Il disastro ripropone vizi che la seconda Repubblica non ha cancellato ma semmai accentuato. I manager, anche nella Prima Repubblica avevano indiscutibili collegamenti con la politica, era l’era della lottizzazione. Eppure era possibile individuare professionalità all’altezza, dirigenti che si sentivano anche servitori dello Stato, capi d’azienda che non ignoravano il valore di un cammino progettuale.
La seconda Repubblica ha imbastardito tutto e il Governo sembra voler ignorare lo stato della nostra economia che ha già perso settori strategici, come l’acciaio ed ora toccherebbe al settore aereo, mentre i grandi gruppi si contano ormai sulle punta di una mano; si va disegnando un mondo produttivo sempre piu’ disperso fra medie e piccole aziende con poche élite in campo internazionale e, quindi, con una vocazione industriale della nostra economia sempre meno forte e propositiva.
Anche questo Governo, come quelli che lo hanno preceduto, dimostra di non avere alcun interesse a dotarsi di politiche industriali capaci di avere prospettive. Impoverendo in tal modo il futuro economico e sociale. Ed è il colmo che nessuno glielo rimproveri. C’è il piano Calenda sull’ industria 4.0, ma se si abbandona al proprio destino un gruppo come Alitalia quale credibilita’ puo’ avere un complesso di promesse tutte da verificare?. Forse sarà il solito ‘promettere di certo e mancare di sicuro’.
Il problema non è solo il ‘no’ alla nazionalizzazione ma che questo ‘no’ arriva mentre l’Italia non ha piu’ l’ombra di una politica industriale, perde terreno nei settori strategici e, da non sottovalutare, mostra una sudditanza assai poco accettabile solo nei confronti del mondo finanziario e bancario.
La Confindustria non puo’ ignorare che fra grandi aziende come Fca che se ne vanno, altre che spariscono come Alitalia, altre che valutano gli aspetti sindacali come terreno di impegno esclusivamente aziendale, mentre le categorie vanno per conto loro. Anche per i sindacati Alitalia diventa una amara resa dei conti perchè finisce per far emergere i dissensi fra lavoratori e rappresentanza sindacale.
Prima di mollare la presa su Alitalia sarebbe il caso di pensarci bene e di proporre alternative pensando all’interesse generale perchè ne hanno diritto il futuro del Paese e l’angoscia dei lavoratori. Nessuno può cavarsela dicendo che non c’e’ piu’ nulla da fare, che conta solo il mercato…