Suoni ancestrali del liuto rinascimentale e dell’arciliuto si miscelano a sintetizzatori e chitarre elettriche nel nuovo lavoro di Davide Mocini: “Passages”.
Musicista eclettico (come liustista porta avanti un progetto solista e collabora con una miriade di orchestre e formazioni ed è session man sugli album di Esmeralda Sciascia, Filippo Gambetta, Luca Falomi e Tom Stearn), Davide Mocini torna con un nuovo lavoro dopo l’uscita dell’album “Tè della sera”, dove vestiva i panni del cantante e chitarrista.
«“Passages” si presenta come una serie di composizioni dedicate ai passaggi da una situazione ad un’altra. Suggestioni immaginate e composte per descrivere il modo in cui percepiamo le emozioni, lasciando che si trasformino attraverso di noi e risuonando in noi, come se fossimo noi il loro strumento musicale. “Passages” è stato composto nel 2020, in un periodo di isolamento forzato, in un particolare momento storico che tutti abbiamo vissuto. Tutti gli aspetti poco confortevoli di questa situazione ci hanno portato a un momento di introspezione e analisi. Da questa pausa, da questo silenzio obbligatorio, è nato il mio bisogno di descrivere musicalmente la situazione che stavo vivendo».

“Tears and Lights” è il primo estratto dall’album, un brano dove la malinconia del liuto danza coi suoni eterei del synth e si scontra, con prepotenza, contro l’aggressività delle chitarre elettriche, sporche, distorte, noise.
«“Tears and lights” è nata con l’idea di descrivere la storia di un amore finito, quando le illusioni cessano e le luci di una sala da cinema si accendono, dopo la fine del film».
Mixato e masterizzato da Claudio Scozzafava, il lavoro è in uscita per Aventino Music, dopo l’incontro fra il musicista e il chief dell’etichetta al Midem Festival di Cannes.

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DAVIDE MOCINI

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