L’ex governatore della Banca centrale europea, che ieri ha accettato con riserva l’incarico conferitogli dal presidente Sergio Mattarella per formare il nuovo governo, punta a godere di una larga base di sostegno in Parlamento per rispondere alle sfide che il Paese non può fallire. Si è detto infatti fiducioso che dal confronto con i partiti e con le forze sociali ‘emerga unità e risposta responsabile’.

Indipendentemente dall’esito dei colloqui, da cui ovviamente dipenderà la scelta di sciogliere la riserva, si possono spulciare i suoi interventi per cercare di capire quelle che potrebbero essere le scelte di merito. Nel tempo abbiamo appreso i pilastri di Draghi,  su tutti il debito buono. L’espressione, usata nel suo discorso inaugurale del Meeting di Rimini dell’agosto 2020, si riferisce agli investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture e nella ricerca. Una totale differenza da quello ‘cattivo’ che invece viene usato per finalità improduttive. C’è dunque da aspettarsi che – a differenza del Conte bis – l’utilizzo dei bonus e gli scostamenti di bilancio finiscano nella lente di ingrandimento e della parsimonia di un eventuale esecutivo guidato da Draghi.

“Le risorse non vanno sprecate per aziende che sono destinate al fallimento o che non ne hanno bisogno”, scriveva nel Rapporto del Gruppo dei Trenta. L’ex governatore della Bce guarderà con estrema attenzione le politiche attive del lavoro senza tralasciare gli aspetti dell’urgente modernizzazione della pubblica amministrazione.

‘Non ho niente da festeggiare. Sono solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese’,  così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi in un’intervista al quotidiano la Repubblica.

‘Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni’,  dice a proposito del Recovery plan: ‘Quello che è importante è evitare di spendere i soldi in micro-mance come quelle di molte misure della Legge di Bilancio e avere una visione strategica chiara. A chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte. Poi il governo Draghi lo fa nascere il Parlamento su indicazione di Mattarella, non il sottoscritto. Io faccio il tifo e voto la fiducia. Siamo gli unici che si sono dimessi per un ideale. Quando noi abbiamo tolto dal tavolo tutti gli elementi divisivi, sia sui nomi che sui contenuti, e loro hanno rilanciato su giustizia e Mes. Lì ho capito che era finita. Forse pensavano che potessero tacitarmi con qualche poltroncina di consolazione. Dopo tanti anni non hanno ancora capito che posso commettere tanti errori, ma se sono convinto di una battaglia vado fino in fondo. Ho detto: guardate che se andate al muro contro muro vi fate male voi. Penso solo che come dicevano i latini ‘ex malo bonum. La linea politica del Pd in questa crisi per me è inspiegabile. Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione ‘O Conte o voto’.  Sinceramente oggi la priorità sono i vaccini, il Recovery Plan, il lavoro. Non Goffredo Bettini. Forse non crescerà il livello dei miei sondaggi ma sicuramente con Draghi crescerà il numero degli occupati’.

Alla domanda se nell’esecutivo debbano esserci solo ministri tecnici o anche politici risponde: ‘Non ho la minima idea. Non tocca a me deciderlo. Deciderà Draghi. Io voterò la fiducia sia con ministri solo tecnici che con ministri politici’. E all’ipotesi di un ministero replica: ‘Non sono della partita, sono troppo divisivo’

.Sulla durata della legislatura e l’elezione del presidente della Repubblica dice: ‘La legislatura durerà fino al 2023. Quanto al capo dello Stato deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione’.