Fitto: governo responsabile nella gestione dei conti pubblici. S&P conferma il rating dell’Italia: prova superata per il governo

“Il bilancio del governo mi sembra molto positivo su più fronti, innanzi tutto per le condizioni di partenza non semplici. Il governo ha avuto la capacità di dare risposte chiare in più direzioni. L’elemento che mi piace sottolineare è quello di un lavoro a livello internazionale da parte del presidente del Consiglio Giorgia Meloni assolutamente efficace e positivo che ha reso credibile l’azione del nostro Paese”, afferma  il ministro per gli Affari europei e per il Pnrr Raffaele Fitto, rispondendo alla domanda di una giornalista che a Bari gli chiedeva, a margine dell’iniziativa di Fratelli d’Italia sul tema ‘L’Italia vincente-Un anno di risultati – Come il governo Meloni sta facendo ripartire la Nazione“, di tracciare un bilancio dell’anno di governo.

Fitto ha  evidenziato “il senso di responsabilità sulla gestione dei conti pubblici con misure di intervento che hanno sempre guardato con maggiore attenzione alle categorie che avevano maggiore bisogno e soprattutto lo sforzo complessivo di riorganizzazione della macchina dello Stato che, essendo un governo di legislatura, è all’inizio”.

In più Fitto ha sottolineato che il governo “ha smentito e ha continuato a smentire critiche preconcette e precostituite che non trovano riscontro nei fatti. Per quanto mi riguarda mi piace sottolineare il lavoro che stiamo facendo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dove il nostro governo sta raggiungendo risultati sempre più chiari e migliori con l’ulteriore contributo che è quello di aver riorganizzato un piano che aveva delle enormi criticità”.

L’agenzia S&P ha confermato il rating BBB per l’Italia con un outlook stabile, di fatto avallando la validità delle politiche del governo e smentendo chi immaginava un declassamento. In attesa del giudizio di Moody’s e Fitch, che arriverà a novembre, la valutazione di S&P getta le basi per un abbassamento dello spread da qui a fine anno, sul quale a questo punto scommettono gli operatori del mercato. L’Italia, insomma, si conferma un Paese appetibile per gli investimenti.

La nota di conferma del rating di S&P tiene conto delle previsioni di rallentamento della crescita economica per il 2023 e 2024, già note, mettendole in diretta relazione con lo scenario globale e le politiche monetarie della Bce, alle quali attribuisce “in gran parte” la frenata della crescita. “Il risanamento del bilancio sarà più graduale di quanto previsto in precedenza a causa del rallentamento economico e dell’aumento dei pagamenti di interessi in percentuale del Pil che raggiungeranno il 4,2% l’anno prossimo rispetto al 3,6% nel 2021”, si legge nel documento, che comunque prevede che “entro il 2025 la crescita del Pil reale dell’Italia tornerà al di sopra dell’1%, aiutata dall’accelerazione nell’implementazione dei fondi Next Generation Eu, che a nostro avviso probabilmente si estenderà oltre il 2026”.

Lo scenario di base dell’agenzia prevede una riduzione del rapporto debito-Pil entro il 2026, con un discesa al 132% che ci avvicinerà progressivamente ai livelli pre-pandemia (126%). Determinante per l’agenzia sarà la capacità del governo di non discostarsi dagli obiettivi di bilancio e di portare avanti quelli del Pnrr, a partire dalle riforme. Due questioni sulle quali l’esecutivo ha già dato ampia prova di lucidità e concretezza, portando a casa i risultati e confermando a più riprese la fiducia nei prossimi traguardi.

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