Ddl Zan e Letta: ‘Approvare così com’è’. Flash mob e testimonianze, Palermo in piazza per la Legge Zan

All’interno del Pd, il partito che lo ha proposto, il Ddl Zan è fortemente divisivo visto che all’assemblea dei senatori dem, incentrata sul disegno di legge sull’omotransfobia, emergono tensioni.  Il segretario del Pd Enrico Letta chiede di approvare il testo così com’è e di non tergiversare: ‘Sarò il segretario più rispettoso della storia del Pd sulla pluralità di idee e posizioni e vedo qui unità di impianto: l’Italia deve fare passo avanti di civiltà. Con il ddl Zan può farlo. Non ci sono più le condizioni politiche per un terzo passaggio. Fuori il dibattito si è radicalizzato non per colpa nostra: tra di noi la discussione è seria e legittima. Ma il Pd non si deve far mettere i piedi in testa da idee retrograde della Lega. Mi assumo la responsabilità di chiedervi di approvare la legge così com’è’.

‘Se dovessimo fallire l’approvazione del ddl Zan sarebbe un colpo per il Pd. Perché è una legge che porta il nostro nome’, ha spiegato il senatore del Pd Luigi Zanda intervenendo all’assemblea del gruppo Dem a Palazzo Madama dedicata al ddl sull’omotransfobia, che si è tenuta  via piattaforma informatica e a cui partecipa il segretario Enrico Letta.

Il ddl Zan è una legge di giustizia – ha detto la vicepresidente dei senatori Dem Caterina Biti – E nel contesto attuale – nel 2021 in Italia – è innegabile che sia necessario avere questa legge piuttosto che rischiare di non averla. Certo, ci possono essere imprecisioni e ogni legge è perfettibile, ma il dibattito pubblico è concentrato più su questioni che non sono nella legge e che vengono usate strumentalmente per affossarla. Per questo sono convinta che il ddl Zan sia da approvare e presto’.

Dall’importante discussione nel Gruppo del Pd al Senato- ha riferito Roberto Rampi – è emersa con chiarezza la necessità di approvare questa legge. Senza illusioni che possa bastare. Anzi. Sapendo dell’arretratezza culturale che sta alle sorgenti dell’odio, che vanno prosciugate con un enorme piano di investimenti culturali per il Paese. Nel massimo rispetto di chi pone questioni anche importanti di natura giuridica. Che è bene distinguere da chi invece in modo pretestuoso racconta bugie sulla legge provando a alimentare paure e odi. Una mediazione con chi procede così non è ipotizzabile. Credo che sia chiaro a tutti che oggi serva approvare questa norma. E non ci vengano a dire che ci concentriamo su questa e non su altre priorità perché ci sono tutte le condizioni per occuparsi di questo e di altro insieme, se la si smette con un ostruzionismo vergognoso’

L’ex capogruppo Andrea Marcucci mette in guardia su possibili voti segreti: ‘Sono disponibile a votare questo testo così com’è, con i suoi limiti ed i suoi errori.  Ma abbiamo il bicameralismo, un testo che viene approvato alla Camera non può essere immodificabile. Ci sono degli spunti specifici che possono essere accolti per rimandare il testo alla Camera per un ritorno veloce qui. Sono preoccupato diversamente che in questo modo in realtà si rischi la bocciatura con i voti segreti’.

Letta  chiude la porta a nuovi confronti e, pur dichiarando rispetto per la pluralità di idee sulla questione, chiede ai suoi di approvare il ddl così com’è e come evidentemente gli aggrada.  Immancabile l’attacco al Carroccio: ‘Non ci sono più le condizioni politiche per un terzo passaggio parlamentare. Fuori il dibattito si è radicalizzato non per colpa nostra: tra di noi la discussione è seria e legittima. Ma il Pd non si deve far mettere i piedi in testa da idee retrograde della Lega. Mi assumo la responsabilità di chiedervi di approvare la legge così com’è’.

Valeria Valente ha lamentato le frizioni di natura puramente ideologica emerse durante le discussioni del Ddl in Parlamento: ‘Avremmo potuto trovare maggiore consenso con il centrodestra’,  lamenta la senatrice: ‘Dovevamo evitare una discussione su blocchi ideologici’.

Una valutazione che viene ribadita anche da Valeria Fedeli: ‘Condivido in pieno le valutazioni della collega Valente. Stiamo parlando di una legge penale, non una legge che previene. C’è una parte dell’opinione pubblica che chiede una norma per proteggere di più la comunità Lgbt. Dovevamo lasciare fuori la violenza sulle donne che ha altre motivazioni. Vogliamo portare a casa una legge, ma sapendo che esiste il voto segreto, vorrei sapere come si fa. Noi ora in Senato dobbiamo audire tutte le associazioni ignorate alla Camera’.

A lanciare l’allarme, nel caso in cui si arrivasse alla bocciatura del decreto legge, è invece Luigi Zanda: ‘Se dovessimo fallire l’approvazione del ddl Zan sarebbe un colpo per il Pd . Perché è una legge che porta il nostro nome’.

Nessuna marcia indietro né modifiche al disegno di legge contro omofobia, misoginia e abilismo che attende di essere discusso in Senato: la comunità Lgbt+ di Palermo con il sostegno e la presenza di decine di altre associazioni e movimenti scende ai piedi del Teatro Massimo domenica 16 maggio dalle 16 alle 20 per la manifestazione nazionale in richiesta dell’approvazione della legge Zan senza emendamenti: l’evento, dal titolo ‘Legge Zan, non un passo indietro’ nasce perché il ddl contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo venga approvato senza alcuna modifica. ‘In piazza ci saranno i nostri corpi, le nostre vite e le nostre ferite per mostrare, visto che è ancora necessario, il clima di odio in cui viviamo: dilagante e sistemico, è una piaga per la quale non abbiamo cure né vaccini e il ddl Zan è un primo strumento per contrastarla’, spiegano Coordinamento Palermo Pride e Arcigay Palermo, capofila della manifestazione insieme a Famiglie Arcobaleno che invoca ‘Nessuna strumentalizzazione’, Agedo e Ali d’Aquila che commenta ‘Il ddl Zan è un primo passo verso quella società iniziata da Gesù che si è fatto prossimo di ogni espressione del genere umano, la violenza sulle persone trans in Italia è superiore a quella che si perpetra in uno Stato autoritario come la Turchia’.

Le realtà associative di Palermo manifestano in contemporanea con le piazze di tante altre città del Paese per l’approvazione del disegno di legge frutto della sintesi di cinque proposte (Boldrini, Zan, Scalfarotto, Perantoni e Bartolozzi) che ha l’obiettivo di estendere la normativa già esistente sui reati d’odio ad attacchi e comportamenti dovuti all’orientamento sessuale, al genere e all’identità di genere. La proposta di legge prevede modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere: si alterneranno al microfono diversi esponenti dei collettivi e dei movimenti Lgbt+ che attraverso diverse modalità narrative parlano del ddl e di ciò che significa ed è previsto un flash mob che coinvolgerà tutti e tutte in un unico momento di condivisione e politica. “Da settimane il dibattito sul ddl Zan vede scontrarsi su social, giornali, talk show quasi esclusivamente persone eterosessuali che discutono sull’esistenza o meno di un problema legato all’omofobia. Crediamo che nessuno e nessuna, invece, possa parlarne meglio e con più cognizione di causa di noi persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, queer – commenta il Coordinamento Palermo Pride – Ecco perché abbiamo deciso di convocare questa piazza: per dare voce alla città, certo, ma anche e soprattutto per far sentire la nostra. E per affermare a voce alta e con orgoglio che le nostre vite non sono un talk show’.

Non un passo indietro quindi sulla proposta di legge perché secondo la comunità Lgbt+ si tratta di una tutela minima e necessaria in particolar modo in relazione al nodo dell’identità di genere: “Senza l’identità di genere la legge non ci interessa, che sia chiaro – affermano da Palermo – Siamo consapevoli che ulteriori emendamenti hanno il solo scopo di restringere l’efficacia e il campo di azione di una legge che è già frutto di una mediazione”. Quattro episodi di violenza ai danni di persone Lgbt+ negli ultimi giorni sono stati denunciati a Messina, Reggio Calabria, Sassari e Torino ma sono passati quasi del tutto inosservati nonostante il tema sia caldo sia nelle agende politiche che nel dibattito civile. “Questo suggerisce una scarsa consapevolezza generale rispetto a quale sia la reale estensione del fenomeno. Il ddl Zan rappresenta oggi, dopo 25 anni di attese, il minimo indispensabile per fare fronte a una situazione che è destinata solo a peggiorare e un aggravamento lo abbiamo visto anche a Palermo durante l’emergenza sanitaria, con un aumento di segnalazioni da parte di ragazzi e ragazze che sono state allontanate da case, respinte dalle proprie famiglie – dice Marco Ghezzi, presidente di Arcigay Palermo – L’omolesbobitransfobia non è solo la dichiarazione pubblica di chi ci vorrebbe nei forni o lo sdoganamento in Tv di termini lesivi della nostra dignità. È quotidiana, è sistematica e permea ogni ambito delle nostre vite mietendo vittime nel silenzio, è una piaga per la quale non abbiamo ancora cure né vaccini”. Daniela D’Anna, responsabile di Famiglie Arcobaleno, dichiara “Non consentiremo ostracismi e strumentalizzazioni da parte di partiti politici e associazioni contrarie al progresso civile, non lasceremo che i temi come la Gestazione Per Altri e l’omogenitorialità vengano utilizzati come elementi fuorvianti in una discussione sul contenuto di una legge che, nonostante sia solo una base da cui partire, tratta di contrasto alle discriminazioni e alle violenze subite da soggetti più deboli e dalle minoranze”. Dopo 25 anni di tentativi ecco l’opportunità di varare una legge che aggiunga alla lista delle tutele ulteriori categorie storicamente perseguitate: “Un testo che risponda all’indifferenza, al benaltrismo ma anche alla retorica buonista con azioni concrete, punitive ma soprattutto educative – dice Rosario Ventimiglia di Ali d’Aquila – Il ddl Zan è un necessario primo passo verso quella società iniziata da Gesù che si è fatto concretamente prossimo di ogni espressione del genere umano. Noi di Ali d’aquila, cristiani e cristiane Lgbt+, non possiamo rimanere indifferenti al grido di chi ogni giorno, tra noi e fuori di noi, viene vessato sotto il tacito assenso di istituzioni e società civile. Non possiamo ancora ignorare che la violenza sulle persone trans in Italia è superiore a quella che si perpetra in uno Stato autoritario come la Turchia. Non possiamo permettere che il ddl venga strumentalizzato con lo spauracchio delle adozioni, della Gestazione per altri, della fantomatica teoria gender, che non vengono neanche menzionati, ma riteniamo indispensabile e urgente che si educhi alla ricchezza e al rispetto delle differenze sin da piccoli, perché sogniamo ancora una società libera da pregiudizi e aperta alla bellezza di tutti e tutte”.

A sostenere l’iniziativa delle associazioni Lgbt+ in piazza Verdi i più attivi movimenti, circoli e associazioni della città: Collettivo Lgbt+ Godere al Popolo, Rete degli Studenti Medi Palermo, Felici nella Coda (associazione animalista), Uaar – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Amnesty International circoscrizione Sicilia, Arci Palermo, Associazione Culturale Sicilia Querr, Reds Sicilia – Rete dei Democratici e Socialisti, Non Una di Meno Palermo, Già – Giovani Insieme Adesso, LeftWing- Sicilia, PD Palermo- dipartimento politiche genere e diritti, Sinistra Comune, Sinistra Italiana – Palermo, Rifondazione Comunista – Palermo, Sinistra Delle Idee, Moto Perpetuo Onlus, Potere al Popolo – Palermo, Base Riformista – Sicilia, Bocs Aps, Il Girasole Aps, Qui Aps, Associazione Allunaggio, Atelier bugigattolo, Le giuggiole, The Factory – Pyc, Tavola Tonda, Sicanamente, Il giardino delle idee, Extinction Rebellion Palermo, A Sud Sicilia, Associazione Noi Siamo dalla Vostra Parte.

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