Il premier dei miracoli deve restare a tutti i costi

Un trauma per l’Italia, che non ha caso il saggio uomo che siede sul Colle più alto ha voluto evitare, respingendo le dimissioni dell’ex governatore della Bce. Mentre l’Europa finge di non mettere il becco nella crisi di governo italiana e ‘aspetta’, il New York Times parla di “inaspettata crisi di governo. Teatrini e macchinazioni dietro le quinte che hanno lasciato l’Italia in uno stato di animazione sospesa. E creato una potenziale calamità per l’Europa. Che cerca un fronte unito contro l’aggressione della Russia in Ucraina. E affronta un’ondata di infezioni da Covid e crisi energetica”. Giudizi pesantissimi sull’attualità politica tricolore e prospettive nere come il carbone nel caso Draghi andasse avanti per la sua strada”. La sua uscita aprirebbe la porta – si legge – “a forze che sono più bendisposte nei confronti di Putin”.

I 5Stelle devono tornare ‘castigati’ all’ovile

Nonostante le sue dimissioni resta possibile che Draghi possa tornare. A condizione che, l’uomo che ha scatenato la rivolta, l’ex premier Giuseppe Conte di M5S, “tornerà, castigato, all’ovile del governo“. Siluri contro il capo dei 5Stelle. Inaffidabile e contraddittorio (“ha l’abitudine di lanciare ultimatum al governo”).   Mentre Luigi Di Maio, un tempo agitatore, ora “segue le orme di Draghi e parla dell’importanza della Nato, vedendo chiaramente il suo futuro nell’establishment”. Draghi è visto come l’unico salvatore della patria italica, il demiurgo, l’uomo della provvidenza. Dopo di lui il diluvio.

Instabilità per l’Italia e per l’Europa

Il quotidiano statunitense non contempla possibile l’ipotesi più naturale, quella di andare al voto anticipato. E lasciare la parola agli elettori dopo anni di governi semi-tecnici o di unità nazionale.  “Se Mattarella o i partiti politici che vorrebbero che il governo continuasse non riuscissero a convincere Draghi a restare, questo significherebbe instabilità. Non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa”. Mister Mario ha dimostrato di saper fare miracoli. Ha immediatamente “rafforzato la postura internazionale dell’Italia e la fiducia degli investitori”. E, soprattutto, ha reso il populismo fuori moda.

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