Meloni e Scillaci silurano il direttore dell’Aifa

La riforma dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) inizia a concretizzarsi. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha deciso di applicare lo spoil system nei confronti del direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, che nei prossimi giorni lascerà il suo incarico.

Secondo le regole dello spoil system, ovvero la pratica per cui i dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo, Magrini poteva essere sostituito dal ministro Schillaci entro 90 giorni dell’insediamento dell’esecutivo, avvenuto il 23 ottobre 2022.

Tre mesi, dunque, che tra pochi giorni si esauriranno. Stando a quanto appreso dalle agenzie di stampa, Magrini avrebbe ricevuto una lettera dal ministro della Salute in cui viene ufficialmente informato della conclusione del suo incarico, prevista per il 23 gennaio.

L’attuale direttore generale proseguirà comunque fino alla scadenza con la gestione ordinaria dell’Aifa. Dopo sarà probabilmente nominato un nuovo Dg che traghetterà l’Agenzia fino a quando il percorso di riforma non sarà operativo e non sarà quindi più necessaria una figura sostitutiva.

Affinché la nuova governance di Aifa possa essere avviata è necessario un decreto attuativo che disciplinerà modalità di nomina e funzioni del presidente, del direttore tecnico scientifico e di quello amministrativo, nonché dei componenti della nuova commissione unica composta da dieci membri e chiamata Commissione scientifica ed economica (Cse), che sostituirà la Commissione tecnico-scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborso (Cpr).

Magrini aveva poche possibilità di ritagliarsi un posticino nella nuova Aifa visto che era onsiderato un uomo di sinistra e incaricato dall’ex ministro Roberto Speranza.

Il direttore dell’Aifa lunedì ha comunicato con  Repubblica. Titolo: “Sui vaccini il governo tace, ma la corsa è già ripartita”. Essendo una carica istituzionale, peraltro di nomina governativa, l’uscita in gamba tesa di Magrini era apparsa ai più fuori luogo. E anche se è impossibile sapere se avesse già ricevuto la lettera firmata dal ministro Orazio Schillaci che lo informa della conclusione del suo incarico, di certo il cambio della guardia era nell’aria.

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