‘Ho un gemello in Serbia’ e il ladro può evitare il carcere

‘Non sono un ladro, forse è stato il mio gemello’. E’ questa, più o meno, la linea difensiva di un 42enne serbo, arrestato in Germania per una serie di furti commessi nella zona di Duesseldorf e condannato già a 13 mesi con la condizionale. Il suo Dna è stato individuato sulla scena di un crimine e la prova è stata utilizzata nel processo. L’uomo, secondo gli inquirenti, ha ‘ripulito’ diverse abitazioni e in almeno due occasioni si è dileguato con un bottino di circa 4000 euro. Durante il dibattimento, non sono state ritenute credibili le parole dell’imputato, che ha cercato di alleggerire la propria posizione facendo riferimento al gemello, identico a lui, che vivrebbe in Serbia. Tre settimane più tardi, però, il colpo di scena perchè il consolato generale serbo ha confermato l’esistenza di un gemello del soggetto condannato. Il caso, a questo punto, potrebbe essere riaperto e toccherà alle autorità giudiziarie del Land del Nord Reno-Westfalia esaminare il fascicolo. Come evidenzia la stampa tedesca, in Germania una sola struttura è in grado di effettuare le necessarie analisi del Dna per fornire agli inquirenti elementi chiari. Gli esami costano circa 60.000 euro e toccherà alla corte decidere se vanno eseguiti. Il 42enne serbo, in realtà, in ogni caso difficilmente potrà lasciare il carcere perchè  deve rispondere anche di accuse di frode e, in questo caso, nel processo non hanno nessun peso le prove del Dna.

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