Destituito dal comando il generale Vannacci, autore di ‘Un mondo al contrario’. Forza Nuova gli propone la candidatura alle suppletive di Monza

Sul caso del libro del generale Roberto Vannacci, ‘Il mondo al contrario’, la vera domanda da farsi è: vale la pena dividere il paese in curve contrapposte per un testo che sicuramente non rimarrà negli annali della storia del pensiero? E la risposta è no e non bisogna farne un autore controcorrente e corrosivo,  martire del pensiero unico e  del politicamente scorretto.

La sinistra, facendo del testo un caso politico hanno contribuito al successo del libro di Vannacci, che sta spopolando su Amazon. Le aggressioni verbali contro il generale ascoltate  a “In onda” hanno preso di mira   un personaggio,  che il governo aveva già sconfessato per bocca di Crosetto,  ha fornito la misura degli avversari della destra. La loro tesi? Il generale parla così perché il governo dei neri ha creato il clima giusto. Roberto Vannacci non sembra affatto intimidito dalle polemiche: “Non mi rimangio nulla – spiega a Repubblica – Anche se alcune parti sono state travisate. Senza il contesto non si capiscono alcune cose. Esempio, quando scrivo che i gay non sono normali. Neanche io sono normale, essendo nelle forze speciali ho fatto cose che la gente normale non fa. Faccio dell’anormalità un vanto. E infatti scrivo che la normalità non è migliore o peggiore, ma se si parla di consuetudini c’è qualcosa che è normale e altro no. Asserire che una minoranza sia normale è una contraddizione”.

L’omosessualità – osserva ancora –  “la ritengo sovrarappresentata, addirittura è un vanto esserlo, non esiste una demografia precisa che ci dica quanti sono, ma il motivo della iper rappresentazione qual è? Qual è l’obiettivo?.  Il male non è l’omosessualità, ma rappresentare una realtà eccessiva. Sembra quasi che l’essere gay faccia salire gli ascolti e mi dà da pensare. Poi ho amici gay, nulla contro”.

C’è una lobby gay che guida l’informazione?, gli viene chiesto: “Ma secondo me sì, nulla viene fatto a caso. C’è qualcuno, un gruppo di pressione che opera. Comunque, sono per la libertà di espressione e anche contrario al fatto che ci siano categorie protette. Dire ‘gay di m.’ o ‘professore di m.’ è grave lo stesso. Perché dovrebbe essere diverso?. – prosegue Vannacci -Ho citato anche la legge Mancino, che non condivido, dire ‘ebrei di m.’ non è peggiore che dire ‘cristiani di m.’. Ho capito: c’è stata la Shoah, va bene, ma questo non configura la religione ebraica come protetta”.

Dopo aver preso immediatamente le distanze dal generale Roberto Vannacci,  e dal suo libro autoprodotto dai contenuti omofobi e sessisti, l’esercito è passato ai provvedimenti. Vannacci è stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze: da ieri, domenica 20 agosto, ha preso il suo posto il generale Massimo Panizzi, che in passato è stato portavoce dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola quando era ministro della Difesa all’interno del governo Monti.

La delicatezza della situazione ha suggerito che non venisse organizzata alcuna cerimonia di avvicendamento. Per quanto concerne Vannacci, verrà trasferito a Roma e sarà a disposizione del Comando delle forze operative terrestri. Un provvedimento scontato quanto doveroso, dato che il generale è pur sempre un rappresentante dell’esercito e ha creato grave imbarazzo con il suo libro dai contenuti fuori di testa. Il ministro Guido Crosetto era stato subito perentorio sull’argomento: “Non vanno, in alcun modo, utilizzate le farneticazioni personali di un generale, ancorché in servizio, per polemizzare con la Difesa e le Forze armate”.

“Il generale Vannacci – ha aggiunto il ministro – ha espresso opinioni personali che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione repubblicana. Per questo sarò avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”. Da segnalare, inoltre, il fatto che lo Stato maggiore dell’esercito aveva comunicato a Crosetto di non essere a conoscenza dei contenuti espressi nel libro, dato che non erano stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari.

Il generale Roberto Vannacci non si pente di quanto scritto nel libro Il mondo al contrario, da lui stesso autopubblicato. Anche in seguito alle critiche del governo e la destituzione dalla guida dell’Istituto geografico militare, non fa un passo indietro. Il generale, grazie alla fama raggiunta in seguito alle polemiche, è entrato nel mirino di Forza Nuova. Roberto Fiore lo ha invitato a partecipare per FN alle elezioni suppletive di Monza.

In un’intervista di Hoara Borselli l’ex comandante della Folgore conferma ogni parola scritto nel suo libro. “Credo di avere sbagliato un po’ di punteggiatura”, dice, prima di passare al nucleo del testo, quello più criticato e che gli è costato la direzione dell’Istituto geografico militare.

Roberto Vannacci infatti insiste sul ritenere gli omosessuali non normali, restando convinto di quello che ha detto. “Io non ho alcun pregiudizio sugli omosessuali. Quello che mi dà fastidio è la sovrarappresentazione di questo fenomeno”. In altre parole Vannacci crede che “essere gay vuol dire essere intoccabili, ma soprattutto privilegiati”.

Come detto,  dopo le aspre critiche nate sul testo scritto da Vannacci, il generale è stato rimosso dalla guida dell’istituto geografico militare. La decisione è stata presa dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ma il ministro Guido Crosetto ha chiarito che non esistono processi sommari fatti su social o media, ma solo leggi e codici dell’ordinamento militare.

Il generale Vannacci infatti subirà un regolare “esame disciplinare” e, come ricorda Crosetto “non è stato destituito, ma è stato avvicendato nell’incarico in attesa di ascoltare gli interessati”.

Il caso Vannacci entra nel mirino di Forza Nuova che lo propone per le nuove elezioni a Monza. Il seggio, dopo la morte di Silvio Berlusconi, è attualmente vacante. Roberto Fiore ha invitato il generale a prendere parte alle elezioni suppletive nelle fila di Forza Nuova nella speranza che sia contro la guerra e contro “la follia vaccinale”.

Roberto Fiore si è definito come l’unico uomo politico ad aver difeso Vannacci per il suo libro e le sue parole. Per questo spera nella partecipazione del generale alle elezioni, descrivendolo come un “atto di coraggio che lombardi e italiani apprezzerebbero” perché “gli italiani vogliono una Rivoluzione italiana”.

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