Incognita sulla presenza di CasaPound, che potrebbe cercare visibilità, sfruttando un’apparente apertura poi ritrattata del ‘portavoce’ romano Stephen Ogongo. Un lungo happening dalle ore 15 dai contorni da definire, come la linea del movimento al di là di antirazzismo, antifascismo e antipopulismo e sovranismo.

“Era martedì 26 novembre. Verso mezzanotte mi misi al computer, lanciai quest’idea e andai a dormire senza aspettarmi nulla. Il mattino dopo, però, c’erano 10 mila persone che chiedevano di partecipare. Di lì è cominciato un lavoro enorme, per cui ho trascurato molto anche la mia famiglia, mia moglie Marie-Jeanne, le mie figlie Florence e Ashley. Che oggi saranno in piazza con me” e che “ormai parlano il dialetto, amano la pasta al pesto, eppure dovranno aspettare di compiere 18 anni per diventare cittadine italiane. Una legge assurda. Perciò mi batto per lo ius soli. Io sono un giornalista keniano, ho 45 anni, da 25 vivo in Italia e sto ancora aspettando la cittadinanza”. A parlare è l’organizzatore delle Sardine di Roma, Stephen Ogongo, in un’intervista al ‘Corriere della sera’.

Alla domanda se tema che si presentino in piazza anche esponenti di CasaPound, Ogongo replica: “Non credo che verranno. Non credo che un fascista vada a una manifestazione antirazzista e antifascista dove si canta Bella ciao, dove ci saranno Carla Nespolo e Pietro Bartolo. Purtroppo si è equivocato sulle mie parole. Quando dissi che in piazza è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound, era una sfida a riconoscere i nostri valori. Solo chi vi aderisce è benvenuto. La piazza delle Sardine resta libera e antifascista.