La Ue apre all’ingresso di Ucraina, Georgia, Moldova e Bosnia

L’Ue apre i negoziati con l’Ucraina per l’adesione di Kiev: svolta a sorpresa, definita “storica” dai protagonisti, sull’allargamento al Consiglio Europeo. I leader Ue, informa il presidente Charles Michel via social, hanno “deciso di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldova. Il Consiglio ha concesso lo status di candidato alla Georgia. L’Ue aprirà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta che sarà raggiunto il necessario grado di rispetto dei criteri e invita la Commissione a riferire entro marzo, con la prospettiva di prendere tale decisione”, cioè di aprire i negoziati anche con Sarajevo.

“I leader hanno deciso di avviare negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia e di concedere lo status di candidato alla Georgia. Una decisione strategica e un giorno che rimarrà scolpito nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner“, commenta, in un post su X, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: ‘Accordo! Il Consiglio europeo ha realizzato le nostre priorità. Sostenere l’Ucraina. Combattere la migrazione illegale. Sostenere la competitività europea. Una buona giornata per l’Europa’.

Da Palazzo Chigi filtra “grande soddisfazione” per l’intesa trovata fa dal Consiglio europeo straordinario. “Il governo italiano – sottolineano fonti della Presidenza del Consiglio – ha avuto “un ruolo di primo piano”. E Giorgia Meloni “è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti”.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dal canto suo, esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldova, Georgia e Bosnia Erzegovina. “Si tratta di un risultato di rilevante valore per l’Unione Europea e per l’Italia“, spiega la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, esprimendo “grande soddisfazione” per i “concreti passi avanti” fatti. E’ stato “un negoziato complesso in cui la nostra Nazione ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia Paesi del Trio orientale sia la Bosnia Erzegovina e i Paesi dei Balcani occidentali”.

“Vittoria dell’Ucraina. La vittoria di tutta l’Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza”, scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, commentando il via libera del Consiglio europeo. Dura, invece, la reazione dell’Ungheria. L’ok al negoziato per l’adesione dell’Ucraina alla Ue “è una pessima decisione” e “l’Ungheria non vuole partecipare a questa cattiva decisione”, scrive sui social il primo ministro ungherese Viktor Orban, che al Consiglio europeo di Bruxelles non ha preso parte al voto sull’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia. “Ma Viktor Orban non ha usato il suo diritto di veto: è un momento importante”, chiarisce il primo ministro belga Alexander De Croo, a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles, che sedeva a fianco del collega ungherese.

“Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. In questo modo si garantisce un finanziamento costante, a lungo termine e prevedibile per l’Ucraina”. Così il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

È stata soprattutto la premier a farsi carico di portare a termine l’opera diplomatica iniziata mesi fa. Tanti i colloqui e gli incontri che hanno coinvolto anche i ministri e gli sherpa.  La quadra era stata già trovata nei colloqui delle ore precedenti: quelli di stanotte, quando Orban ha avuto un faccia a faccia presso l’Hotel Amigo sia con Meloni che con il presidente francese Emmanuel Macron, e quelli di stamattina all’Europa Building, dove si è tenuta una riunione ristretta dei tre leader con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, con Michel e con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Alla fine Meloni può cantare vittoria: “Non era facile trovare una soluzione, noi siamo sempre stati convinti che una soluzione a 26 sarebbe stata un precedente pericoloso. Abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27 e l’abbiamo portata a casa”. E sulla mediazione con Orban osserva: “Con il primo ministro ungherese abbiamo lavorato cercando di arrivare a un punto che ci consentisse di non dividere l’Europa in un momento come questo, perché abbiamo altri problemi. In Europa bisogna saper dialogare con tutti”.

Smentito nei fatti il niet di Orban al pacchetto da 50 miliardi di euro per Kiev che avrebbe potuto far fallire il Consiglio straordinario. In una recente intervista a Le Point Orban aveva sostenuto di avere fatto la propria parte. “Non siamo d’accordo con la revisione al bilancio. Non siamo d’accordo sul fatto che dovremmo dare 50 miliardi di euro all’Ucraina”, aveva detto lasciando però qualche spiraglio. “L’Ungheria è pronta a partecipare alla soluzione dei 27, se garantisce che ogni anno decideremo se continuare o meno a fornire questi soldi. La decisione deve avere la stessa base giuridica di oggi: deve essere unanime”. E così è stato. Il compromesso è stato proposto nella riunione prima del Consiglio europeo questa mattina. In sala Michel ha letto il testo chiedendo se ci fossero obiezioni, che nessuno ha sollevato. Nessun veto da parte dell’Ungheria.

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