Financial Times: imprese e mercati pronti a scaricare il governo italiano

“La luna di miele è già finita”. La stroncatura arriva dal Financial Times che mette Roma sotto osservazione, in scia a incertezze sulla prossima legge di bilancio in condizioni che “non sono affatto favorevoli”, attuazione in salita del PNRR, ma anche alla discussa introduzione della tassa sulle banche e di un cap sui prezzi dei biglietti aerei, misure già ampiamente contestate in estate.

Sottolineando che le imprese “si stanno rivoltando contro il governo”, il Financial Times elenca le difficoltà che attendono il governo guidato da Meloni da qui ai prossimi mesi ricordando anche che le stime di crescita dell’Italia, pari all’1% quest’anno e all’1,5% l’anno prossimo, “sono ampiamente considerate eccessivamente ottimistiche”.

In particolare, per l’editorialista Amy Kazmin, la manovra sarà la prova decisiva. “Gli investitori – scrive sul Financial Times – stanno osservando attentamente le mosse del governo italiano”. “se manterrà l’impegno verso la disciplina fiscale o sarà tentata da una politica espansiva o da altre misure non ortodosse”. Il quotidiano di riferimento per mercati e investitori fa anche notare come lo scorso anno Meloni – in piena campagna elettorale – fu puntualissima a “corteggiare gli investitori” al Forum di Cernobbio, appuntamento che invece quest’anno ha disertato.

Viene infatti fatto notare come la decisione di Meloni di disertare il forum di Cernobbio abbia finito per “aggravare la crescente inquietudine tra le aziende e gli investitori sulla capacità del governo di destra italiano di guidare il Paese fortemente indebitato” nel mezzo del “rallentamento economico europeo”, evidenzia il quotidiano che mette nel mirino anche la tassa sugli extraprofitti bancari, annunciata con un colpo di mano a pochi giorni dalla pausa estiva salvo essere immediatamente “annacquata dopo il crollo dei titoli bancari”.

Non a caso, dopo mesi di calma, lo spread è tornato a salire: nelle ultime ore il differenziale tra il btp decennale e l’omologo tedesco è tornato a quota 180, con il rendimento al 4,51% . Se infatti appena insediato, il Governo Meloni era stato accolto con sfiducia dai mercati, le mosse della premier e del suo esecutivo sembravano essere riuscite, nei mesi, a calmare gli animi, tanto che a maggio si era scesi sotto quota 140.  Adesso però qualcosa sembra essersi incrinato.

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