Il 19 maggio, ore 18:00, presso la Biblio-Mediatica Ethos e Nomos, si presenterà ‘Katabasis’, di Giovanni Maria Arone

Il 19 maggio, ore 18:00, in via Bernini, 50, presso la Biblio-Mediatica Ethos e Nomos, si terrà la presentazione di  ‘Katabasis. Promemoria di una scissione e di una ricomposizione orfico-pitagorica’, di Giovanni Maria Arone,  opera prima del giovane scrittore e scultore  crotonese, influenzato dall’orfismo e dal pitagorismo, che applica i criteri della scuola filosofica di Pitagora alle sue opere. Dopo varie esperienze artistiche in Italia e all’estero, dove ha vissuto per alcuni anni, torna a Crotone per aprire un laboratorio di scultura. Attualmente vive ed opera tra Crotone e Roma, dove svolge la professione forense. Arona porta  avanti i suoi studi sull’orfismo, sul pitagorismo e sul platonismo svolgendo mostre e convegni in tutta l’Italia, con l’intento di risaltare l’importanza che la scuola pitagorica ha avuto nella storia, sia dal punto di visto filosofico- spirituale, sia dal punto di vista scientifico.

La serata si svolgerà con i saluti dell’editore Kairos, Giovanni Musella. Con l’autore ne parlano Clementina GILY REDA (Università Federico II di Napoli), Salvatore FORTE (Scrittore e studioso di Simbologia ed Esoterismo). Modera Laura BUFANO. Letture,  Giancarlo LOBASSO (Attore Nouveau Theatre de Poche Napoli)

Katabasis è un termine greco che in linguaggio orfico significa letteralmente “discesa agli inferi”. È il percorso che Orfeo intraprende alla ricerca della sua sposa Euridice, un tema ricorrente in molti altri miti e opere in cui, analogamente, si narra dell’inquietante viaggio verso l’oscurità; dai Dioscuri a Eracle, da Ulisse a Pitagora, da Virgilio, a Dante, per citarne i più noti, ma già conosciuto anche da altre culture arcaiche. Dietro l’archetipo del mito, in verità, si nasconde un vero e proprio viaggio alchemico all’interno della propria anima, propedeutico al raggiungimento dell’anabasis, ovvero all’ascensione spirituale.

Si raffigura  una strada che,  passando attraverso il dolore, la solitudine e le vicende che la vita ci pone innanzi,  costringendoci a fare delle scelte, leggi libero arbitrio,  che delineano la nostra strada, iniziatica ed evolutiva,  alla ricerca di un equilibrio spirituale.  E’ una visione Pitagorica della vita, alla ricerca di un perfetto equilibrio tra l’uomo e tutto quello che lo circonda.

E’ utile ricordare una scultura di Arone: ‘Testa di filosofo pitagorico’,  che trae origine e spunto dai versi aurei di Pitagora.

I ‘Versi Aurei’ costituiscono l’essenza dell’insegnamento Pitagorico; essi non sono direttamente riferibili al filosofo, ma costituiscono una ‘summa’ dei dogmi della ‘scuola italica’, messa per iscritto dai Pitagorici che seguirono la via del Maestro dopo la morte di quest’ultimo, per istruire coloro che sarebbero venuti dopo di loro. Questi principi erano l’unico strumento che consentiva agli adepti di seguire la via divina e di elevare lo spirito, essenza suprema di ciascun individuo, fino al raggiungimento dell’estinzione delle sofferenze terrene” per mezzo dell’unione tra lo spirito ‘individuale’ dell’iniziato e Dio, concepito come unica fonte creatrice del tutto.

I versi aurei insegnano un utilissimo esercizio che ci insegna che la sera, a letto, prima di dormire, è utile ripercorrere tutte le azioni svolte durante la giornata in modo tale da correggerci in corsa per le nostre  azioni che non sono state giuste e amorevoli. L’obiettivo da raggiungere è quello dominare le proprie passioni: ‘Dalla dolcezza del sonno sorgendo, fissa con cura tutto ciò che nella giornata farai, e (a sera) i tuoi occhi, ancorché stanchi, non accolgano il sonno senza esserti prima chiesto che facesti: Dove sono stato? Che cosa ho fatto? Che cosa ho omesso di quel che avrei dovuto fare? Cominciando dalla prima azione fino all’ultima, e di nuovo tornandovi. Se hai compiuto cose spregevoli, punisciti; se hai rettamente agito, rallegrati. Queste cose sforzati di fare, a queste cose applicati, con fervore. Ed esse ti metteranno sulla via della virtù divina.

L’obiettivo da raggiungere è quello dominare le proprie passioni. Si è parlato di alchimia che,  nella ‘Grande Opera’,  prevede  il dominio e il controllo dei peccati capitali.

Nella testa della scultura è inciso il simbolo del Mercurio Solare che mi porta alla mente la terapeutica pitagorica magica di Giuliano Maria Kremmerz. Il Mercurio Solare altro non è che l’Arcangelo Raffaele, preposto alle guarigioni e alle questioni che riguardano la salute.

   

Roberto Cristiano

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