Una foto di scena del tv movie dedicato ad una delle figure della canzone italiana più conosciute nel mondo, uno dei pochi capace di ottenere un incredibile successo anche negli Stati Uniti, ovvero Renato Carosone dal titolo Carosello Carosone, in onda il 18 marzo 2021 in prima serata con la regia di Lucio Pellegrini (una produzione Groenlandia con Rai Fiction) con musiche curate dal maestro Stefano Bollani. ANSA/RAIUNO EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Eduardo Scarpetta, io Carosone omaggio a leggenda

Per i tanti fan e nostalgici di Renato Carosone, e i giovani che avranno modo di conoscerlo, Rai1 offre giovedì 18 marzo una grande opportunità. A cent’anni dalla sua nascita (Napoli il 3 gennaio 1920), e a venti dalla sua morte (Roma 2001), in prima serata va in onda “Carosello Carosone”, un film per la tv di Lucio Pellegrini (una produzione Groenlandia con Rai Fiction) con musiche curate dal maestro Stefano Bollani.

A interpretare il grande musicista napoletano, autore di brani indimenticabili come “Tu vuo’ fa’ l’americano”, c’è Eduardo Scarpetta, trisnipote omonimo del grande commediografo, qui nel suo primo ruolo da protagonista, dove lo vedremo cantare magnificamente e suonare, già apprezzato in tv con “L’amica geniale” (pronto a tornare nella terza stagione ndr) e al cinema in “Capri-Revolution” (di Mario Martone). Al suo fianco Vincenzo Nemolato che interpreta Gegè Di Giacomo, il batterista-fantasista di Carosone.

Eduardo, perché un film su Carosone? «Lui è una leggenda, un mito. È la storia della sua vita. Ma il film è un omaggio molto musicale ad un artista eterno, geniale”. Come viene ricordato? “Dai 17 anni di Carosone quando si diploma a Napoli in pianoforte al conservatorio di San Pietro a Majella, fino ai 39, con il ritiro dalle scene. Lui si è reso conto di essere arrivato al massimo. Ne faccio anche un discorso filosofico: quando ha intuito che sarebbe arrivato il rock ‘n roll a mio parere ha pensato di fare un passo indietro. Oggi invece è immortale, molti, caso unico, cantano a memoria le sue canzoni e non conoscono il nome. Talento a parte, grande influenza l’ha avuta il periodo in Africa, dove ha conosciuto Lita Levidi (Ludovica Martino) che diventa sua moglie, ed ha riconosciuto il figlio”. Sibilia e Matteo Rovere confermano che quanto raccontato nel film, ovvero che Pino è figlio naturale di Lita e non di Carosone che ha sposato e cresciuto il bambino: “Potete chiamarlo scoop”.

Inoltre, Carosello Carosone è anche titolo del primo album di Renato Carosone e il suo Quartetto, pubblicato il 14 dicembre 1954. Un successo che culmina nel 1958 con l’esibizione di Carosone e del suo Sestetto alla Carnegie Hall di New York. Tratto dal libro “Caronissimo” di Federico Vacalebre (edito da Arcana Editore). Il film-tv segue la passione di Carosone per la musica, una passione che non tradirà mai e verso cui nutrirà lungo tutta la sua carriera profondo rispetto. Non vedremo, però, solamente il Carosone artista, ma anche l’uomo dal punto di vista personale
Stefano Bollani rivela che quando aveva 11 anni scrisse una lettera a Carosone e che il grande artista gli rispose dicendogli di studiare prima di tutto il blues. “Spesso – spiega il maestro – dei musicisti si presenta il lato scuro, come monito. Carosone capisce il proprio talento e la propria missione, e vive una vita in cui incontra quello che gli serve quando gli serve. Come a dire che -si può fare-, il mondo ti sostiene nell’impresa di trovare il proprio percorso”. In merito alla scelta di abbandonare la carriera alla vigilia dei 40 anni, Bollani si è fatto una sua idea: “Immaginiamo che quest’uomo stesse vivendo una vita difficile per l’epoca. Andare in giro per il mondo, registrare dischi, suonare la sera in un night.
Credo avesse bisogno di staccare la spina.”. Nel film-tv si vede il Sestetto cantare con delle mollette al naso. Pellegrini: “Abbiamo provato a rimettere in scena lo spettacolo di Carosone, momenti in cui davano il massimo. Effettivamente, utilizzavano le mollette, ma solo per fare commedia, non per creare un sound”.

Infine Scarpetta, nel 2025 si celebrano i 100 anni dalla morte del suo illustre trisnonno commediografo di cui porta nome e cognome, lei quando ha iniziato a recitare? “A 9 anni con mio padre Mario nella commedia Feliciello Feliciello, poi è morto che ne avevo 11, ho lasciato, andavo a scuola, e ho non avevo un entourage a sostenermi tranne la mamma, ho ricominciato da capo dopo il diploma sono stato ammesso e ho terminato il Centro sperimentale di cinematografia. Il nome non è una colpa, ma devi dimostrare di essere all’altezza”.

La prima parte importante è stata l’Amica Geniale, con i provini, Poi è arrivato Mario Martone”. Ma lei i de Filippo li ha conosciuti? “Eduardo ovviamente no è morto molti anni prima della mia nascita, Luca l’ho incrociato tre volte”. Scarpetta il trisnonno diede forma al nuovo teatro dialettale moderno. Ebbe molti figli, soltanto 3 riconosciuti, tra cui Eduardo, Titina e Peppino De Filippo, figli di Luisa, nipote di Rosa De Filippo, moglie ufficiale del commediografo.

Eduardo Scarpetta jr ipotizza che “forse in giro ce ne saranno anche altri di figli e nipoti, uno è il grande poeta Ernesto Murolo figlio naturale”. Con Martone Il giovane Eduardo ha girato anche Tu Ridi “si deve uscire un film sulla mia famiglia, Eduardo Scarpetta senior lo fa Tony Servillo, io Sono Vincenzo.

E poi sono iniziate le riprese di un altro film La donna per me di Marco Martani, con Alessandra Mastronardi, Andrea Arcangeli e Stefano Fresi”.

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