Dopo le polemiche degli ultimi giorni, la Rai ha deciso di approvare la proposta avanzata da Amadeus con la giornalista palestinese che calcherà il palco dell’Ariston. La decisione è stata presa dopo diversi cambi di idea tanto che Italia Viva attaccava: “Dieci donne ma non Rula Jebreal – sottolinea Davide Faraone – la televisione pubblica si piega al diktat Salvini. Credo sia vergognoso, porteremo il caso in vigilanza Rai“. E il M5s aggiungeva: “Siamo in un paradosso. Non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival ma si opera una scelta di esclusione politica preventiva, detta anche censura“.
Le polemiche nel mondo della politica hanno spinto la RAI a fare un passo indietro.
La giornalista palestinese con doppio passaporto israeliano e italiano salirà quindi sul palco dell’Ariston, la decisione è arrivata dopo un vertice a tre tra l’ad Salini, la direttrice di Rai1 De Santis e il direttore artistico della kermesse Amadeus.
Social scatenati sulla possibile presenza di Rula Jebreal a Sanremo 2020. Secondo quanto ipotizzato da Dagospia, la giornalista palestinese salirà sul palco in una delle serate della kermesse musicale per affiancare Amadeus. L’incontro tra i due sarebbe avvenuto nei giorni scorsi a Milano con la cronista che avrebbe dato la propria disponibilità. Una scelta che ha immediatamente provocato polemiche visto che la stessa Jebreal ha definito gli italiani “razzisti” e l’Italia “un Paese razzista” in un articolo sul The Guardian.
Il primo ad attaccare la giornalista palestinese è stato il collega ed ex esponente di Forza Italia, Daniele Capezzone. Una prezzemolina cosmopolitica del pensiero unico”, aveva scritto ‘Il Giornale’, duro il commento di Daniele Capezzone, ex radicale e ora giornalista de ‘La Verità’: “Mi par di capire che con i soldi del canone Rai Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo. Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020 ci avete già rotto i c*****”.
“Siamo in un paradosso: non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival di Sanremo, ma si opera una scelta di ‘esclusione politica preventiva‘. Detta anche censura”, aveva scritto su twitter il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli del Movimento 5 stelle.
Primo Di Nicola, componente della commisione di Vigilanza Rai, aveva usato un tono differente: “Con il governo e il Parlamento alle prese con problemi epocali, crisi aziendali ed emergenza lavoro, con una guerra alle porte, vedere politici e ministri intromettersi negli affari interni della Rai è veramente sgradevole. Per favore, pensate a lavorare. E lasciate al servizio pubblico la possibilità di fare finalmente in libertà il proprio mestiere. Per una valutazione obiettiva ci sarà sempre tempo. In tempi e luoghi deputati”, aveva scritto su Facebook il senatore pentastellato.
Le critiche dal Centrodestra sono arrivate in particolare da Fratelli d’Italia con il consigliere Rai, Giampaolo Rossi, che ha specificato: “Mi risulta che ci siano stati contatti tra la direzione artistica e la signora Rula Jebreal. Ne sono stupito visto le sue posizioni ideologiche radicali. Ignoravo che Rula Jebreal fosse esperta di musica italiana. Credo che il Festival di Sanremo debba essere un momento di unione del nostro Paese e non lasciare spazio, quindi, a sentimenti divisivi e a persone che alimentano“. “La presenza della giornalista – aggiunge Federico Mollicone – collide fortemente con la natura popolare e trasversale del Festival di Sanremo“
A questa critica fa seguito quella di Marco Gervasoni, docente dell’Università del Molise che in passato ha offeso la senatrice Liliana Segre: “Aspettatevi un Sanremo pro clandestini, pro islam, pro lgbt, pro utero in affitto, pro sardine, pro investitori d’auto (purché con suv)“.
Rula Jebreal è esperta di questioni internazionali ma dovrebbe dedicare un momento di riflessione dal palco dell’Ariston alla violenza sulle donne. Tema che la tocca particolarmente da vicino, visto che la madre della giornalista è morta suicida quando lei aveva 5 anni, in seguito alle violenze e agli abusi subiti.
Possiamo ora dare uno spaccato sull’attività giornalistica della Jebreal, pubblicato sul ‘The Guardian’: ‘L’Italia viene spinta tra le braccia dei fascisti” di Rula Jebreal. …Berlusconi, un magnate televisivo che ha definito l’Islam “una religione inferiore”, usa le sue reti per promuovere la paura e l’odio per gli stranieri. Il suo canale 4 presenta un settimanale spettacolo chiamato The Fifth Column che riporta i crimini commessi da immigrati… L’agenda politica della coalizione sostenuta da Berlusconi è virulentemente anti-immigrata…Gli attacchi agli immigrati evidenziano l’ascesa di gruppi fascisti in Italia…
Ancora oggi – scriveva Jebrael l’8 febbraio 2018 – nonostante abbia vissuto in Italia a fasi alterne per 24 anni, quando vado in in televisione per discutere di problemi legati all’immigrazione e diritti delle minoranze, ricevo più minacce di morte e di stupro di quante ne riceva quando sono ospite della CNN per denunciare il razzismo di Trump”.
L’articolo di Rula Jebreal prosegue nel tracciare una situazione politica, italiana e su scala globale, che lei non fatica a definire fascista: “Il fascismo è vivo anche in Italia e sta crescendo con forza”.
Jebrael, che è diventata un volto televisivo di spicco in Italia nella stagione del tardo berlusconismo, soprattutto grazie alla presenza massiccia nei talk show politici di Michele Santoro, va alle radici del problema, che a suo parere portano il nome dell’ex premier…
Il canale Rete4, con il talk show ‘Quinta Colonna’, si concentra molto sui crimini commessi da immigrati in Italia. Quando ho parlato a Piazza Pulita, su La7, dicendomi a favore di una legge sullo Ius Soli, come accade nelle democrazie occidentali, il quotidiano riferito a Berlusconi ‘Il Giornale’ ha pubblicato una mia foto in prima pagina definendomi “talebana”. La cosa sarebbe ridicola se non fosse così pericolosa. L’Italia ha mandato le sue truppe in Afghanistan e definire talebano qualcuno, significa bollarlo come un nemico al quale rapportarsi violentemente…
Il problema reale è che Rula Jebreal è politicamente schierata, il che fa profondamente dubitare che la sua presenza a Sanremo possa essere asettica e indolore. E se è vero, come è vero, che la sua presenza ha smosso e agitato le acque politiche, e lo si vede dai commenti, la sua presenza al festival di Sanremo è ‘fortemente politica’. Di più non c’è n’è. Se era stata respinta dalle acque sovraniste, ‘bufala’, è stata riproposta dalle acque, apparentemente, chete… Di certo c’è solo che la Jebreal è stata violentemente offensiva, in un articolo sul Guardian, nei confronti degli italiani definendoli ‘razzisti’ e definendo l’Italia ‘un Paese razzista’…
Poi la polemica sul compenso destinato alla giornalista: “Al di là della scelta del tema, sul quale non abbiamo nulla da obiettare, resta da capire se corrisponda al vero il fatto che lo spazio destinato a Rula Jebreal sarà retribuito con una cifra tra i 25.000 e i 30.000 euro come riportano alcuni quotidiani”.
“È importante fare chiarezza, poiché tale compenso da destinarsi ad una giornalista, invitata a parlare sul palco del teatro dell’Ariston, è completamente sproporzionato“, ha detto Giorgio Mulè, esponente di Forza Italia: “Qualora fosse vero ci si aspetterebbe che una simile somma costituisca un aiuto concreto ai numerosi enti ed associazioni che tutti i giorni sono impegnati nella difesa delle donne”.
“Così facendo, si svilisce il senso di una nobile iniziativa che rischia di essere mortificata”, ha concluso. “Anche per questo, sosteremmo con forza la necessità di approvare la risoluzione presentata da Forza Italia in commissione di Vigilanza Rai al fine di rendere l’azienda di Viale Mazzini una vera casa di vetro e di rendere noti i compensi dei conduttori televisivi”.
VIRGILIO NOTIZIE | 08-01-2020 14:56
Era il caso di invitarla a Sanremo?
Cocis