Enrico Letta, mai genuflesso, sgrida la Nazionale che non obbedisce al ‘politicamente corretto’

Non ci vuole molto a capire che se si impone a qualcuno un gesto simbolico per una causa nobile quanto si voglia, il gesto cessa di avere qualunque valore di testimonianza, perché  forzato.

E poi, che esempio può dare chi è costretto dalla pressione sociale a compiere un gesto che non proviene dal suo cuore?

Quell’inginocchiarsi, oltre a non esprimere alcunché di rilevante se non finte emozioni di plastica, è addirittura tossico. Perché è la spia di una malattia della nostra società, inquinata alle radici: la malattia dell’immagine.

Ultimamente, è tornata molto d’attualità la discussione sulla scelta dei calciatori di inginocchiarsi prima delle partite, attuando un gesto contro le discriminazioni razziali, soprattutto dopo quando accaduto poco prima del fischio d’inizio di Italia-Galles, quando solo cinque calciatori Azzurri si sono genuflessi, al contrario di quanto fatto da Gareth Bale e compagni, tutti inginocchiati sul prato dello stadio Olimpico. Non si tratta di un gesto nuovo, in quanto l’origine di questo si deve a Colin Kaepernick, giocatore di football americano, che ha iniziato a farlo nel 2016 per protestare contro le ingiustizie subite dalla minoranza afroamericana negli Stati Uniti.

Il ‘Taking the knee’, però, è tornato in auge soltanto lo scorso anno, dopo la morte di George Floyd, avvenuta a Minneapolis, in Minnesota, per mano di un agente di polizia. L’afroamericano è diventato un simbolo della lotta contro le discriminazioni razziali e le manifestazioni per protestare contro la sua morte si sono estese a macchia d’olio in tutto il globo, grazie alla perseveranza del movimento Black Lives Matter, in prima linea per garantire l’equità alle popolazioni afroamericane prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo.

.All’interno di questi discorsi si è inserito quanto accaduto prima di Italia-Galles, ultima partita del girone. Gareth Bale e compagni, come fatto nelle precedenti due partite, hanno scelto di inginocchiarsi, sorprendendo gli Azzurri che, invece, si sono inginocchiati soltanto in cinque. Rafael Toloi, Emerson Palmieri, Matteo Pessina, Federico Bernardeschi e Andrea Belotti hanno emulato i gallesi, mentre gli altri sei sono rimasti in piedi. Nel post-partita il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha ribadito con forza il sostegno e il rispetto per ogni forma di espressione antirazzista, asserendo allo stesso tempo la volontà della federazione di lasciare liberi i giocatori di esprimere la loro sensibilità come meglio credono.

L’Italia, comunque, ha scelto di prendere una posizione univoca riguardo la possibilità di inginocchiarsi o meno prima delle partite e, almeno contro l’Austria, gli Azzurri non si sono inginocchiati, optando per una decisione che conferma quella presa prima dell’inizio degli Europei e che spiegherà, nelle sue motivazioni, il vice-capitano della Nazionale Leonardo Bonucci. Resta soltanto da capire, adesso, cosa sceglierebbero di fare i ragazzi di Roberto Mancini se riuscissero a superare gli ottavi di finale e incontrassero il Belgio ai quarti. Romelu Lukaku e compagni si inginocchieranno e l’eventuale scelta degli Azzurri sarebbe destinata comunque a fare ancora discutere.

Gli azzurri avrebbero compiuto il gesto antirazzista solo per solidarietà verso la squadra avversaria, ma la federazione austriaca non ha fatto nessuna richiesta. Su Twitter la scelta dei ragazzi di Roberto Mancini ha diviso gli utenti.

Ovviamente, e perdonatemi per questo, parlando d’immagine è inevitabile che in questa discussione entri giocoforza la politica. Laura Boldrini, deputata del Partito democratico non ha perso l’occasione per farsi paladina del politicamente corretto e ha così sgridato i giocatori della Nazionale italiana che, in occasione della sfida contro l’Austria, sceglie di  non inginocchiarsi. L’ex presidente della Camera sul proprio profilo Twitter ha voluto rimarcare la propria posizione: ‘I gesti simbolici sono importanti per affermare i valori. Per questo alcuni di noi decisero, in Parlamento, di inginocchiarsi per il Black Lives Matter’. Gli Azzurri sono stati bacchettati in vista del match degli Europei: ‘Per questo è giusto farlo anche sui campi di calcio. Tiferò gli Azzurri. Però dispiace per la loro scelta di non scegliere’.

A parte questo c’è da fare i conti con i dettagli burocratici: all’Uefa non era stata presentata la richiesta per ottenere il via libera alla breve cerimonia anti-razzista prima del fischio d’inizio.

Naturalmente, visto che inginocchiarsi o meno prima del calcio d’inizio delle partite calcistiche è divenuto un problema storico ed essenziale non poteva mancare l’ingresso in campo di Enrico Letta. Il segretario Pd, ben noto per  intuire in un lampo le reali esigenze degli italiani, ha trovato l’idea geniale per lanciare il Pd nella campagna elettorale per le amministrative.

‘Si devono inginocchiare tutti’,  ha tuonato dal Nazareno, insensibile ai richiami del suo staff sull’inopportunità di mettersi contro gli Eroi calcistici nazionali.

Ma davanti ai ragazzi in maglia azzurra, che non si prostra,  l’ira di Letta è unica: ‘Ma come si permettono a non uniformarsi al politicamente corretto’, afferma.

Basterebbe un poco di buonsenso  per poter essere un leader. E invece no, dopo lo ius soli all’esordio di mandato e ‘l’accogliamoli tutti’, ecco la strada vincente per il consenso: la genuflessione.

A chi vuol conoscere le  priorità vitali ed essenziali basterà, per essere ‘up to date’,  consultare i social del segretario Pd. Sarà affascinante farlo e si scopriranno esigenze non immaginabili. L’ispirazione vi colpirà così come ha colpito Letta e, credetemi, la cosa più bella è iniziare la giornata con una sana risata…

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