A Santa Severa Lundini e I Vazzanikki fanno il sold out

Valerio Lundini e I Vazzikki si sono esibiti venerdì 8 luglio nella splendida cornice del Castello di Santa Severa, maniero sul mare laziale di proprietà della Regione Lazio che il recente restauro ha ridato ai cittadini nella sua antica bellezza con un concetto di fruibilità moderno e al passo con i tempi.
Gestito dalla società LAZIOcrea, grazie al programma Artbonus, il Castello di Santa Severa ha iniziato un percorso culturale e turistico che lo ha reso polo realmente attrattivo: un’offerta museale, mostre, eventi, concerti, attività nella natura, laboratori, visite guidate, attività sportive e tanto altro.
Aperto tutto l’anno, ospita anche un ostello per giovani e famiglie con 14 stanze e 40 posti letto per vivere a prezzi accessibili e ragionevoli qualche giorno da veri castellani.
Quest’estate una rassegna variegata e interessante, dal nome “Sotto il cielo del Castello di Santa Severa”, promossa dalla Regione Lazio e organizzata dalla società regionale LAZIOcrea in collaborazione con Atcl, circuito  multidisciplinare del Lazio, propone un cartellone ricco, con eventi adatti ad ogni gusto e ad ogni fascia di età.
Un pubblico giovane ha accolto calorosamente con un sold out, scrosci di applausi e altrettante risa, Valerio Lundini e I Vazzanikki che hanno portato in scena lo spettacolo dall’emblematico titolo “Primo tour dopo il drammatico scioglimento”.
La band con cui Lundini, divenuto popolare grazie ai social e alla televisione, canta e suona le tastiere da 10 anni, era manchevole del suo sassofonista, positivo al covid19.
Niente drammi, anche questa è stata l’occasione per fare umorismo, tra brani rock’n’roll con influenze swing, rockabilly e surf,  e gag esilaranti.
Il concerto, durato due ore, spazia dal classico umorismo no sense di frassichiana memoria a momenti surreali, a volte paradossali, mai buonisti.
Il pubblico canta le canzoni come fosse un concerto di Baglioni, facendo richieste.
I temi dei brani sono quella carrellata di situazioni che possono essere capitate a molti, non sempre raccontate in maniera politicamente corretta: Lundini con la sua R moscia riesce a sciorinarli senza offendere nessuno.
Nunzia con i problemi di pronunzia, Bingo Bongo che invece di venire dal Congo viene dal Cosmo, Hombre e cioè il rimorchio inconsapevole e non voluto di cinque ragazzi etero da parte di cinque ragazzi omosessuali. E poi attualità con la questione americana circa l’aborto con la canzone il cui ritornello fa: “Sgrava questo miracolo, Giovanna”.
E poi giochi interattivi di gradimento e sgradimento con il brano “Lorenzo Petrucci” in cui il cantante musica, improvvisando, con parole che descrivono le foto, il profilo Instagram di un suo follower in platea.
Un ospite, Willy il Coyote sale sul palco con la band per un unico brano da fare insieme: “Barbara” di Enzo Carella, arrivato secondo in un lontano Sanremo e la cui canzone ha avuto un rinnovato successo di recente.
Si chiude con “Tappabuchi”, brano che ironizza sui brani riempitivi e per ultima a gran richiesta “La droga no”.
C’è poco da fare, Lundini è un genio totale e, affiatato con la band, funziona al 100%, ottimizzando il suo spiccato e innegabile talento.
Barbara Lalle

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