I cinque punti di Zingaretti per un nuovo Pd

‘Proporremo al governo un vero e proprio piano strategico per l’Italia: 5 obiettivi politici con misure concrete da adottare’, dice  Nicola Zingaretti al seminario Pd in vista della verifica. In sintesi i pilastri, illustrati dal leader dem, sono: rivoluzione verde per tornare a crescere, Italia semplice per sburocratizzare a favore di imprese e cittadini, Equity Act per parità salariale uomo-donna ed equilibrio nord-sud, aumento della spesa per l’educazione, piano per la salute e l’assistenza.

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Il Pd è l’unico grande pilastro e baluardo dal Nord al Sud per ricostruire un progetto credibile di sviluppo del nostro Paese, per sottrarre alle destre l’arroganza che mette nello scontro politico.  E’ il tempo di una nuova fase – ha detto il segretario dem – che dovrà vedere protagonista la squadra che si mette al servizio di questo progetto. Un partito aperto nella società, che deve mutare per diventare forza motrice che interpreta il cambiamento. Siamo qui per indicare al Paese una prospettiva nuova, per dare una visione all’Italia, un’alternativa percepibile. Questo governo ha salvato l’Italia da una catastrofe e ha iniziato un cambio di indirizzo non banale su temi fondamentali. Ora ci vuole un salto in avanti credibile e percepibile per il Paese. Noi non siamo un circolo bocciofilo, un circolo culturale, noi abbiamo il dovere etico e morale di dare una risposta a questa condizione umana di chi soffre le diseguaglianze economiche e sociali. Non voglio rinnegare nulla dell’azione condotta in passato, ma se le condizioni sono queste va aperta una nuova era di politiche di sostegno, perché l’aumento delle diseguaglianze mette in pericolo la democrazia. Nessuno pensa a un ritorno al passato, non facciamo caricature tra di noi, ma non dobbiamo neppure rimanere fermi in un eterno presente.

‘Io non voglio nè annettere nè includere nessuno: i partiti hanno il dovere etico e morale di dare risposte ai movimenti, ma non di metterci il cappello e tirarli per la giacchetta’,  ha detto, a proposito del movimento dell Sardine, Nicola Zingaretti.

‘Vorrei che la smettessimo con questa idiozia sulla mancata discontinuità. E’ un’offesa. La discontinuità c’è su tutto: sull’Europa, sull’immigrazione, sulla flat tax. Dobbiamo rivendicare la discontinuità. Quanto ai singoli provvedimenti, sui decreti sicurezza partiremo dalle osservazioni di Mattarella e poi il Parlamento potrà intervenire’,  ha detto Dario Franceschini, aprendo la due giorni di ritiro dei ministri, parlamentari, europarlamentari e segretari regionali Pd con il segretario Nicola Zingaretti, nell’abbazia del San Pastore.

Secondo Franceschini, con questo governo siamo usciti fuori dalla linearità di un percorso che dovrebbe portare a una alleanza, a una coalizione che si forma prima delle elezioni, con un livello di omogeneità costruito nel corso del tempo. Dal 2011 invece quasi tutti i governi sono nati fuori da questa linearità. Vorrei che questa iniziativa segni un nuovo inizio, ha proseguito il capo delegazione Pd.

Vorrei, intanto, che si togliesse ogni dubbio sul fatto che in agosto abbiamo fatto la cosa giusta. Oggi, senza quella scelta, avremmo Salvini a Palazzo Chigi, con una situazione economica alla catastrofe.

Dobbiamo cominciare a capire che quando sei in una squadra dovresti valorizzare le cose positive che si fanno, invece con la manovra di bilancio abbiamo discusso di provvedimenti come quelle delle auto aziendali. La natura ‘precaria’ di un governo non crea un ritorno positivo delle cose che si fanno. In un governo di coalizione che abbia un senso e una prospettiva ogni risultato è di tutti. Se devo piantare sempre la bandierina si crea una condizione di debolezza che non paga nemmeno. Quindi, togliamo questa ansia di competizione e convinciamoci che è la prospettiva che rende di tutti i risultati positivi”.

Va avviata una fase due, che sia politica e programmata. L’una cosa non deve escludere l’altra. La coalizione tra avversari politici non può funzionare.

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