Busta paga: la domenica di Pasqua non è riconosciuta come giorno festivo nell’ordinamento nazionale

Tutti i lavoratori dipendenti in Italia, al di là di quanto previsto nei singoli contratti di settore, hanno diritto a essere pienamente retribuiti nei giorni festivi pur astenendosi dall’attività professionale. Nel caso in cui una certa festività venga a coincidere con il giorno di riposo, lo stesso lavoratore acquisisce il diritto a godere di una giornata di riposo extra della quale beneficiare in qualunque momento successivo. Se, invece, la giornata festiva nazionale viene a coincidere con la domenica – come è stato nel 2022 per Natale e Capodanno – il lavoratore ha diritto a un’aggiunta retributiva rispetto a un giorno feriale standard.

E, allora, sarà così anche per Pasqua, verrebbe da pensare; invece, no. In linea generale, quindi al netto di contratti di categoria specifici, la domenica che celebra la Resurrezione di Gesù non è considerata un giorno festivo. Di conseguenza, non beneficia di alcuna retribuzione aggiuntiva né dà diritto a un ulteriore riposo. Come spiega il sito money.it, l’articolo legislativo di riferimento è il numero 2 della legge n. 260 del 27 maggio 1949, modificato con la legge n. 54 del 1977 che ha eliminato cinque voci.

L’articolo segnala i giorni considerati festivi dall’ordinamento italiano che ad oggi sono, nell’ordine: il primo giorno dell’anno (Capodanno, 1 gennaio), l’Epifania (6 gennaio), l’anniversario della liberazione (25 aprile), il lunedì dopo Pasqua (Pasquetta), la Festa del lavoro (1 maggio), l’Assunzione della B.V. Maria (ferragosto, 15 agosto), Ognissanti (1 novembre), la Festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre), Natale (25 dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre). Niente Pasqua, dunque.

Cosa significa questo, in soldoni? Significa che al lavoratore non spetta alcun tipo di extra nella busta paga del mese in cui cade la Pasqua proprio perché tale domenica non rientra nelle festività nazionali. Chi, dunque, non lavora rispetta semplicemente la domenica mentre chi è sul posto di lavoro non matura alcuna maggiorazione. La buona notizia riguarda, almeno, il giorno di Pasquetta che invece è riconosciuta come giorno festivo e con tutte le tutele connesse.

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