Coronavirus e Pascarella: ‘Possibile prelievo forzoso, ecco come difendersi’

“L’idea di un prelievo forzoso sui correnti spaventa sempre più e non è improbabile sul lungo periodo”. A dirlo Giuseppe Pascarella, uno dei principali esperti europei di analisi di società quotate in borsa negli Usa, ceo del gruppo PascaProfit e autore del bestseller ‘Battere il benchmark’, attraverso il quale promuove l’alfabetizzazione finanziaria in Italia. “Mentre il Covid ed eventuali lockdown nazionali – spiega – delineano un futuro sempre più incerto per la nostra economia, le casse dello Stato sono in sofferenza e i soldi del recovery fund slitteranno verosimilmente al 2021 l’Italia ha urgente bisogno di liquidità”.

Nel nostro Paese, prosegue il fondatore di PascaProfit, “ci sono circa 1500 miliardi di euro parcheggiati nei conti correnti, ed è tutt’altro che impossibile che il governo possa annunciare prossimamente una percentuale, calcolata rispetto al totale dei saldi sui conti disponibili, dell’importo da prelevare forzatamente”.

“Il prelievo forzoso – chiarisce l’esperto – è una tassa sul patrimonio (sui solo saldi di conto e libretti) che lo Stato può prelevare, senza alcuna autorizzazione dai conti correnti di tutti i cittadini in caso di crisi economico-finanziaria, grave o imminente, come fonte di liquidità aggiuntiva”.

Secondo Giuseppe Pascarella “ci sono quattro regole base da considerare: evitare di tenere il denaro su un conto corrente, trasferire il denaro su conti deposito vincolati, investire in oro o altri beni rifugio o investire in titoli di Stato, bond, azioni o exchange-traded fund”.

Discorso diverso “se lo Stato dovesse decidere di applicare una patrimoniale non sui saldi ma sul patrimonio complessivo, compresi anche immobili, terreni, depositi e investimenti di varia natura”.

“In quel caso – aggiunge Pascarella – la base di calcolo sarebbe l’intero patrimonio e l’eventuale percentuale sarebbe calcolata sul complessivo in maniera retroattiva e sarebbe da pagare tramite F24, non ci sono certezze in questo senso, ma le condizioni economiche italiane fanno pensare che nel prossimo futuro potrebbe entrare in agenda una patrimoniale”.

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