Giustizia e la svolta di Di Maio

Dopo la sentenza di assoluzione dell’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, Il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio chiede scusa, in un’intervista rilasciata al Foglio, pubblicamente per l’aggressione politica e mediatica di cui Uggetti fu vittima da parte del M5S e Lega. Un pentimento sincero da parte di Di Maio? O un’opportunità per riaffermare  la sua leadership che, Conte o non Conte, di fatto non è mai venuta meno? Molti commendatori e politici si sono arrovellati la mente in scontri dialettici effimeri e demagogici circa la sincerità delle parole del Ministro pentastellato, ma noi riteniamo che non vada trascurato il segnale lanciato, anzi magistratura e politica non possono non cogliere l’occasione offerta. Cade un tabù, si archivia una stagione forcaiola e giustizialista, si mandano nelle retrovie quelli che prima sembravano i paladini della giustizia e della legalità, come Pier Camillo Davigo, tuttora ancora considerato un campione, che ritiene che tutti siano colpevoli, meno uno chiaramente, ma che non ha brillato in quanto a  trasparenza durante l’ennesimo scandalo che sta travolgendo la magistratura e il CSM, tra Loggia Ungheria , Amara e Palamara. Tutti ormai si rendono conto che la magistratura non gode più della fiducia degli italiani che fanno fatica a capire quali verità si nascondono dietro a tutte queste tristi vicende delle nomine dei giudici e dei pubblici Ministeri. Ma è abbastanza perché i cittadini non si sentano garantiti. E questa situazione fa male a tutti e soprattutto a tanti giudici e magistrati onesti che lavorano in silenzio, facendo il proprio dovere, spesso rischiando la vita come già è successo nel passato. L’attività di supplenza della magistratura che spesso, per inerzia della politica, si è dovuto sostituire ad essa, ha creato un  danno enorme al Paese, che continua ancora oggi a combattere contro una corruzione dilagante. Gli imprenditori scappano e il capitale straniero evita di investire in Italia: corruzione dilagante e timore di una magistratura onnipresente ed ostaggio, quindi eterodiretta, di lobby politiche ed affaristiche. Sono queste situazioni gravi ed esplosive, proprio nei giorni in cui il Paese tenta, con i fondi del Recovery fund, di rinascere dopo il flagello pandemico. Nello specchio di questo dramma si riflette la situazione delle città, che a pochi mesi dalle elezioni amministrative stentano a trovare candidati di livello disposti ad accettare la sfida: il motivo è anche la paura di essere inquisiti e perseguiti quando si prende una decisione. Per non parlare della vita delle persone, che viene distrutta dalla lentezza della giustizia, matrigna cattiva e ingiusta, che persegue gli innocenti e favorisce chi è colpevole. E allora perché non cogliere al volo l’occasione offerta dal leader dei forcaioli e mettersi tutti intorno ad un tavolo, maggioranza e opposizione in uno alla magistratura e all’avvocatura   per imprimere una svolta da tanti anni attesa e mai realizzata?

Andrea Viscardi

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