Lilli Gruber, tra Giorgia Meloni e il patriarcato

Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin si parla della situazione in Italia e della condizione delle donne anche nel nostro Paese. Anche a questo è stata dedicata la puntata di “Quarta Repubblica” in onda il 20 novembre su Rete4. Ospite in collegamento è stato il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che ha evidenziato un dato che farà certamente discutere.

“Il femminicidio è una cosa orribile ma in Italia sono in calo e in cima alla classifica drammatica ci sono Paesi del nord Europa che hanno modelli opposti al patriarcato – ha detto Alessandro Sallusti – Se tutti siamo colpevoli nessuno è colpevole”.

“Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo”, è la replica della premier Giorgia Meloni a Lilli Gruber sulla scia del dibattito sui femminicidio, dopo il caso di Giulia Cecchettin, ha fatto discutere. “Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli  Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di ’cultura patriarcale’ della mia famiglia. Davvero senza parole”,  scrive Meloni sulla sua pagina Facebook, postando una foto della sua famiglia al femminile.

Francesco Specchia di Libero nel respingere l’equazione destra uguale patriarcato ricorda a tutti che abbiamo per la prima volta una donna presidente del Consiglio. “Che però ci tiene a essere chiamata il presidente del Consiglio, un mistero della fede per me – afferma la Gruber – sarà anche questo una cultura di destra patriarcale…”.

Dopo il commento di Meloni, Gruber ha replicato: “Ringrazio Giorgia Meloni per l’attacco che considero una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo con la stampa, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte”, è la replica piccata. “Ritengo comunque che sia sempre pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione”.

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