INTERVISTA AD ELISABETTA VALLECOCCIA, AUTRICE DEL LIBRO “CATTIVE RAGAZZE”

Elisabetta Vallecoccia nel suo libro “Cattive ragazze” (dei Merangoli Editrice – pag 128 – €13 – 2021) ci racconta storie di bambine, ragazze, donne di ogni età, accomunate da un vissuto, agito e pensato, controcorrente.
Nove racconti ed una poesia compongono questo piccolo gioiello. Ne parliamo con l’autrice.

D – Il suo ultimo libro dal titolo “Cattive ragazze” si apre con una citazione di Emily Dickinson: “Nella Storia le streghe le hanno impiccate, ma io e la Storia troviamo ogni giorno gli incantesimi di cui abbiamo bisogno”. Quali sono gli incantesimi di cui hai bisogno? Puoi darcene la ricetta?

R- I miei incantesimi sono tanti e variano col tempo e le stagioni: sono cose piccole  come ad esempio svegliarmi dieci  minuti prima degli altri al mattino quando fuori è ancora tutto buio e ancora la città dorme oppure cedere ogni tanto alla tentazione ( come suggeriva Oscar Wilde) di un gelato gigante o di una cioccolata bollente oppure  trascorrere  un’ora in libreria rovistando fra gli scaffali alla ricerca di un libro che mi faccia innamorare,  comprare dal fioraio sotto casa una piantina  e metterla in un punto dove posso vederla tutti i giorni crescere e fiorire o  telefonare  a un amica  e confidarmi e lamentarmi con lei e consolarla e sentirla lamentare per riscoprirci sempre unite e complici anche se non ci vediamo da anni ,e,nei pomeriggi d’inverno,  cucinare una torta di mele perché è facile e la so fare anche io e riempie la casa di profumo di buono e di “casa” oppure finalmente comprare quel vestito elegante ,che vedo in vetrina tutti i giorni, coi saldi scontatissimi ,perché prima o poi ci sarà pure un matrimonio dove mi inviteranno o una festa dove poter andare e lui sarà pronto nell’armadio chiuso nel cellophane e io tutta trionfante lo scarterò tagliando finalmente il cartellino… Ecco: questi  sono alcuni  dei miei piccoli incantesimi

D: E funzionano ?

  1. Debbo confessare una cosa: io ho avuto la fortuna (oggi posso chiamarla così) di essere stata per anni, molto  malata e quando finalmente sono guarita, ho potuto vedere ogni cosa con occhi diversi e nuovi. Ho capito che quello che accade porta con sè sempre dei piccoli miracoli e che bisogna cercarli e conservarli come pietre preziose per quei momenti brutti brutti (che purtroppo però arrivano sempre) in cui non ci sarà tempo e modo per essere felici e bisognerà solo pensare a trovare la forza di mettere un piede dopo l’altro e affrontare con coraggio la giornata. Non esiste una ricetta uguale per tutti, così come per il sugo di pomodoro non esiste una ricetta uguale: ogni casa ha il “suo sugo “ per condire la pastasciutta e lo stesso vale per gli incantesimi. Ognuno può trovare i propri purché ci regalino minuscoli pezzettini di felicità. Se funzionano? Direi di sì : in fondo la vita non è che un insieme di cose piccole: qualcuno ha detto “la vita è una minestra di spinaci con ogni tanto una fetta di torta”.Ecco, io ho imparato ad apprezzare gli spinaci perché so che prima o poi la mia fetta di torta arriverà e io me la mangerò  fino all’ultima briciola e senza nemmeno un grammo di senso di colpa

D – Le bambine, le ragazze e le donne protagoniste dei tuoi racconti sono così controcorrente da essere definite “cattive”, quando in senso assoluto non lo sono affatto. Sono vittime che reagiscono nella loro unica e personale maniera. Tu sei stata mai definita cattiva? Nel tuo usare questo termine, c’è un volersi riappropriare di parole che feriscono per caricarle di nuovi significati ?

R – Che bella domanda! Sì, io ero una    bambina “disubbidiente” con una spiccata antipatia nei confronti dell’autorità precostituita e quindi “cattiva“ lo sono stata definita spesso in passato ed è vero che le parole ci feriscono e ci determinano marchiandoci spesso in modo indelebile tanto che a volte si rischia di voler diventare quello per cui veniamo scambiati ed etichettati anche se quei termini non ci corrispondono :  un po’ come accade a Massimo Troisi nel film “Ricomincio  da tre “che alla  terza volta in cui gli viene  chiesto “Sei un emigrante?“ rinuncia a spiegare i motivi per cui lascia Napoli per per rispondere  con un sospiro “sì…emigrante”

D – Hai scelto una forma letteraria, quella del racconto, preferendola a quella del romanzo. Volevi focalizzarti su ogni storia e su ogni linea narrativa o ci sono altri motivi che ti hanno spinto?

R – Io adoro i racconti: sono una divoratrice di racconti e non ritengo  che  sia più facile scrivere un racconto rispetto a un romanzo , non la reputo  una forma di letteratura “ minore” ma solo “ differente”: il racconto per me è un microcosmo, un ingranaggio perfetto dove in pochissimo spazio e con pochissimo tempo a disposizione bisogna “far accadere” una storia cercando di delineare i personaggi e le motivazioni che li spingono a fare certe cose e nel mio libro, ho scelto questa forma perché volevo adattare  il linguaggio narrativo alle diverse caratteristiche dei personaggi ,di età e di estrazione sociale e culturale differente: lo stile con cui è scritto “la piccola”  per esempio descrive il modo di vedere il mondo attraverso gli occhi di una bambina in età prescolare  ed è totalmente difforme dal linguaggio con cui si esprimono le ragazze o le donne protagoniste degli altri racconti

D – “Cattive ragazze” è il tuo secondo libro, dopo la raccolta di poesie “Cattiva”. Sei anche un’artista visiva. Cosa hai messo nei tuoi libri della tua arte visuale? E viceversa?

R – Fare arte  per me vuol dire cercare di esprimere le diverse realtà che percepiamo  attraverso  i miei sensi e per farlo cerco di utilizzare tutti i mezzi che ho a disposizione : uso il linguaggio, la sonorità e la bellezza evocativa dei suoni e delle parole, l’impatto forte e concreto dei materiali e della loro texture corposa e non uso solo i pigmenti colorati ma “faccio arte con qualsiasi cosa”! Nella mia raccolta di poesie “Cattiva” a fronte di ogni testo c’è una mia opera che  la “spiega” come una sorta di didascalia visiva mentre nel libro di racconti (con la sola eccezione della copertina) ho voluto lasciare  alle parole il compito di “dipingere” le protagoniste e le storie e spero di esservi riuscita!

D – Cosa auguri alle cattive ragazze di tutto il mondo e di ogni età?

R – Sicuramente di trovare tutto ciò  che è descritto nella poesia di Frida Kahlo “Ti meriti un amore che ti voglia spettinata…”: qualcuno che ti ascolti/ che ti appoggi /che ti rispetti/ che ti aiuti a tenere a bada i tuoi demoni/ che non si annoi mai di leggere le tue espressioni / che rispetti il tuo essere libera e che spazzi via le bugie/ e che ti porti l’illusione / il caffè/ e la poesia “Ma soprattutto cercare di procurarsi  da sole quello che si desidera ,di volerci bene al punto tale da non permettere a nessuno di ferirci mai più e di darci da noi stesse tutto l’affetto e la meraviglia di cui abbiamo bisogno perché non dobbiamo commettere l’errore di demandare ad altri questo compito :  nell’altro va cercato  un compagno di viaggio e non un’ancora di salvezza

D – Chi sono ora per te quelle brave? E cosa auguri a loro?

R – Le brave ragazze vanno in paradiso e le cattive dappertutto : così recita una frase su internet e io credo che tranne nei casi eclatanti in cui la cattiveria si identifichi con la  crudeltà (di cui purtroppo si sente spesso parlare  nei casi di cronaca) ognuna di noi possa essere brava e cattiva allo stesso tempo e tutto dipende da quello che ci capita e da ciò che la vita ha in serbo per noi e il mio augurio non può essere altro che quello espresso nel mio libro : trovare la propria strada e la propria voce cercando di diventare  quello che noi vogliamo essere e non qualcosa di indotto.

D – Quali progetti bollono in pentola sia come scrittrice che come artista? Puoi dare ai nostri lettori qualche anticipazione?

R – “Uova che bollono in pentola/ battono come nacchere” così recitava una poesia di Erica Jong , quella scrittrice che  anni fa scandalizzo’ i benpensanti del suo tempo con il libro “ Paura di volare “e le mie” uova “( che stanno cuocendo nel pentolino per farle schiudere prima )hanno già iniziato a sobbollire e quando si schiuderanno avranno piume soffici di pulcino e ali spiegate d’aquila reale …ti piace come risposta?

Barbara Lalle

Circa Redazione

Riprova

Taxi, parla l’autista più vecchio di Roma: ‘Quella corsa con Draghi al Quirinale’

“Mi chiamo Giuseppe Finamore, ho 88 anni e sono il tassista più vecchio della Capitale“. Roma, …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com