Giorgia Meloni, per un’Europa orgogliosa, autorevole e giovane

Michael Jackson come “tutor” di inglese, i Guns ‘n Roses come colonna sonora, il 60/60 preso alla maturità e le “maratone” notturne per studiare prima delle interrogazioni. Giorgia Meloni ha raccontato aneddoti della sua vita da studentessa a Skuola.net, nell’ambito di una lunga intervista in vista delle europee nella quale ha spaziato dai risultati del governo alla fiamma nel simbolo di FdI. “C’è ‘Giorgia Meloni’, perché dice che ci deve stare. C’è la fiamma tricolore, lo storico simbolo che accompagna i partiti della destra della storia repubblicana, prima il Msi poi An. Siccome noi andiamo in continuità con quella storia, l’abbiamo stilizzata e ripresa”, ha spiegato Meloni, che ha anche lanciato un appello al voto: “Andate a votare perché anche se voi non vi occupate di Europa, l’Europa si occuperà di voi, il punto è come. Quando pensate alla politica l’unica cosa che non dovete fare è dire ‘sono tutti uguali’, non sono tutti uguali, sono tutti diversi e se voi non aiutate a scegliere bene ricordatevi solo che nella vita non ci sono le scorciatoie e non è vero che il destino è segnato”.

“Siamo alla vigilia di un voto decisivo, nel quale i cittadini italiani ed europei saranno chiamati a scegliere tra due modelli d’Europa. Da una parte, un gigante burocratico che pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita e che è nemico delle specificità nazionali. Dall’altra, un’Europa consapevole di se stessa e della sua proiezione geopolitica. Che concentra le sue risorse sulle materie nelle quali può dare un valore aggiunto, a partire dalla politica estera e di sicurezza comune. E lascia tutto il resto alla sovranità delle Nazioni, nel rispetto del principio di sussidiarietà sancito dai trattati. Noi crediamo in questo secondo modello, e stiamo lavorando per costruirlo”.

 “L’Europa che abbiamo nella mente e nel cuore deve saper ritrovare il suo bene più prezioso: l’orgoglio della propria storia, della propria identità e delle proprie radici”. Quella di un’Europa che sappia ritrovare la sua anima che l’ha resa ‘faro di civiltà’ nel corso dei millenni è la stella polare di FdI e della famiglia dei conservatori guidata da Meloni. “Perché non dobbiamo dimenticare che l’Europa è la terra nella quale fede, ragione e umanesimo hanno trovato quella perfetta sintesi che ha fecondato il terreno nel quale è nata la separazione tra Stato e Chiesa. È cresciuto lo nato lo Stato sociale, si è formata una società che mette al centro la difesa della vita, la tutela della dignità umana e la cura per i più fragili e gli ultimi”.

 “Vogliamo impedire che quella di Vecchio continente da etichetta storica quale è diventi, anche, una prognosi infausta per il futuro. Se non riusciamo a ripristinare un equilibrio fra la popolazione attiva e la popolazione che ha bisogno di assistenza, nel giro di pochi anni i nostri sistemi sociali collasseranno. Per questo sono convinta che la spesa finalizzata a sostenere la natalità, i servizi, gli aiuti alle famiglie e la conciliazione vita-lavoro, sia quella che più di ogni altra possa essere considerata un investimento produttivo”.

“Con la sinistra non ci posso stare né in Italia, né in Europa, né da nessuna parte”, ha poi ribadito il premier, rispondendo a una domanda sui possibili scenari dopo il voto europeo della settimana prossima. “Sono due modelli alternativi l’uno all’altro”. L’alleanza con il Ppe è invece percorribile, perché “con tutto quello che è centrodestra, come accade in Italia, si trovano delle sinergie”. Il punto è costruire alleanze che consentano di avere una visione, che oggi come mai è necessaria all’Ue, ma che non si può realizzare quando “tenti di mettere insieme tutto e il contrario di tutto”. “L’Europa, se vuole tornare a essere un soggetto politico vero, deve avere una visione. Oppure gli altri faranno la loro maggioranza. Io difenderò gli interessi nazionali senza farne parte al Parlamento europeo”, ha sottolineato Meloni, ribadendo, in merito all’ipotesi di un bis di Ursula Von Der Leyen, che “il presidente della Commissione è l’ultimo dei problemi perché il punto non è chi fa il presidente della Commissione, ma la maggioranza che lo sostiene”.

Meloni quindi ha affrontato alcuni dei dossier principali all’attenzione dell’Europa: migranti, ambiente, difesa, rivendicando come la visione italiana abbia già portato l’Europa a un cambio di passo. Poi ha spiegato che sul lavoro ha una “fissazione”. “Tutte le risorse disponibili cerchiamo di concentrarle sia sul lavoro sia sull’aumento dei salari. Abbiamo fatto un lavoro molto importante con il taglio del cuneo, il problema dei salari in Italia c’è rispetto alla Ue, accumulato in anni e anni e penso che aver messo un po’ di soldi in tasca a chi lavora sia stata una buona cosa”, ha sottolineato, chiarendo che “la cosa di cui vado più orgogliosa in assoluto sono i dati sull’occupazione. Il fatto che noi abbiamo avuto 600mila lavoratori in più, il record storico dell’occupazione, del numero di occupati, dei contratti stabili, dell’aumento dell’occupazione femminile…”.

“Sulla famiglia abbiamo molto lavorato, per aiutare soprattutto la libertà di poter crescere dei figli, di aiutare le mamme a non dover scegliere tra mettere al mondo un bambino e poter avere un posto di lavoro. Ci siamo concentrati molto su questo, dall’assegno unico ai congedi parentali. Poi tutto il lavoro che abbiamo fatto sugli asili sia un altro segnale, per i genitori e per i figli che possono avere condizioni di vita migliori”, ha proseguito il premier, rivendicando anche il risultato ottenuto sul voto agli studenti fuorisede per le Europee, “un’altra piccola grande cosa”.

Rispondendo a una domanda sui diritti, Meloni ha sottolineato che “FdI è un partito che difende il principio delle libertà a 360 gradi, quindi anche della libertà individuale, quindi anche il diritto a non essere discriminati per il proprio orientamento sessuale e su questo siamo assolutamente mobilitati”. La libertà, ha proseguito, deve “andare d’accordo particolarmente con i diritti dei più deboli”. “Lo dico perché vengo tacciata di essere ‘nemica di’ perché non sono favorevole alle adozioni da parte delle coppie omosessuali, ma non sono favorevole banalmente perché ritengo che uno Stato debba occuparsi dei più deboli e che sia sbagliato dire a un bambino per legge che non avrà un padre e una madre”, ha sottolineato il premier, ricordando che “sono cresciuta senza uno dei genitori, so cosa vuol dire. Non toglie niente alla legittima aspirazione delle persone di essere genitori”. Meloni ha ribadito di non essere “d’accordo con la maternità surrogata perché penso che il corpo delle donne non si compri e i bambini non si comprino”.

Al governo Meloni, che alla maturità prese 60 sessantesimi, darebbe il voto di “75” su 100. “Un buon voto, ma si può migliorare”. Su cosa? “Su tutto, si deve sempre migliorare, non ci si deve mai accontentare, solo al 10, al 100 ti puoi accontentare”. È un messaggio “anche a me stessa”. “Abbiamo fatto un buon lavoro, l’ultima soddisfazione Caivano, una grande emozione, altre cose meno bene. Una cosa su cui dobbiamo migliorare è la comunicazione. Però mi rendo conto che abbiamo fatto più cose di quelle che siamo riusciti a comunicare, e ho visto molti politici che comunicavano più cose di quello che facevano. Non so dire quale sia la cosa migliore: alla fine meglio fare di più anche se la gente sa di meno, piuttosto che far di meno e far credere di aver fatto di più “.

E che studentessa era Giorgia Meloni? “Media alta, condotta bassa. Secchiona? Non è la parola esatta, non è che studiassi tanto ma andavo bene. Ero la classica che, quando era necessario, mi chiudevo la notte prima dell’interrogazione e studiavo mezzo programma, presentandomi preparata”, ha raccontato il premier, che rispondendo a una domanda ha chiarito che comunque, anche con la riforma Valditara, non sarebbe stata bocciata. “Di solito avevo 7 al primo quadrimestre, 8, me la cavavo, al secondo”. La materia preferita “le lingue, avrei tanto voluto fare l’interprete”, ha ricordato Meloni, spiegando di aver migliorato il suo inglese grazie a Michael Jackson. “Lo adoravo, dovevo capire cosa dicesse nelle canzoni. Man in the mirror è la canzone che preferivo”, mentre pollice verso per la “matematica… mmmmh”. “Oggi ho il problema con mia figlia, che mi chiede di aiutarla”, ha confessato Meloni, rivelando anche che “la colonna sonora” della sua maturità “è stata November Rain dei Guns n’ Roses”. Infine, una battuta sul fatto che al liceo “ho fatto la rappresentante di classe, di istituto, ho fatto di tutto… mi mancava solo fare il preside”.

 

 

 

 

 

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