Il consigliere ha  iniziato la sua diretta e quando il genitore gli ha chiesto di non riprendere i figli ha tergiversato mentendo: ‘Sto fotografando la transenna’. L’uomo è così salito da un’altra scalinata, non è chiaro se interdetta o meno all’accesso pubblico, si è avvicinato a Borrelli e ha chiesto di vedere la foto, o il video,  scattata/o.

Borrelli ha richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine: ‘Scusate potete fermarlo un attimo, il signore mi sta aggredendo’. In realtà, come è possibile vedere anche dal video pubblicato dallo stesso consigliere, le intenzioni del genitore erano tutt’altro che aggressive.

La situazione è poi degenerata con il passare dei minuti con i presenti che hanno iniziato a chiedere spiegazioni a Borrelli. C’è chi è andato oltre offendendo e insultando il consigliere, e mostrando in diretta anche le parti intime. Sono intervenute le forze dell’ordine che hanno provato a placare gli animi e lo stesso Borrelli è stato invitato ad allontanarsi per non aizzare ulteriormente gli animi dei presenti.

A Francesco Emilio Borelli, in qualità di giornalista professionista,  deve essere noto che il Codice deontologico dei giornalisti (art. 7), nell’affermare che ‘il diritto del minore alla riservatezza deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca’, prevede un generale principio di preminenza dell’interesse del minore.  Il Codice,  rinviando anche alla regolamentazione contenuta nella Carta di Treviso,  incentra la propria attenzione sul problema dei minori coinvolti in reati,  o anche più in generale in fatti di cronaca anche di interesse non strettamente penale, mira alla non identificabilità del minore tutte le volte che sia possibile un pregiudizio alla personalità, allo sviluppo e alla dignità del minore.

In questa prospettiva è previsto il divieto di pubblicazione di immagini,  o di altri elementi che rendano identificabili soggetti di minore età, allorchè si tratti di dare informazione sulla commissione di reati o su eventi di cronaca giudiziaria, o altre situazioni in cui la personalità, la dignità, la riservatezza circa la vita strettamente privata del minore possa averne pregiudizio. In particolare si prevede il divieto dell’uso di dati dei minori a fini sensazionalistici o di sfruttamento della persona.

Il Garante ha precisato che non devono essere diffuse informazioni che possano consentire direttamente l’identificabilità del minore, quest’ultima intesa non in senso meramente formale, per cui è illecito oscurare il nome del minore se poi si diffondono dati dei familiari tali da consentirne l’identificazione anche solo localmente o  nel quartiere. Di contro deve ritenersi del tutto lecita la pubblicazione di immagini, non oscurate, del minore ritratto in luoghi pubblici insieme ai genitori in situazioni tranquille e positive per il bambino, e comunque quando la pubblicazione sia rivolta a dare positivo risalto a qualità del minore o al contesto familiare e sociale in cui si sta formando. Non essendoci pericolo per lo sviluppo del minore non c’è necessità di oscurarne il volto. Purché, ovviamente, le immagini siano state acquisite in modo corretto e il minore stesso o i suoi genitori non si siano successivamente opposti alla pubblicazione.

A questo punto si arriva alla libertà di informazione (art. 21 della Costituzione), nella duplice accezione, attiva, quale diritto del giornalista di informare (diritto di cronaca), e passiva, quale diritto del cittadino di essere informato, costituisce una precondizione per la democraticità delle società contemporanee.

Come si vede dal filmato il genitore, rivolto a  Borrelli, lo informa che non lo aveva autorizzato a filmare o fotografare i suoi figli. Tant’è!

Borrelli non è nuovo a queste ‘disavventure’ se ricordiamo il ‘Kiss me day’ di piazza Dante, una manifestazione indetta dalle associazioni Lgbt per contrastare il fenomeno dell’omofobia.  Il leader dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli denunciò  alla procura della Repubblica un uomo che lo aveva pesantemente insultato su Facebook e su Twitter. L’uomo  aveva definito Borrelli, stando a quanto denunciato, un ‘noto frequentatore di prostitute, picchiatori e politici collusi’. Molto probabilmente l’insultatore non aveva gradito la presenza  di tanti esponenti del mondo Lgbt che erano scesi in piazza a seguito dell’aggressione contro due ragazzi omosessuali colpevoli di essersi baciati.

Nei giorni immediatamente successivi alla manifestazione il profilo Facebook di Borrelli era stato preso di mira da un altro molestatore che aveva pesantemente insultato il giornalista auto definendosi ‘sentinella di Dio’.