Elly Schlein in Sardegna, tra la filippica della pensionata e il rifiuto di Todde a chiudere con lei la campagna elettorale

A Elly Schlein non resta che fare buon viso al “cattivo gioco” di Alessandra Todde, la candidata governatrice della Sardegna sostenuta da Pd e Movimento 5 Stelle che in vista delle regionali di domenica prossima ha chiesto di non avere leader di partito accanto a lei per il comizio finale.

Non sono giorni facili per la segretaria del Pd, contestata da una anziana durante un tour tra i banchi di un mercato rionale di San Benedetto a Cagliari: “Ma vada a lavorare! – l’ha apostrofata la vecchina – Come ho lavorato io 25 anni in una impresa di pulizie per 500 euro al mese. È una vergogna!”. Ed Elly? Risposta surreale: “Ha ragione, la signora ha ragione…”. Accoglienza non proprio soddisfacente per Elly Schlein durante una passeggiata elettorale a Cagliari. La segretaria dem, dopo la contestazione dei militanti pro-Palestina, è stata anche apostrofata da una signora in pensione che le urla di ‘Andare a lavorare’. La Schlein,  non si aspettava lo sfogo della signora durante la sua passeggiata elettorale al mercato di Cagliari.

Più o meno la stessa resilienza messa in mostra di fronte alla decisione della Todde di andare da sola all’ultimo confronto con gli elettori: “Mi sembra una scelta giusta – spiega la segretaria dem al Corriere della Sera -. Del resto, io sono molto rispettosa, noi siamo andati lì per sostenere la campagna elettorale ma la differenza la fanno loro, i sardi, non noi che veniamo dal continente”.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, per le regionali in Sardegna ha puntato sulla pentastellata Alessandra Todde ‘perché la conosco da tempo e la stimo, la sento come una candidata pienamente nostra. Come ha detto Bersani è un perfetto mix tra sardità e innovazione: non è stata imposta da accordi romani, ho grande rispetto per l’autonomia dei sardi. Ma non stiamo imponendo nomi o metodi neppure nelle altre realtà: ogni territorio ha una storia a sé’, dice in un’intervista a Il Manifesto in vista del voto del 25 febbario: ‘Sono sempre stata allergica all’idea che le sfide locali diventino laboratori nazionali. E resto di questa idea. Non c’è in gioco il mio futuro, o quello delle opposizioni, ma dei sardi.  Quanto all’accusa di Meloni di voler fare della Sardegna una ‘cavia del campo largo’,  semmai sono loro ad aver fatto un test muscolare sulla pelle dei sardi, è lei che ha silurato il governatore uscente Solinas per imporre il suo candidato Truzzu che ha fatto disastri da sindaco di Cagliari’.

‘Sono d’accordo con Todde che ha deciso di chiudere la campagna senza leader nazionali: è una battaglia per il futuro della Sardegna’ ha continuato a proposito del mancato comizio con Conte. ‘Ho stima per Soru, ma un voto per lui è oggettivamente un aiuto alle destre’,  ha proseguito a proposito dell’ex presidente candidato con Coalizione Sarda.

Scaricata,   la Schlein finisce per sganciare addirittura il Pd nazionale dalla contesa: “Noi abbiamo scelto la competenza e non l’appartenenza, la candidata l’hanno decisa sul territorio, non noi a Roma… la Sardegna non è un laboratorio di test nazionali, perché alle elezioni si gioca il futuro della regione non il mio o quello dei campi larghi…”. Un modo furbo per mettere le mani avanti e provare a togliersi dall’impaccio di una nuova,  eventuale, figuraccia.

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