Uno delle misure più attese contenute nella Legge di Bilancio, in discussione alla Camera, è il potenziamento dell’assegno unico. Tra le annunciate novità che vedranno la luce nel 2023, spicca la maggiorazione del 50% dell’importo per i nuclei numerosi, in attesa dell’adeguamento all’inflazione con gli aumenti che portano la somma minima da 50 a 75 euro al mese. Il massimo salirà invece fino a 262,5 euro.

Da gennaio l’assegno unico diventa dunque più ricco, ma resta il nodo relativo all’Isee. La Manovra stanzia 610 milioni di euro per coprire gli aiuti relativi a circa 520mila bambini sotto i 3 anni d’età, 369mila bambini più piccoli di 12 mesi e 150mila bambini sotto i 3 anni nati in famiglie numerose. Nel 2022 hanno beneficiato dell’assegno circa sei milioni di nuclei.

Di quanto aumenta l’assegno unico

Dal 1° gennaio 2023, gli importi dell’assegno unico vedranno una maggiorazione del 50% dell’importo secondo il seguente schema:

  • per ciascun figlio di età inferiore a un anno, indipendentemente dal reddito;
  • per i nuclei familiari con tre o più figli, per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione che l’Isee sia fino a 40mila euro.

Significa che l’importo minimo dovrebbe aumentare di 25 euro, passando da 50 euro a 75 euro, mentre quello massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro, con un aumento di 87,5 euro. A partire da gennaio, inoltre, il contributo statale potrebbe aumentare ulteriormente, con una correzione in base all’inflazione che potrebbe persino superare il 7,3% riconosciuto provvisoriamente alle pensioni.

Il rebus Isee e le simulazioni

Quello dell’Isee è un nodo non ancora del tutto sciolto. A smontare l’ormai quasi certo impianto che prevede la Situazione Economica Equivalente è stata la stessa ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che in un’intervista a Il Messaggero sembra non lasciare dubbi: “Assegno unico per tutti, non sarà legato all’Isee”. In una prima fase transitoria, sottolinea, “si tratterà di rivedere alcuni criteri, soprattutto in ambito patrimoniale, per renderli più aderenti ai reali fabbisogni delle famiglie. Ma l’obiettivo di più ampia portata è sganciare la determinazione dell’assegno unico dall’Isee, farlo diventare uno strumento davvero universalistico”.

Si tratterebbe dunque di una mossa successiva all’approvazione della norma così come era già stata delineata nei giorni scorsi. anche perché negli schemi finora confermati dal Governo Meloni compare il requisito dell’Isee. Al momento, per ciascun figlio minorenne o con disabilità (senza limiti d’età in questo caso) è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro. La somma si riduce gradualmente per livelli di Indicatore superiori, restando poi costante per chi supera il tetto Isee di 40mila euro. L’importo si può dire insomma inversamente proporzionale al progredire delle fasce di reddito, secondo il seguente schema di simulazioni:

  • fino a 15mila euro: aumento di 87 euro al mese (+1.050 euro l’anno)
  • fino a 20mila euro: aumento di 75 euro al mese (+900 euro l’anno)
  • fino a 25mila euro: aumento di 62,5 euro al mese (+750 euro l’anno)
  • fino a 30mila euro: aumento di 50 euro al mese (+600 euro l’anno)
  • fino a 35mila euro: aumento di 37,5 al mese (+450 l’anno)
  • fino a 40mila euro e oltre: aumento di 25 euro al mese (+300 euro l’anno).