Inps: pensione di reversibilità, tagli pesanti per i beneficiari

All’Inps un tema molto caldo è quello della pensione di reversibilità,  il beneficio erogato in seguito al decesso di un lavoratore pensionato. Per questo assegno sono in arrivo numerosi tagli.

La pensione di reversibilità è rivolta inizialmente al coniuge, ai figli e ai nipoti, in mancanza di questi verrà erogata ai genitori, fratelli e sorelle. La pensione di reversibilità è calcolata in percentuale sulla base della pensione percepita dal defunto. L’importo di questo assegno è calcolato in percentuali sulla base della pensione percepita dal defunto.  L’INPS in queste ore ha comunicato alcuni tagli.

Le percentuali delle Pensione di Reversibilità variano in base al grado di parentela e alla presenza di eventuali familiari a carico. Per capire meglio come funziona questo meccanismo, basti pensare che il coniuge superstite senza figli a carico riceve il 60% della pensione del defunto, mentre il coniuge con due figli a carico ottiene il 100%. Allo stesso tempo vanno considerati anche i limiti di reddito per evitare tagli alla pensione di reversibilità.

La legge ha previsto delle riduzioni in presenza di un reddito superiore a determinati limiti:

25% di riduzione: se il reddito supera 3 volte il trattamento minimo;

40% di riduzione: se il reddito supera 4 volte il trattamento minimo;

50% di riduzione: se il reddito supera 5 volte il trattamento minimo.

Nel 2024, il trattamento minimo è di 23.345,79 euro. Pertanto per mantenere la pensione di reversibilità in misura piena, il reddito personale annuo non dovrà superare questo importo. Quindi nel caso di una donna vedova con diritto al 60% della pensione del marito defunto (1.000 euro al mese), se il suo reddito annuo è inferiore a 23.345,79 euro, riceverà 600 euro al mese. Tuttavia se il reddito supera questa soglia, si applicherà una riduzione.

Per un reddito di 30mila euro annui ci sarà una riduzione del 25%, pensione di 450 euro al mese. Mentre per uno di 35mila euro ci sarà una riduzione del 40% con pensione di 360 euro al mese. Infine con un reddito di 40mila euro annui ci sarà una riduzione del 50% con pensione di 300 euro al mese. La riduzione dell’importo della pensione di reversibilità è illegittima se il beneficiario è un figlio minorenne, uno studente o un inabile.

La Corte Costituzionale ha stabilito che le decurtazioni devono rispettare un limite massimo, evitando tagli superiori al totale dei redditi del beneficiario. La sentenza della Corte Costituzionale, n. 162/2022, dichiara l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che non prevedono un tetto alle decurtazioni. L’INPS dovrà adeguarsi nel 2024, con operazioni di conguaglio e rimborsi per chi ha subito tagli ingiustificati negli ultimi 5 anni.

La richiesta della pensione di reversibilità va presentata all’INPS tramite il sito web dell’ente o attraverso il contact center. I documenti necessari includono: certificato di morte, certificato di matrimonio, stato di famiglia, dichiarazioni sulla separazione o il divorzio (se applicabile), e altri documenti specifici a seconda delle circostanze.

Questo supporto finanziario è importante per i familiari superstiti, ma è essenziale comprendere i limiti di reddito per evitare tagli significativi. Con la recente sentenza della Corte Costituzionale, i beneficiari possono aspettarsi una revisione delle riduzioni illegittime nel corso del 2024. Per garantire una richiesta corretta è quindi importante seguire tutte le istruzioni fornite dall’Inps ed assicurarsi di portare con sé tutti i documenti necessari.

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