A poche ore dal no del Senato  alla mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia contro il ministro della Salute del governo Draghi,  Roberto Speranza, si punta sull’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla pandemia coronavirus.    Sarebbe l’ottava commissione di inchiesta dall’inizio della legislatura.

Nella maggioranza il pressing arriva da Lega, Forza Italia, Udc, Cambiamo da una parte, e da Iv dall’altra. Dall’opposizione c’è Fratelli d’Italia.

Il centrodestra ‘di governo’ ha depositato al Senato la proposta per istituire la commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia. Il testo è firmato da Massimiliano Romeo della Lega, Anna Maria Bernini di Forza Italia, Antonio De Poli dell’Udc e Paolo Romani di Cambiamo!. Nella proposta  che la Lega intende depositare si sottolinea come ‘la Commissione è istituita sulla presunta mancanza nel nostro Paese di un piano pandemico aggiornato’. È prevista la conclusione dei lavori ‘entro diciotto mesi dalla sua costituzione, presentando alle Camere una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta’. La Commissione è composta ‘da venti senatori e da venti deputati nominati, rispettivamente, dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento’. L’ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, ‘è eletto a scrutinio segreto dalla Commissione tra i suoi componenti’. Nell’elezione del presidente, se nessuno riporta la maggioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Infine ‘le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite annuo massimo di 50.000 euro e sono poste per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati e per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica’.

Nel documento si sottolinea il ritardo con cui sarebbe intervenuto il governo italiano. Viene infatti ricordato come l’Oms avesse emanato il primo bollettino ufficiale in cui segnalava l’esistenza nella zona di Wuhan di 44 pazienti con polmonite da eziologia sconosciuta il 5 gennaio mentre il governo italiano sia intervenuto solo il 31 gennaio a dichiarare lo stato di emergenza. Questo ritardo ha determinato la nascita del ‘caso Italia?’. Questa la domanda che dovrà porsi la commissione se verrà istituita.

Il ddl depositato da Italia Viva in Senato è di sette articoli. Nel testo del ddl a prima firma Faraone, sottoscritto da tutti i senatori di Iv si legge che ‘la Commissione nello svolgimento delle sue funzioni, si avvarrà dei poteri tipici dell’autorità giudiziaria, avrà il delicato compito di approfondire tutte le questioni più determinanti e controverse relative alla gestione complessiva dell’emergenza pandemica e delle relative misure adottate per far fronte alla crisi sanitaria’. Si tratta per Iv di una commissione che ‘si rende necessaria alla luce delle numerose vicende controverse che hanno determinato l’avvicendarsi di episodi dai contorni ancora non del tutto chiari, circa le dinamiche che hanno portato alle decisioni più stringenti e alla gestione, non sempre trasparente, con la quale sono state adottate le misure per far fronte alla diffusione dei contagi, nonché in considerazione della tenuta del Paese e del suo tessuto economico e sociale, anche in virtù dell’alto numero dei casi registrati, giunti ad un totale prossimo ai 4 milioni, e, soprattutto, del numero di soggetti deceduti, ad oggi pari a oltre 117mila persone’.

La Commissione proposta da Italia Viva sarebbe composta ‘da trenta senatori e da trenta deputati’ che avranno il compito di “svolgere indagini e valutare l’efficacia, la tempestività e i risultati delle misure adottate da enti e da organismi nazionali, regionali e locali; indagare sulle cause e sulle responsabilità delle scelte strategiche per contrastare l’epidemia di COVID-19, sull’eventuale presenza di fenomeni speculativi, illeciti e corruttivi, sull’allocazione e sulla gestione delle risorse da parte del Governo, delle regioni, delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie locali e sulle modalità di affidamento degli appalti pubblici e di selezione del personale medico; valutare l’efficacia e i risultati delle attività dell’Istituto superiore di sanità (Iss), del Comitato tecnico-scientifico (Cts) e degli altri organi, commissioni o comitati di supporto ai decisori politici a ogni livello, valutare l’efficacia delle indicazioni fornite al nostro Paese da organizzazioni e da organismi internazionali e, in particolare, dall’Organizzazione mondiale della sanità e il relativo impatto sul Servizio sanitario nazionale; verificare eventuali inadempienze o ritardi nonché comportamenti illeciti o illegittimi da parte delle pubbliche amministrazioni, centrale e periferiche, e dei soggetti pubblici o privati operanti nei settori scientifico, sanitario, produttivo e commerciale ovvero aventi funzioni di controllo, accertando in particolare il livello di attenzione e la capacità di intervento nelle attività di prevenzione, di cura e di assistenza; verificare i contratti di appalto e di concessione e le operazioni di acquisto per la realizzazione di strutture sanitarie; svolgere opportune indagini relative alla negoziazione delle dosi di vaccino spettanti al nostro Paese, nonché all’efficacia del piano vaccinale predisposto, anche con riguardo alla mancata e tempestiva vaccinazione delle categorie di cittadini più fragili’.