Decreto Sostegni e ‘l’inverno del nostro scontento’ per opposizione e contribuenti

‘Draghi? Sembra Conte…’, attacca Giorgia Meloni.  Non è piaciuto il debutto ‘economico’ del premier Mario Draghi, al termine di una giornata di tensioni e di scontri all’interno della sua maggioranza e di divisioni con la Lega sul fronte fiscale. Il Dl Sostegni è stato approvato lo scorso venerdì  e presentato in una lunga conferenza stampa iniziata con grande ritardo, dopo lo slittamento del Consiglio dei ministri, inizialmente previsto per il primo pomeriggio. Un pacchetto di misure che non è piaciuto all’unica forza di opposizione in Parlamento, Fratelli d’Italia, sia nel metodo che nel merito, anche se una valutazione più approfondita sarà fatta nei prossimi giorni.

‘Debutto di Draghi sinistramente uguale al metodo Conte: conferenza stampa in ritardo e iniziata in coincidenza con i tg serali. Impossibile poi non notare che il primo decreto economico dell’esecutivo viene presentato da un ministro tecnico e da un ministro del Pd. Assenti gli esponenti del centrodestra“, commenta la presidente di Fdi, Giorgia Meloni.

“Sui contenuti, Fratelli d’Italia studierà nel merito il testo del decreto sostegni: bene l’abbandono dei codici Ateco come chiesto da sempre da FdI ma preoccupa l’annuncio di Draghi che i ristori che le imprese aspettano da dicembre arriveranno tra non meno di 20 giorni.   Per di più con importi che dalle bozze che girano rischiano di essere poco più di una elemosina. Silenzio sul cashback, che probabilmente rimane e non verrà cancellato come chiesto da FdI. Infine, nessuna pace fiscale: cancellate solo le mini cartelle inesigibili vecchie di 10 anni. Niente ossigeno per imprese e famiglie in difficoltà”.

‘Draghi annuncia il decreto sostegni: niente pace fiscale, nessun intervento immediato per famiglie e imprese e a precisa domanda, non una parola rassicurante sulla riapertura delle scuole. Ancora incertezza, ancora ritardi, ancora promesse disattese. Siamo al Whatever it fakes, scrive su Twitter il capogruppo di Fratelli d’ItaIia alla Camera, Francesco Lollobrigida, parafrasando la famosa frase di Draghi – whatever it takes quando da presidente della Bce annunciò di voler mettere in campo qualsiasi misura per proteggere l’euro.

Scontro nel governo sullo stralcio delle cartelle esattoriali. La misura riguarda il capitolo fiscale del Decreto sostegni. Lo stralcio  riguarda le cartelle entro i 5000 euro e interessi inclusi degli anni 2000-2015 e proroga al trenta aprile sia per l’invio di nuove cartelle esattoriali che per i pagamenti della ‘rottamazione ter’ e del ‘saldo e stralcio’ previsti dai dl fiscali dei precedenti governi. Cifre alla mano sono circa 60 milioni le cartelle fiscali per un costo pari ad un miliardo nel 2021 e un miliardo nel 2022. Inoltre, secondo lo schema, sono oltre 130 milioni le cartelle ad oggi nel ‘magazzino’.

La misura studiata dal Tesoro consentirebbe la cancellazione di 61 milioni di atti  ma visto lo scontro politico in corso potrebbe cambiare. Il quotidiano la Stampa scrive che Pd e Leu si oppongono a quello che definiscono un ‘rischio condono’.  E si trovano però dinanzi un fronte compatto che va dal M5S alla Lega fino a Italia Viva. ‘Sulla pulizia del magazzino fiscale dobbiamo fermare le fake news, non si tratta di un condono’, ha attaccato la viceministra dell’Economia, Laura Castelli.

Luigi Marattin (Iv) aggiunge: ‘Mantenere questi crediti inesigibili nel magazzino è un costo inutile, bisogna modernizzare la riscossione’ Per la Lega è ‘imprescindibile che nel decreto ci sia la pace fiscale, l’azzeramento fino a 5 mila euro è giustizia sociale’, ha ricordato Matteo Salvini. Uno sforzo chiesto pure da Forza Italia: ‘Il governo abbia coraggio, serve un patto con i contribuenti’, ha detto Antonio Tajani.

Il Partito democratico – sottolinea La Stampa –  che non ha mai amato questo tipo di norme, non ha alzato le barricate con il Mef, però pretende un meccanismo più rigoroso, legando la cancellazione dei ‘ruoli’ solo a imprese fallite, persone defunte o nullatenenti. Per il deputato dem Walter Verini ‘è giusto venire incontro alle categorie in difficoltà, ma c’è chi il proprio dovere l’ha fatto, quindi dobbiamo trovare il modo di intervenire senza premiare i furbetti’.

‘Questo non è il Governo del cambiamento. Questo è un Governo che vuole colpire, come ai tempi di Monti, le imprese e i contribuenti italiani! Noi di Confedercontribuenti ci opporremo con forza.  Saremo duri e reagiremo fortemente a difesa dei cittadini e delle imprese… quelle che hanno da sempre animato e prodotto ricchezza nei territori. A tal proposito abbiamo deciso di convocare con urgenza una grande assemblea nazionale di Confedercontribuenti che si svolgerà online su piattaforma Zoom, martedì 23 marzo, alle ore 19.00, e vedrà come protagonisti tutti coloro che si vogliono opporre a questo scellerato decreto, ovvero tutte quelle imprese e quei contribuenti italiani che, con noi, di Confedercontribuenti vogliono intraprendere una grande battaglia contro chi non fa gli interessi degli italiani e delle imprese, già in ginocchio nel nostro Paese’, lo sfogo, che nasce da un’amara delusione, arriva da Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti (Confederazione nazionale delle Imprese e dei Contribuenti Italiani) il quale rincara la dose e dichiara: ‘Non vogliamo assistere all’ennesimo scempio a danno degli italiani, perché ancora una volta questo governo, attraverso le decisioni prese dal premier e dal ministro delle Finanze, dimostra quello che ci si immaginava, ovvero che chi è stato chiamato a governare l’Italia fa gli interessi delle banche. Questo Governo vuole incassare perfino il ‘prescritto’, contro i dettami della legge e della Corte Costituzionale, sottraendo spietatamente i soldi agli italiani che stanno boccheggiando. Per non parlare dell’elemosina sui decreti e sui risarcimenti predisposti per le attività davvero in crisi, il che dimostra ulteriormente che vengono ascoltati non solo i poteri forti rappresentati per esempio da Bonomi di Confindustria, ma anche quelli che si stanno rivelando essere i nemici delle imprese, quali il PD e LEU”.

A far sentire la sua voce è anche la co-vice presidente nazionale, Raffaella Zanellato, la quale sostiene che ‘gli imprenditori si sono nuovamente illusi che Draghi possa rappresentare un cambio di passo e che capisca veramente quali possano essere i problemi dell’imprenditoria in questo momento, dopo tutte le chiusure per Covid. In realtà questo decreto è uno specchietto per le allodole, perché all’apparenza fa un sacco di cose, ma in realtà… praticamente per noi imprenditori… non prevede nulla. Come a dire che questo è l’ennesimo schiaffo e l’ennesima umiliazione, l’ennesima offesa a tutte le partire Iva che stanno soffrendo e che continueranno a soffrire, perché nessuno… ma proprio nessuno… ha ancora capito cosa serve veramente. Purtroppo il problema è che, chi fa le leggi e le regole, purtroppo non ha mai tirato su una serranda la mattina e, quindi, non capisce cosa hanno bisogno le aziende. E non stiamo parlando di aziende che fanno gli evasori, ma stiamo parlando di aziende che hanno patito e subito dieci anni di crisi e un anno di Covid’.

Per Alfredo Belluco, altro co-vice presidente nazionale di Confedercontribuenti, ‘le scelte del Governo Draghi, in tema di rottamazione di cartelle esattoriali, sono assolutamente inaccettabili ed indecenti. In quanto prevedono in gran  parte la cancellazione di cartelle già prescritte. Noi di Confedercontribuenti faremo ogni azione di contrasto a questa scelte scellerate che vanno verso la distruzione delle piccole  e medie imprese e quindi delle partite Iva. La strada intrapresa dal Governo sarò solo un cappio al collo per chi vuole fare impresa in Italia’.

Il co-vice presidente nazionale di Confedercontribuenti, Alessandro Ciolfi, è del parere che ‘il decreto così non va e non funziona. Siamo in una economia verosimilmente post bellica, per cui sono necessari interventi straordinari, a tutela e a difesa di cittadini e imprese’.

La pensa così anche il segretario generale di Conferdercontribuenti, Ettore Minniti, il quale ritiene che ‘bisogna reagire e non farsi prendere dallo scoramento, per chiedere all’unisono che il popolo italiano venga aiutato a risollevarsi e non a soccombere con scelte discutibili. Avremo modo di confrontarci con questo Governo e dire la nostra a un tavolo dal quale ci aspettiamo risposte concrete e soddisfacenti. E non le solite promesse. Chi ci governa adesso deve ascoltare anche la voce di chi in Italia rappresenta i contribuenti italiani’.

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