Mentre sul fronte del Centrodestra ci si interroga su come scegliere un candidato premier comune, sull’altro fronte va organizzato lo schieramento che farà perno sul Pd ma dovrà cercare alleanze organiche visto che si rinuncerà definitivamente al ‘campo largo’ evocato da Letta, e dunque niente alleanza con M5s, fra i responsabili della caduta del governo Draghi.

Letta ha parlato di una lista aperta, espansiva, dei Democratici e progressisti, con Speranza, i socialisti, i cattolici di Demos. Poi va agganciata tutta l’area di Centro rimasta scottata dal ‘tradimento? di Forza Italia sulla fiducia a Draghi: dunque i fuoriusciti dal partito di Berlusconi (Brunetta, Gelmini, Carfagna) che potrebbero trovare casa nella lista Azione di Enrico Calenda. Più Di Maio e Beppe Sala, che starebbero lavorando ad una lista comune ‘dei Sindaci’ di impianto ambientalista. Il tutto per tenere viva l’agenda Draghi e non rischiare di far perdere all’Italia i tanti soldi del PNRR.

Proprio Calenda ha però vouto mettere dei paletti al lavorio che si sviluppa sul fronte draghiano. “Conosco le qualità di Letta – ha detto l’ex Ministro del Lavoro a In Onda su La7 – ma ci dobbiamo dire le cose: il minestrone contro la Meloni non ferma la Meloni. Letta dice o noi o la Meloni, gli ultimi 30 anni di politica in Italia sono stati così, tutti insieme contro qualcuno. Io propongo mettiamo insieme qualcuno per fare qualcosa”, ha aggiunto il leader di Azione. “Noi siamo pronti a discutere, ma con chiarezza sul gas e i rigassificatori o sui rifiuti e i termovalorizzatori. Se no – ammonisce – tradiamo l’idea dell’agenda Draghi”.

Fra i nomi che possano ‘federare’ il vasto movimento di chi vuole tenere viva l’agendra Draghi c’è Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani. “L’area Draghi? E’ ovvio che le forze politiche che hanno votato la fiducia al premier hanno in testa l’agenda del Pnrr. Le altre vedremo cosa faranno. Il Piano di ripresa e resilienza sarà lo spartiacque”.

“Il punto cruciale per vedere se realizzeremo o meno il Pnrr e se sarà sostenibile – prosegue Cottarelli – sarà proprio il momento delle elezioni. A quel punto si vedrà se il Pnrr sarà implementato o meno. Quando parlo di realizzazione, parlo di una implementazione fatta mettendoci tutto l’impegno che ci vuole per fare le riforme difficili, dalla giustizia alla pubblica amministrazione: tutte cose che richiedono cambiamenti nei comportamenti, non solo nella legislazione”. Diverse forze di centro, oggi, si presentano come interpreti della cosiddetta ‘area Draghi’: “Storicamente il centro è stato spezzettato in diverse parti, questo è stato il suo problema. Bisognerà vedere se questa volta ci sarà un comportamento differente. Qualcosa di diverso già c’è: Azione e +Europa si presenteranno insieme, vediamo. Poi c’è una parte del centro che stava in Forza Italia: vedremo in termini di elettori quanto consenso riescono a portarsi dietro”.

Si parla di una sua candidatura in Parlamento alle elezioni di settembre oppure nel 2023, alla Regione Lombardia… “Sia per le regionali che per il Parlamento, nessuno mi ha chiamato. Per motivi personali rimango negli Usa fino alla fine di agosto e non cambio i miei piani”.