Non c’è alcuna promessa mancata o distrazione”. La piattaforma dell’Emilia Romagna per la destinazione dei fondi “è operativa solo dal 15 novembre scorso, 2 mesi dopo l’ordinanza del commissario”. Si arriva inoltre a trattare il tema dei contenuti della telefonata con i due comici russi. “Anche stavolta, a prova di telecamera” si dimostra che “non c’è una Meloni privata e una pubblica, ma c’è una Meloni che dice sempre le cose con chiarezza e lealtà e che consente all’Italia di essere ascoltata”. La verità è che l’Italia è “al fianco dell’Ucraina, cerchiamo una pace giusta in linea con il diritto internazionale e siamo pronti a fare le nostre proposte che confronteremo anche con il Parlamento, quando dovessero esserci i margini per quella pace giusta”.

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